venerdì 6 dicembre 2019

Recensione: Tutto il blu che parla di noi - Naike Ror









Titolo: Tutto il blu che parla di noi
Autore: Naike Ror
Editore: Amazon Publishing  (15 ottobre 2019)



 Giudizio: ðŸ’—💗💗💗

















Una ragazza giovane e insicura, un uomo freddo e deciso, una passione travolgente e rischiosa

La giovane e bella Faith Howard Moore ha una grande passione: la pittura. Dipinge con le dita, usa sempre il blu e solo di fronte a una tela riesce a sentirsi libera e felice. La sua famiglia, tuttavia, ha ben altri piani per lei. Gli Howard Moore sono una celebre dinastia di diplomatici statunitensi, che non può permetterle di perdersi tra vernici e scarabocchi. Così Faith viene spedita a Parigi per uno stage presso l’ambasciata americana, dove dovrà prepararsi allo studio delle scienze politiche.
Parigi, però, è anche la città dei grandi musei, degli artisti bohémien e soprattutto... la città dell’amore. All’ambasciata, infatti, lavora Terence Fareed Wilkinson, un ricco affarista metà americano e metà persiano. Fisico mozzafiato, occhi di smeraldo, anche lui è un pittore e un amante dell’arte. Ed ecco che scatta implacabile il colpo di fulmine.
Ma se Faith nascondesse a Fareed di essere l’erede dei famosi Howard Moore? E se anche lui celasse un segreto tanto oscuro da poter allontanare Faith?












Recensione




Perché quell’uomo aveva un tale potere su di lei? Perché riusciva a portarla in paradiso e poi all’inferno nell’arco di pochi istanti?






“Tutto il blu che parla di noi” è un romanzo all'apparenza molto delicato. Troviamo subito, infatti, una protagonista molto dolce, remissiva, timida, educata, il cui unico ‘atto di ribellione’ alla famiglia è quello di chiudersi nel capanno dietro casa e dipingere. Faith, infatti, non proviene da una famiglia qualsiasi ma da quella degli Howard Moore, una delle più ricche e famose dinastie diplomatiche degli Stati Uniti.
Se per lei, quindi, dipingere è la sua vita, per sua madre si tratta solo di scarabocchi che rischiano di mettere in ridicolo il buon nome degli Howard Moore. Come punizione, Faith viene spedita per uno stage presso l’ambasciata americana di Parigi, sotto falso nome, dove tutto cambia.
Se lo scopo della madre era quello di allontanarla dai suoi dipinti, proprio lì a Parigi Faith si imbatterà in una bottega quasi anonima ma che, al suo interno, nasconde una piccola meraviglia: per una piccola offerta è possibile acquistare una tela e ricevere la possibilità di tornare lì a dipingere finché l’opera non sarà terminata.





Per il suo cuore era stato come affrontare le montagne russe: si era spaventato, poi rallegrato, turbato e rilassato. Aveva battuto all'impazzata quando lui le aveva stretto la mano, si era tranquillizzato quando si era immersa nella pittura, per agitarsi di nuovo ogni volta che incrociava quello sguardo così profondo.






Terence Fareed Wilkinson è un affarista spietato che lavora all'ambasciata di Parigi, bellissimo e tenebroso. Dietro il suo cuore di ghiaccio, però, si nasconde l’anima di un artista e sarà proprio questo il punto di incontro con Faith. Nata come una storia di battibecchi nella piccola bottega di Parigi sulle scelte di stile in fatto di pittura e poi come piccole vendette negli uffici dell’ambasciata, sfocerà presto in una sfrenata passione che terminerà quando Faith dovrà tornare a casa.





Poteva illudersi, non importava.
Poteva innamorarsi, non importava.
Poteva fare male, non importava.
L’importante era sentire quel corpo possente che la reclamava come sua, quelle labbra che cominciavano a essere spudorate e prepotenti.






L’incontro con Fareed ha apportato cambiamenti positivi nella ragazza: da remissiva comincia a combattere per il proprio futuro, riuscendo ad ottenere dalla famiglia l’approvazione per frequentare una scuola d’arte.






Fareed era questo per Faith: la faceva sentire libera, partecipe di un momento e non più solo spettatrice.







Fin qui il romanzo è stato piuttosto piatto, quasi deludente. Poi all'improvviso tutto è cambiato: la sorella di Faith, Kathleen, annuncia che sta per sposarsi con Terence, quel Terence Fareed Wilkinson! L’uomo, infatti, pur continuando a tenersi costantemente in contatto con Faith (ignorando il vero cognome della ragazza) anche nei mesi di lontananza, ha una vendetta personale da portare avanti e che prevede appunto quella di sposarsi con una Howard Moore.
Qui la storia si fa interessante: Fareed che cerca di riconquistare Faith, e Faith che ,per una volta, da dolce e pura si trasforma in una tigre e lo manda al diavolo!






Faith non era più quell’agnellino che aveva conosciuto in una sporca bottega di Parigi. Era diventata una tigre, proprio come aveva predetto sua madre. E lui, davanti a una tigre che amava, non avrebbe combattuto con tutte le sue forze.






‘Manda al diavolo’ anche il colore blu, sostituito da uno che definisce meglio i suoi sentimenti:





Porpora, e pensava al male che Fareed le aveva fatto.
Bordeaux, e pensava alla vendetta che Fareed aveva progettato.
Ciliegia, e pensava all’amore che Fareed le aveva donato.
Cremisi, e pensava alle bugie che Fareed le aveva raccontato.






Mi è piaciuto molto anche il rapporto tra Faith e Kathleen: se fino a questo punto la sorella maggiore ci era stata presentata come una stronza gelida (un po’ una Fareed versione femminile), scopriamo che in realtà vuole davvero bene a Faith, a cui sta provvedendo a pagare la retta universitaria con i suoi risparmi, dal momento che i genitori navigano in un mare di debiti.

Naike Ror ha saputo creare la perfetta storia di un tenero uccellino che, dopo essere stato tenuto prigioniero in una gabbia dorata, si affaccia verso la libertà, affrontando ostacoli e dolorose rivelazione, ma scoprendo dentro di sé una forza che non sapeva di possedere.

Da un altro punto di vista, è la storia di uomo potente e determinato che, per amore della sua famiglia, è disposto a distruggere e passare sopra chiunque ma che, davanti al vero amore, è costretto a fermarsi e a capire che la vendetta non sempre toglie qualcosa solo a chi la subisce, ma che può rivelarsi altrettanto terribile anche per chi la trama.






Poteva un bacio cancellare mesi di dolore? Poteva un bacio farla sentire così forte?




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