venerdì 26 marzo 2021

Recensione: Blood and Honey - Shelby Mahurin

 





Titolo: Blood & Honey. La strega e il cacciatore 2
Autore: Shelby Mahurin
Editore: HarperCollins (4 marzo 2021)

Giudizio: 💗

Lou e Reid sono in fuga da tutti. Dalla congrega, dalla Chiesa e dal re. Per sopravvivere hanno bisogno di alleati. Alleati potenti. Ma il loro aiuto ha un prezzo. Cosa dovranno sacrificare per pagarlo?
Sfuggiti per un soffio al pugnale di Morgane, Lou e Reid sono di nuovo insieme… ma le streghe della congrega, gli uomini del re e gli chasseur continuano a dar loro la caccia. Non c’è più tempo, ormai, e il cerchio si stringe inesorabile… Erano certi che insieme avrebbero superato ogni cosa. Ma quando Morgane li attira in un crudele gioco del gatto col topo, i due giovani sono costretti a chiedere aiuto a La Voisin, regina delle Dames Rouges e nemica giurata della congrega di Lou. Mentre Lou, convinta di non avere alternative se vuole salvare suo marito e i loro amici, percorre i sentieri più oscuri della magia, Reid, benché riluttante, deve esplorare i suoi nuovi poteri. Hanno giurato di essere una cosa sola fino alla fine dei loro giorni…




Recensione


Tu sei un serpente. Cambia pelle, se quella che hai non va più bene. Trasformati in qualcosa di diverso. Qualcosa di meglio.

 

  

Se Serpent and Dove mi aveva abbastanza convinto, Blood and Honey decisamente no. Per chi ha letto la precedente recensione, sa che avevo trovato molti punti positivi nella storia creata da Shelby Mahurin, nonostante la “banalità” dell’intreccio amoroso strega/cacciatore. Mi era piaciuta la caratterizzazione spumeggiante della protagonista, Lou, e i vari siparietti ironici che si creavano qua e là, in contrapposizione all’austerità del co-protagonista Reid, un uomo ligio alle regole, alle convenzioni sociali e alla sua morale.

Tenendo conto che ci troviamo in un’epoca approssimativamente ambientata nell’600, la personalità irriverente di Lou, “maleducata”, senza limiti e senza alcun pensiero per quelle che erano le “regole” a cui le donne sottostavano in quell’epoca, appariva un po’ fuori posto, ma in parte giustificata dal suo essere una strega e quindi con una mentalità più “aperta” rispetto alle ragazze normali, e affascinava il lettore con le sue continue battute taglienti.

Reid, al contrario, rispecchiava molto bene la società chiusa di quel tempo, in cui vedere le caviglie di una donna era assolutamente scandaloso e le “streghe” erano creature malvagie da bruciare sul rogo.

Fin qui tutto bene, ma già nella seconda parte di Serpent and Dove erano iniziati i problemi. Reid aveva scoperto la vera natura di Lou, e addirittura di essere anche lui stesso una strega… il tutto risolto in “baci e abbracci” in poche pagine. Per un personaggio tanto “chiuso”, sarebbe stato più credibile e apprezzata un’introspezione e una guerra interna moolto più lunga!

Blood and Honey riparte esattamente dalla fine del primo volume, ossia con Lou, Reid e la loro compagnia in fuga nei boschi, cercando di scappare dalla madre della protagonista, che vuole la figlia morta a tutti i costi per portare a termine i suoi piani di vendetta.

