Non
smetterò di amarti per il nome che porti.
“La leggenda narra che
uomini e donne vengono al mondo con un filo rosso legato al mignolo
della mano sinistra. Questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle,
due amanti, due persone destinate a vivere insieme. Non importa la distanza,
non importa l’età , la classe sociale o altro, è un filo che lega due anime per
sempre. Questo filo rosso è lunghissimo, indistruttibile e serve a tenere
unite le due persone che sono destinate a stare insieme per sempre. Il problema
è che, essendo molto lungo, spesso si aggroviglia e crea intrecci strani
e nodi che causano qualche difficoltà alle due anime destinate a
congiungersi.”: in queste righe è racchiusa l’essenza di questo, a mio avviso, CAPOLAVORO
“romance”!.
Una storia struggente,
dolorosa e graffiante, intrisa d’irrefrenabile passione e prepotenti
sentimenti, di rabbia cocente e buia disperazione, un
mix d’emozioni che trova nelle note di una chitarra la perfetta colonna
sonora.
Io
e Riley avevamo fatto l’amore, ci eravamo sfiorati, amati, morsi e graffiati,
soltanto suonando a pochi centimetri di distanza.
Riley Davis
è ufficialmente una videoreporter di Canberra, in Australia, ufficiosamente una
delle migliori hacker al mondo insieme al gemello Rick. A causa dell’ultimo
“lavoro”, oltremodo pericoloso e rischioso, quest’ultimo viene arrestato dal
padre poliziotto George, che li odia entrambi a morte, mentre Riley riesce a
fuggire con una nuova identità a Londra, città adorata dalla madre Kaori,
scomparsa sei anni prima.
Il giorno del suo
arrivo viene calamitata in un pub da una voce che canta ed incontra il
chitarrista Liam. Da subito tra di loro scatta qualcosa di assolutamente
imprevedibile eppure innegabile, più forte degli ostacoli che dovrebbero
tenerli lontani.
Ormai
siamo troppo vicini, troppo incastrati per riuscire a tornare singole persone.
Tutti e due infatti
sono fidanzati e la ragazza rimarrà nella capitale inglese soltanto per poco.
Oltretutto Liam non sa chi lei è in realtà e la terribile situazione in cui si trova invischiata.
Devo
salvare entrambi da questo terribile errore.
Un libro intenso,
frenetico, sconvolgente, commovente e sorprendente,
uno spartito dal ritmo veloce ma profondo, una canzone dalle
parole taglienti ma indimenticabili. Un libro che narra d’amore
e sofferenza, di coraggio e altruismo, di bugie
e verità , di sbagli e segreti, di sacrificio e perdono.
Un libro che vede una madre ed una figlia percorrere il medesimo sentiero
del destino tracciato dal “filo rosso”, un tragitto irto di nodi
all’apparenza indissolubili.
Riley
aveva troppi casini da risolvere con sé stessa per poter essere Claudia, la
ragazza di cui Liam si era innamorato. Doveva essere Riley e doveva esserlo da
sola.
Sullo sfondo
dell’incredibile melodia combinata del pianoforte e della chitarra,
i due protagonisti si vedranno costretti a lottare contro tutti e
soprattutto contro sé stessi sulle ali di un amore che non
conosce confine di tempo e spazio. Un amore bellissimo quanto
tormentato, un amore che mette a tacere la ragione e dona un senso
nuovo e stupefacente all’esistenza.
Lui
riesce a cantare quello che sono, quello che provo.
Ho
bisogno di Riley accanto per poter sentire il suono di casa mia.
Una lettura davvero consigliatissima
agli animi romantici, che toglie il fiato per la minuziosa descrizione
degli stati d’animo dei personaggi, sia principali che secondari, e per la dolcezza
ed insieme l’urgenza del rapporto tra Riley e Liam, rapporto che
farà sciogliere in lacrime anche i più cinici.
I miei più sinceri complimenti
all’autrice per la sua bravura stilistica e narrativa!
Ti amerò ogni volta che sentirò una canzone, ogni volta che sentirò il suono di una chitarra, ti amerò ogni volta che mi guarderò allo specchio la mattina, perché mi basterà guardare me per vedere anche te.
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