Recensione: Middlegame - Seanan McGuire

Titolo: Middlegame

Autore: Seanan McGuire

Editore: Mondadori (21 luglio 2020)

Giudizio: 💗💗💗💗

Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora.

E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

Recensione

Roger riflette su come cambiare il mondo. Sua sorella, semplicemente, lo cambia.

Middlegame è stata una lettura decisamente insolita. Decisamente diversa da qualsiasi altra fatta finora, decisamente la più controversa. Non è facile, infatti, descrivere in poche parole l’universo creato dalla McGuire, una realtà difficile da comprendere e in cui siamo catapultati subito, fin dalle prime pagine. Ci sono molte cose che non vengono spiegate in modo approfondito, quasi come se dovessimo già conoscerle. Domande che non sempre riceveranno una risposta adeguata. Un mix di informazioni esorbitanti da farci girare la testa! Però!... Però tutto ciò è narrato con uno stile molto (mooolto) lento (a volte anche troppo) grazie al quale non dovete aver paura di non riuscire a capire Middlegame.

La parola chiave di questo romanzo è alchimia. Tutto nasce infatti da questa pratica, con qualche tocco di magica irrealtà che dona un’ombra decisamente dark a tutta l’atmosfera (ma questo l’avevate già capito dalla copertina, vero?). I protagonisti della storia sono Dodger e Roger (anche a voi ricordano un po’ dei nomi di cani? Ahah) due gemelli separati dalla nascita e soprattutto non del tutto umani. Il loro “padre” è difatti una sorta di Mostro di Frankenstein, nato dall’assembramento di vari pezzi di cadaveri umani e non. Reed, il suo nome, è il “cattivo” della situazione, un essere che non ha un vero e proprio motivo per fare ciò che fa, ma è semplicemente spinto dalla sua sete di avere sempre di più, più potere e ottenere il controllo su qualsiasi cosa. Per raggiungere la “Città impossibile”, però, ha bisogno di qualcuno che lo porti per le “Strade Impossibili” ed è per questo che da anni si dedica alle nascite di gemelli geneticamente modificati, che possano aiutarlo nei suoi scopi.

I gemelli sono creati per compensarsi, due opposti che hanno bisogno dell’altro per sentirsi completi: ad uno è affidato il gene “analitico”, della matematica; all’altro quello letterario, delle parole. Per i nostri protagonisti, Dodger è la bambina prodigio della matematica, e Roger il bambino appassionato di libri da leggere. Affidati a famiglie distanti città intere, i due si conoscono durante l’infanzia, grazie ad un’insolita capacità di comunicare con la… mente! Sì, esatto, con la mente! Tanto che per la prima parte della loro vita, i ragazzi crederanno che l’altro sia un semplice “amico immaginario”, e non cercheranno mai di mettersi realmente in contatto. (Ostacolati anche dai “cattivi”, che non vogliono che i due crescano insieme, per aiutare i loro poteri individuali a svilupparsi appieno.)

L’autrice ha tenuto nascosto anche a noi lettori, fino ai capitoli finali, i “misteri” dietro i marchingegni di Reed, e per quasi tutto il libro seguiamo la crescita di Dodger e Roger, una crescita molto interessante poiché calca il tema dei bambini prodigio spesso “bullizzati” dai compagni “normali” e quindi la loro sofferenza di essere soli e incompresi. Essi non sanno di possedere abilità “magiche”, anzi, il più delle volte si sentono in “difetto” per alcune loro peculiarità, ma verranno aiutati da un altro esperimento nato nei laboratori di Reed, Erin, una ragazza “incompleta” poiché il suo gemello è stato ucciso dallo stesso alchimista, che unirà le forze con loro per raggiungere il potere prima di Reed.

Il personaggio più interessante, oltre i “cattivi”, è stata Dodger, anche se l’ho trovata un tantino troppo “robot” da adulta. Il rapporto con Roger è davvero emozionante, un po’ esasperante nel continuo “tira e molla” inserito dall’autrice, ma che riesce comunque a catturare il cuore del lettore.

Sono tuo fratello. Ti farò soffrire e arrabbiare e uscire di testa, e tu farai lo stesso con me. Sono stufo di avvertire un pezzo mancante. […] Resta con me. Certo, prima o poi ci faremo soffrire a vicenda, ma ci proteggeremo da tutto il resto.

Avrei voluto vedere più “alchimia”, più pratiche magiche e oscure, più scene inquietanti, più azioni “cattive” che giustificassero appunto questo titolo a Reed&Company. Capire di più dei viaggi nel tempo realizzati da Dodger, o vedere qualcosa di veramente wow nei poteri di Roger.

Non è assolutamente un libro per tutti, né è un libro che può essere letto in maniera discontinua o per rilassarsi. È un viaggio impegnativo, pieno di riferimenti da dover cogliere o collegare tra loro dall’inizio alla fine del volume. Ma è anche un viaggio fuori dai soliti schemi, originale, coinvolgente, che regala tanti spunti di riflessione. Middlegame è affascinante, di un fascino oscuro che spazia dalla fantascienza a tematiche reali e crude, che rende omaggio a donne forti come Dodger ed Erin, al legame tra fratelli, al voler uscire fuori dal personaggio che ci viene imposto, che sia dalla società o da una singola persona, a non farsi abbattere da quelle che a noi sembrano limitazioni insormontabili.

Sicuramente uno dei libri più indimenticabili di quest’ultimo anno!

Nemmeno sapevano di stare giocando, eppure hanno perso.