Dai primi capitoli è chiaro che la narrazione di questo secondo volume è moscia. Addirittura stupida, per le scelte che l’autrice fa compiere ai protagonisti pur di creare qualcosa nella trama. Lou è, sostanzialmente, quella che ha messo in pericolo tutti i suoi amici, trascinandoli (sebbene loro abbiano scelto di farlo, perché affezionati) in questa orrenda situazione dove non sanno che pesci prendere per sfuggire alla cattiva Morgane e anche ai cacciatori. E nonostante ciò, non si dispensa dal commettere tantissime azioni sconsiderate che potrebbero mettere ancora più in pericolo la sua banda, pur di fare quello che vuole. Come andare a comprarsi vestiti, fare il bagno con Reid nel fiume… Un’accozzaglia di azioni no sense, col solo fine di creare litigi ed incomprensioni tra i due protagonisti, in modo da farli allontanare, come un elastico che viene teso, per poi rischioccare tutto sul finale e rimetterli insieme.

Lou è una bambina capricciosa qui, non fa più sorridere come nel primo romanzo.  Ormai non riesce a controllare la portata dei suoi poteri, che influenzano anche la sua persona, rendendola quasi cattiva. Rischia tante volte di combinare più guai che altro, ma quando qualcuno prova a parlarle si offende e minimizza… per poi rifare tutto daccapo.

Il povero Reid, vedendo ciò, si convince, giustamente, che la magia è una cosa che è meglio non usare e si rifiuta di provarci. E le altre streghe, Lou compresa, invece di aiutarlo pian piano a metabolizzare la sua nuova natura da strega, aiutandolo magari a compiere piccole magie innocenti per esercitarsi, lo costringono, nelle situazioni  di difficoltà, a usarla contro la sua stessa volontà, quasi aggredendolo.

L’unico cattivo è Reid che non accetta Lou come strega (e di conseguenza, anche se stesso), e nessuno prova ad abbassare un attimo il dito accusatorio e a cercare di capire che questo ragazzo ha vissuto una vita intera con la radicata convinzione che la magia fosse un abominio, un’assoluta malvagità, e lui in primis è stato il carnefice di tantissime streghe. Forse è un tantino sotto shock, confuso, traumatizzato… no?

Tutta la trama si basa sul piano di Lou e i suoi amici di riuscire a trovare degli alleati per poter finalmente combattere contro Morgane, e vorrei un attimo specificare e sottolineare ed evidenziare che Morgane avrebbe potuto ucciderli tutti già al primo capitolo! La strega, infatti, mentre i nostri protagonisti pensavano di essere ben nascosti, lascia loro un bigliettino per far intendere che, improvvisamente, vuole giocare al “gatto col topo”. Ma perché?? Perché sprecare tanto tempo, dando loro l’opportunità di trovare alleati, quando ti servono morti già da ieri??

Ah, giusto.. Altrimenti come la portavamo avanti la storia?

In tutto ciò, ogni tanto compariva qualche nemico qua e là, così dal nulla, per dare un po’ di movimento, finché arriviamo finalmente alla parte dove Lou riesce a formare un bel gruppo con cui andare da Morgane… e lo lascia a casa. Letteralmente! Lascia tutti a casa, perché “deve combattere lei sua madre”, e va!

 

 

Avevo radunato i miei alleati (ed ero scappata per affrontare Morgane senza di loro).

 

 

Io sono senza parole.

Ovviamente il finale non è un finale, perché dobbiamo arrivare a completare una trilogia. Ci sarà un “colpo di scena” che era già stato spoilerato dalla stessa autrice tantissime pagine prima e quindi mi sa che non ha sconvolto o sconvolgerà nessuno. Che dire, aspettiamo l’ultimo volume… 


mercoledì 24 marzo 2021

Recensione: Quello che tu non vedi - Julia Walton

 





Titolo: Quello che tu non vedi
Autore: Julia Walton
Editore: Sperling & Kupfer (9 marzo 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Quando la realtà ti scivola tra le dita, lascia che sia l'amore la tua unica realtà. All'apparenza, Adam è un adolescente come tanti, con la scuola, qualche amico e la passione per la cucina. In verità, si porta appresso un enorme fardello: è affetto da schizofrenia, un disturbo mentale che gli provoca allucinazioni molto vivide sotto forma di personaggi insoliti e ingombranti che si presentano da lui quando meno se l'aspetta e nei momenti meno opportuni. Tuttavia, grazie a un farmaco sperimentale, gli si prospetta all'improvviso la possibilità di nascondere la malattia al mondo. Nell'istante in cui conosce Maya, intelligentissima e meravigliosa, Adam spera con tutto il cuore che la cura funzioni e non desidera altro che essere normale, per lei. Quando, però, la terapia comincerà a non avere più l'effetto sperato, come potrà mantenere il segreto sulla sua condizione con la ragazza dei suoi sogni? 




