domenica 8 marzo 2020

Recensione: Questa nostra stupida storia d'amore - Mariana Zapata













Titolo: Questa nostra stupida storia d'amore
Autore: Mariana Zapata
Editore: Newton Compton Editori (25 febbraio 2020)





Giudizio: 💗💗💗💗💗











Lenny ha chiuso con il passato. E soprattutto ha chiuso con Jonah Collins. C’è stato un tempo in cui credeva che fossero fatti per stare insieme. Ma poi lui è sparito. Non è servito a niente tentare di contattarlo con messaggi, e-mail o telefonate. Jonah non si è fatto vivo quando aveva bisogno di lui e adesso Lenny ha smesso di preoccuparsene. O di pensare ai suoi splendidi occhi... Ora è concentrata sulle cose che contano davvero. Come la palestra di suo nonno, che deve essere rimessa in sesto. L’ultima cosa al mondo di cui ha bisogno è che Jonah irrompa di nuovo nella sua vita come un uragano, sconvolgendo di nuovo ogni cosa. È finita tra loro e non c’è nulla che lui possa fare per convincerla del contrario. Pensava di essere stata molto chiara in proposito. E se invece lui non avesse ricevuto il messaggio?











Recensione
Siate felici, costi quel che costi




Questo libro è stato una piacevole sorpresa! Devo ammettere che le prime pagine non mi avevano entusiasmato molto e stavo quasi per metterlo da parte, ma poi la curiosità ha avuto la meglio, per fortuna! Man mano che andavo avanti ho scoperto una storia davvero intrigante, ben scritta, mai scontata e piena di colpi di scena, ironica e brillante, colma di tenerezza e amore.
La protagonista è Lenny, direttrice della palestra di famiglia, la “Maio”, ex campionessa mondiale di judo, una tipa tosta, determinata e impavida, che mostra il suo lato umano e “fragile” solo davanti al nonno Gus (mitico!) e al “padre adottivo” Peter, i suoi pilastri, insieme alla figlioletta di otto mesi Mo. Sarà proprio quest’ultima il fulcro della vicenda, anche se emergerà solo più avanti, in modo del tutto inaspettato e perciò d’effetto.
La bimba è infatti figlia del “gigante” che un giorno si presenta nell’ufficio di Lenny, dopo ben diciassette mesi, dopo averla lasciata all’improvviso senza farsi più vivo, malgrado lei l’avesse cercato a più non posso, con messaggi, chiamate e e-mail per dirgli che era incinta.





Non ero pronta alle spalle larghe quanto il corridoio che separava l’ufficio dalla zona palestra, a trovare nel mio spazio vitale le lunghe gambe forti che un tempo sostenevano un corpo avvolto solo da muscoli.  Quel corpo che in mezzo a tutti gli innumerevoli altri corpi che avevo visto nel corso degli anni, era riuscito a smuovere qualcosa nei miei organi interni – cuore incluso, a essere sincera.





Jonah, questo il suo nome, è un giocatore di rugby neozelandese con cui ha avuto una breve storia (la prima della sua vita) a Parigi, dove lui era impegnato nella squadra locale e lei era andata a tenere un corso di judo. Dopo un bruttissimo infortunio, lui era letteralmente scomparso, lasciandola senza una spiegazione, e non era stato più rintracciabile.
Lenny ci era rimasta malissimo, perché si era lasciata totalmente andare con lui, donandogli tutta se stessa poiché era certa di costruire qualcosa di concreto. Erano passati mesi e mesi ma la ferita era ancora aperta e non passava giorno che non gli lanciasse qualche invettiva.





…non c’era niente di male a sperare che una certa persona in un prossimo futuro inciampasse e finisse di faccia in una pila di mera bollente di cane appena sfornata, giusto?





E adesso eccolo lì, a Houston, a casa sua. Cosa ci faceva? Lei gli aveva scritto di Mo, senza ottenere risposta e pensava che fosse quello il motivo della sua visita. Invece Jonah è tornato per lei, per cercare di farsi perdonare poiché non l’ha mai dimenticata e, quando apprende di Mo, dopo un attimo di shock, ha ben chiaro come agire: vuole che sua figlia lo conosca, vuole esserci per lei nel tempo che sarà possibile, e Lenny, per amore di Mo, cerca di instaurare con lui un rapporto civile.





Ero disposta a concedergli una possibilità. Meglio ora che poi. Non ne avrebbe avuta un’altra, lo avevo avvertito.





Ma Jonah non vuole solo far parte della vita di Mo, ma anche di quella di Lenny, e lei dovrà decidere se hanno sofferto entrambi abbastanza e possono sperare di recuperare il loro rapporto.





Vorrei che imparassi di nuovo a conoscermi. Vorrei che fossimo di nuovo amici. Vorrei essere qualcosa di più che… Sono tornato per te.



…ero innamorata di lui, impossibile negarlo. Certo, la cosa mi preoccupa. Certo, avrei voluto che non fosse così.





Una storia originale, non la solita commedia romantica, sia per l’ambientazione, il mondo del fitness e della MMA, sia per i personaggi, lui un bonaccione di due metri e lei dura e rigida, con un nonno irriverente e anticonformista, che alla fine avrà un ruolo fondamentale nel permetterle di fare la cosa giusta.





Voglio che tu sia felice, in qualunque maniera, purché resti te stessa.





Jonah in particolare è il principe azzurro che tutte vorrebbero, bellissimo, altissimo, tutto muscoli, non il classico palestrato superficiale ed egocentrico, ma un ragazzo timido, gentile, dolce, che sa però  quando usare la sua “stazza” per proteggere chi ama.
Un romanzo delicato e forte insieme, fondato sui valori della famiglia e dell’amicizia, sulla sincerità e sul coraggio. Uno splendido quadro da ammirare e venerare con timore al contempo per il suo realismo mescolato con polvere di sogni. Consigliatissimo! 


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