giovedì 11 giugno 2020

Recensione: Prima regola: non innamorarsi - Felicia Kingsley















Titolo: Prima regola: non innamorarsi
Autore: Felicia Kingsley
Editore: Newton Compton Editori (1 giugno 2020)





Giudizio: 💗💗💗💗













Silvye ha ventisette anni, una madre asfissiante e sogna solo una vita normale, con un lavoro normale. Ma la verità è che la sua vita è tutto meno che normale perché... è una truffatrice. Sì, una truffatrice, figlia di una truffatrice che l’ha istruita alla perfezione nell’arte del furto e dell’inganno. Ci sono solo due cose che Silvye non deve fare: mangiare carboidrati e innamorarsi. A lei, le regole proprio non piacciono: ok vivere senza innamorarsi, ma non senza carboidrati! C’è invece una persona a cui le regole piacciono moltissimo: Nick Montecristo, affascinante ladro-gentiluomo e astuto genio dell’arte. È un abile stratega, impermeabile ai sentimenti, e non ha mai fallito un solo incarico. Nick e Silvye sono i prescelti da un ricco ed eccentrico collezionista, per mettere a segno un colpo sensazionale. Peccato che i due si detestino e abbiano qualche conto in sospeso da regolare. Lei è fuoco, lui è ghiaccio. Impensabile lavorare insieme, impossibile dire di no al colpo. Riusciranno Nick e Silvye a passare da rivali a complici, ed evitare che una fastidiosa quanto imprevista attrazione tra loro complichi le cose? Ma sì, in fondo sono due professionisti, basterà rispettare una sola regola...









Recensione


Gli uomini belli sono un problema; gli uomini stronzi sono un problema; gli uomini belli e stronzi sono un grosso problema.



Sei un imprevisto e io detesto gli imprevisti.




Felicia Kingsley sa come sorprenderci ogni volta, uscendo fuori dai “soliti schemi romance” dei suoi romanzi e proponendoci un nuovo libro dalle tinte mistery, una storia piena di intrighi e avventure, inseguimenti e spionaggio, ladri e omicidi!
Sì, perché i nostri due protagonisti sono due ladri: Nick Montecristo e Sylvie Coreau, conosciuti anche come Il Chirurgo e La Gazza Ladra. Entrambi “sono del mestiere” per ragioni ben diverse.
Nick, infatti, non ha una famiglia alle spalle ma proviene da una casa famiglia londinese. Per aspirare a qualcosa di più nella vita è finito invischiato in brutti giri, dai quali è uscito con una nuova identità e con un’attenzione maniacale a qualsiasi dettaglio o pianificazione, meritandosi il titolo di miglior professionista nel suo campo.
Sylvie, invece, sogna una carriera normale da insegnante ma, a causa di sua madre, è costretta a usare le sue conoscenze linguistiche e le sue mani magiche per rubare oggetti di valore e riscattare il debito che la donna ha contratto presso tizi loschi.
I due protagonisti non potrebbero essere più diversi. Preciso come un orologio, Nick;  frizzantina come lo spumante, Sylvie. Bianco e nero, Nick; multicolor e sbriluccicosa, Sylvie.
Costretti a collaborare per cercare e recuperare un antico manufatto a Venezia, entrambi partono con la chiara intenzione di fregare l’altro e fuggire col bottino. Prima regola, non innamorarsi. Certo, in prima persona, ma meglio se l’altro sì così da renderlo una mammoletta e spezzargli il cuore nel più brutale dei modi! Ma… cosa succede se la regola si ritorce contro entrambi? Riuscirà un ladro a smettere di essere… un ladro?





Le storie più belle non sono quelle che cerchi, ma quelle che non vedi arrivare, che ti sorprendono, alle quali non eri preparato.




Per essere un primo esperimento di “romanzo giallo”, devo dire che è molto riuscito! Felicia riesce a tenere il lettore sulle corde, avvinto dai tanti misteri da risolvere, dall’adrenalina di sfuggire agli avversari e dal rompicapo di unire tutti i puntini che man mano ci si palesano davanti.
Grande nota di merito all’autrice per l’accurato studio che emerge dietro tutti gli avvenimenti e racconti presenti nel romanzo. Questi intrighi legati al mondo dell’arte mi hanno molto ricordato Dan Brown, anche se la firma della Kingsley si sente chiara e forte nella chimica tra Nick e Sylvie, nei tratti commedy e divertenti e nell’ironia di ogni battuta giocosa.
Non è facile scrivere un romanzo simile, intrecciare tante cose che siano credibili, e rischiare di cadere nel banale e nel già-letto. Soprattutto sul finale. Ed è proprio il finale, forse, la parte che ho apprezzato di più, poiché non si conclude tutto in fretta e furia con la scena dove “i cattivi” vengono spazzati via, anzi! Viene lasciato ampio spazio al risolvimento del mistero, ampio spazio per analizzare per bene i sentimenti dei protagonisti, ampio spazio per mettere un punto ad una vita e ricominciarne un’altra.
La mia protagonista preferita è stata, però, la mamma di Sylvie, Amélie, che compare soltanto in qualche scena ma mi fa morire! Questo per sottolineare quanto bene siano caratterizzati i personaggi, anche quelli “non sempre presenti”.
Una lettura intrigante e leggera, da leggere sotto il sole e con una bella bibita ghiacciata accanto, con cui ripararsi all’ombra quando ci si addentra nel sacro mondo dell’Arte, con la sua storia e la sua bellezza da proteggere da luci aggressive. Fidatevi dei ladri, per una volta!





Preferisco mille volte aver rischiato la vita e averti incontrato, che essermene stata al sicuro senza conoscerti mai.



È incredibile come uno passi la vita a costruirsi barriere intorno e poi basti una folata d’aria improvvisa a farle cadere.



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