Recensione


È  bello sentirsi dire ti amo da qualcuno che non è obbligato a starti accanto.



Un romanzo toccante, intimo, venato di tristezza e solitudine, dove l’amore porta quel raggio di sole che rende la vita, anche quella più angosciante, degna di essere vissuta.

Adam Petrazelli è un sedicenne che soffre di schizofrenia, un disturbo mentale che spinge a vedere cose e persone non reali ed a sentire voci che gli altri non avvertono. Una patologia terribile che gl’impedisce di condurre un’esistenza normale e condiziona anche il rapporto con l’amorevole madre ed il patrigno. Grazie ad un farmaco sperimentale, Adam sembra riuscire a tenere sotto controllo le sue allucinazioni e, pian piano, riacquista speranza nel futuro.

Iscritto ad una nuova scuola in cui nessuno sa del suo “problema”, il St.Agatha, un istituto  cattolico,  stringe  amicizia con Dwight, pallido e goffo, ma intelligente e di buon cuore, e con Maya, una ragazza filippina di cui finirà con l’innamorarsi, ricambiato. Ben presto, però, il suo fisico inizia a non rispondere più adeguatamente alla terapia, che viene gradualmente sospesa, inducendolo a compiere un atto sconsiderato che lo porterà dritto in ospedale. A quel punto, la verità viene a galla, verità che lui aveva tenuto nascosta a tutti, anche a Maya.



Non avrei mai voluto che tu sapessi perché non volevo che avessi paura di me.



Una storia forte, che affronta il tema di una malattia spesso non abbastanza conosciuta, i cui sintomi possono manifestarsi in vari modi e, anche se ad oggi una cura definitiva non c’è, sono a disposizione terapie promettenti. Con questo libro l’autrice mira a veicolare il fatto che non tutti coloro che ne sono affetti risultano soggetti violenti che rappresentano un pericolo concreto per gli altri. Semplicemente, a volte devono fare i conti con cose irreali, con una mente che non risponde ai loro comandi.



“Noi vediamo il mondo in modo diverso e ci facciamo regole nostre.”

“La nostra verità è diversa da quella di chiunque altro.”



Una vicenda che mastica un boccone amaro con insolita ironia e pacatezza, rendendo leggero e spesso addirittura spassoso un qualcosa che invece non lo è, ma che così trattato può venire maggiormente compreso ed accettato.

Adam è soltanto un adolescente che si ritrova ad affrontare un “mostro” insito in se stesso con una forza ed una determinazione ammirevoli. Invece di starsene in un angolo, lontano da tutti, a piangere e maledire il destino, sceglie di accogliere la malattia come una sua parte inscindibile e cerca di fare il possibile per curarsi, magari anche sbagliando, ma dimostrando una tenacia e una voglia di lottare che lasciano piacevolmente basiti.



Io non volevo essere pazzo. Nessuno vuole essere pazzo. Ma ora che so che cosa mi sta succedendo, ora che so che cosa avviene nella mia testa, non voglio pensare a com’è sapere di essere pazzo. E sapere che lo sa anche la tua famiglia.



Maya, la ragazza di cui s’invaghirà, è tutt’altro che una dolce fanciulla indifesa: è una tipa “tosta”, non molto socievole ed empatica, “è educata…..ma le importa veramente solo di una ristretta cerchia di amici. Se ti sceglie, è una specie di avvertimento. Non le piace perdere tempo”. Da subito scorge in Adam una sensibilità ed una gentilezza che il suo aspetto imponente cela ad uno sguardo superficiale. Comprende poi che c’è qualcosa che non va il lui, ma comunque gli resta al fianco, finché Adam stesso non la allontana.  Ma Maya non è disposta a farsi da parte: da fiera guerriera qual è, vuole prendere da sola le sue decisioni.



