È
questo loro rapporto che segna l’equilibrio. È la linea tra amore e odio il filo su cui
l’isola si erge.
Ciascuno di noi ha
vissuto la sua infanzia all’insegna delle favole, narrate dalla voce dei
genitori o viste in televisione sotto forma di cartoni animati. Oramai sono
diventate un pezzo importante e
propedeutico del mondo dei bambini, e, inutile nasconderlo, anche degli
adulti. Malgrado il passare del tempo infatti, nell’animo si conserva quella
voglia di spensieratezza e ingenuità che i problemi della vita tendono a far
scomparire.
Martha Brook ha
ventiquattro anni, va all’università e vive con la coinquilina Kate. Una
ragazza come tante, che ha però un’amica speciale, Felì, una fatina che le sta
accanto dalla tenera età e che nessun altro riesce a vedere. Per questo Martha
evita di parlarne, consapevole che finirebbe additata come una pazza.
Poiché non ha potuto
organizzarsi coi suoi amici, per le vacanze estive si aggrega a Kate e al suo
gruppo che trascorreranno tre settimane in una baita all’interno di una pineta
vicina alla spiaggia. Un posto meraviglioso e pieno di fate, il luogo ideale
per staccare la spina, se non fosse per la …pessima compagnia! Infatti, i suoi compagni
la emarginano sin da subito, considerandola strana e prendendola di mira per i
loro scherzi.
Convintasi che saranno
giorni tutt’altro che sereni, una sera Martha incontra Mirko, un bambino
di circa dieci anni, che la conduce su un’isola, presso la tribù degli Wandut,
dove vive. Qui Martha riscopre la sua vena infantile, la bellezza del
gioco, e pian piano la realtà sfuma dai suoi pensieri. Forse è sempre
vissuta lì, in fondo non potrebbe chiedere di meglio! Ma la sua felicità viene
presto interrotta: tre pirati la rapiscono e la portano al cospetto di uno
strano Capitano…..
Tra mille peripezie,
pericoli e sorprese, Martha vivrà una meravigliosa avventura che le
farà comprendere come il confine tra il mondo reale e quello delle fiabe non
sia così netto….o è stato tutto un sogno?
Un capitano, un bambino; il Capitano che smania per avvicinarsi a lui, a Mirko, che non è il suo vero nome; l’odio che il bambino prova nei confronti dell’uomo. E poi gli indiani, la caverna a forma di teschio, persino il coccodrillo sul clavicembalo; tutto acquista un senso e mi chiedo come abbia fatto a non rendermene conto finora.
Un libro singolare,
che parte dalla contemporaneità per tuffarsi nel luogo incantato della favola
di Peter Pan, con fate, sirene, pirati, complotti e amicizie, un valzer di
situazioni ed eventi fuori dall’ordinario per dare una pennellata di colore
e bellezza ad un mondo che appare gretto e meschino.
Martha ne prende le
distanze e questo la conduce a riscoprire la semplicità e il fascino
dell’infanzia grazie a Mirko, ad assaporare il gusto dolceamaro dell’amore e la
soffice quiete di un posto senza tempo. Purtroppo anche qui la violenza,
l’odio, la gelosia e l’invidia arrivano a “sporcare” ogni cosa, e Martha si
“risveglia” dal bellissimo idillio, tornando alla consapevolezza che il suo
posto non è su quell’isola magica.
Domattina
torno a casa. Saluterò tutti e me ne andrò.
Infanzia
ed età adulta si mescolano in un impasto eterogeneo dove l’una non si
stacca dall’altra, però, nonostante questo, c’è un tempo per ognuna. Concetto
sottolineato dal fatto che crescendo si perde la capacità di vedere le fate e
di credere alle favole…
Ogni
volta che mio figlio parla di Peter Pan, lo fa con una tale precisione nei
dettagli che ho quasi la sensazione che non si stia inventando nulla.
Un romanzo dalla
superficie leggera che racchiude invece un cuore maggiormente complesso e di
non facile comprensione, un racconto che
è insieme un viaggio nella fantasia e nel proprio intimo, un percorso di
decrescita e rinascita che mette ben in evidenza i contrasti esistenziali del
nostro tempo e del nostro animo.
Ero sull’Isola che non c’è e non lo sapevo nemmeno, quando ci sono arrivata. Mi rendo conto che ora sto per lasciarmela alle spalle per sempre.
Consigliato a chi non
teme di riscoprire il proprio lato fanciullesco!
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