La vita non è giusta per nessuno. E chi ti dice che tocca a te decidere cosa sono in grado di affrontare?



Un piccolo capolavoro letterario scritto sotto forma di “diario allo psicoterapeuta” che celebra l’amore come cura, come supporto ed ancòra, un sentimento vero che non conosce paura ed incertezza anche dinanzi alla malattia mentale,  un sentimento pulito che rende meno oscuro e terrificante il baratro della pazzia. Perché in fondo ognuno è un po' folle a modo suo…



Non importa che nessun altro possa vedere ciò che vedo io. Il reale è soggettivo e ci sono un sacco di cose che non sono reali per tutti.



Consigliato a chi è aperto ad approfondire temi non facili ma di grande interesse!

lunedì 22 marzo 2021

Recensione: Il regno di rame - S.A. Chakraborty

 





Titolo: Il regno di rame
Autore: S.A. Chakraborty
Editore: Mondadori (2 marzo 2021)

Giudizio: 💗💗💗

La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell'abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo. Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l'intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.




Recensione

Rituffiamoci nel mondo caldo e colorato, esotico, dell’antico Egitto col secondo volume di La città d’ottone, Il regno di rame. A distanza di tanto tempo, ritornare nel mondo creato dalla Chakraborty è stato abbastanza faticoso: chi si ricordava tutti i cinquemila nomi di tutte le tribù presenti nel romanzo?

Come nel precedente, anche qui il romanzo è strutturato in tre punti di vista. Il primo è quello di Nahri, la nostra protagonista dai poteri magici che usa al fine di guarire la popolazione di  Daevabad, dove ormai è rimasta da sola coi suoi nemici. O meglio, col suo nemico: il re Ghassan, colui che governa il regno che in passato apparteneva alla tribù di Nahri e che, per controllarla, la obbliga a sposare suo figlio Muntadhir. Nahri, da brava truffatrice e bugiarda, accetta tutto ciò col fine di riuscire, prima o poi, a trovare quella falla che possa condannare Ghassan e liberare dalle ingiustizie tutti quei popoli che subiscono le sue angherie.

Il secondo punto di vista è quello del principe Alizayd, fratello minore di Muntadhir,  ormai esiliato via da Daevabad da suo padre, che non accetta le nuove “condizioni” di suo figlio. Dopo un feroce scontro a fine libro di La città di ottone, infatti, Alizayd era “rinato” con nuove capacità fuori dal normale, capacità che la sua famiglia vede come orrori e rinnega il ragazzo come mostro e traditore.

L’ultimo è quello di Dara, il guerriero centenario dal passato tormentato, che pensavamo fosse morto nel primo volume e invece *rullo di tamburi* no! Capace, adesso, di trasformarsi in un essere terribile e potentissimo, si appresta a tornare a Daevabad per uccidere il re Ghassan e tutti i suoi fedeli, e salvare la sua amata Nahri.

 

  

Cazzo. […] Sei proprio tu. Solo tu puoi ritornare dalla morte una seconda volta e dare immediatamente il via a un’altra stramaledetta guerra.

 

 

Anche in questo romanzo, l’autrice usa la tecnica del “salto temporale” per rendere la trama più “credibile”, ma sinceramente, come nell’altro volume, fa perdere tante piccole parti al lettore che poi non capiscono bene come alcuni rapporti siano evoluti. Ad esempio, quello tra Nahri e Muntadhir, dove avevamo lasciato il ragazzo che sembrava odiare, disprezzare, Nahri, e lo ritroviamo ora farfallone e quasi “adorante”. Stessa cosa era successa in La città di ottone, col rapporto tra Nahri e Dara.

Mi è molto piaciuta, invece, la caratterizzazione di Alizayd e il suo percorso verso l’accettazione della sua nuova vita. Da guerriero destinato a vivere al fianco del fratello, per proteggerlo e difenderlo, ora deve costruirsi una nuova vita partendo da zero, cercare di capire questi nuovi poteri che non desiderava affatto, e venire a patti con l’idea che quella che considerava la sua amata famiglia ormai lo vuole morto.

 

 

Non so come piegarti. […] Ti ho minacciato, ho ucciso i tuoi alleati shafit, ho bandito tua madre, ho lasciato che ti inseguissero gli assassini… e tu ancora mi sfidi.

 

 

Gli intrighi politici fanno da padrone all’intera narrazione, e sono la colonna portante di questa storia, rendendola affascinante e coinvolgente (una volta chiariti, nella propria mente, tutti i nomi delle popolazioni!).

Davvero noiosa e ridondante la parte di Dara, per quanto mi riguarda, sempre con gli stessi problemi e filosofia di vita, morali infinite e persone da uccidere. Purtroppo anche il personaggio di Nahri non mi convince, non riesco a entrarci in sintonia, per quanto mi piaccia il suo rapporto con Alizayd. Non lo capisco, ecco, è troppo fumosa, né carne né pesce.

Carino Muntadhir, con le sue battute ironiche, che regala quella parte LGBT alla storia; e da oscar il re Ghassan per la sua parte da “cattivo senza cuore”.

I colpi di scena… prevedibili e senza entusiasmo. Sinceramente speravo in qualcosa di molto di più, ma tutto sommato è stata comunque una storia abbastanza coinvolgente da spingermi a leggere il prossimo e ultimo capitolo. Incrociamo le dita! 


mercoledì 17 marzo 2021

Recensione: Al di là del mare - Paola Ruzzini

 





Titolo: Al di là del mare
Autore: Paola Ruzzini
Editore: Aletti (21 marzo 2017)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

È una storia completamente al femminile: vissuta, pensata e scritta da donne per donne e consigliata agli uomini. È la storia di una ragazza come tante altre la cui vita ha messo inaspettati ed altissimi ostacoli e freni da superare ma, come tutte le donne, un’energia, una forza nascosta a cui aggrapparsi è già nell'aria.





 Recensione


Niente finisce, tutto si trasforma in energia e si converte in qualcos’altro di speciale.



Un racconto dolceamaro di vita, di rinascita, di sboccio di un’anima ferita che riesce a trovare in sé la spinta per continuare a volare incontro ai sogni.

Sofia è una ragazza sarda quasi trentenne che ha dovuto affrontare un terribile lutto e, subito dopo, un intervento per l’asportazione di un nodulo al seno. Desiderosa d’indipendenza, abbandona il nido paterno per trasferirsi in un appartamento con altri coinquilini, svolgendo un lavoro da educatore che non la entusiasma. Una domenica come tante, seduta a riflettere su uno scoglio, scorge sul mare dinanzi il volto di Bea, studentessa universitaria spagnola conosciuta nella sua cittadina anni addietro, con cui vi era stata un’immediata attrazione. Convinta che non sia un caso, tramite i social la contatta e riprendono a sentirsi. Bea ha lasciato l’università cui era iscritta per seguire la sua passione per l’arte, ed è piena di idee e progetti per il futuro, al contrario di Sofia:



…preferivo non vivere e sprecare il tempo senza accorgermi che ero viva e tutto sommato stavo bene.



Più parlava con Bea, però, più le tornava la voglia di fare, l’impulso di guardare avanti con speranza. Complice un cortometraggio da girare insieme, Sofia decide di partire per Madrid per rincontrare finalmente l’amica, un viaggio che non andrà come preventivato, ma servirà a farle capire davvero sé stessa.



Mi resi conto che potevo andare incessantemente per chilometri, potevo fuggire su aerei, conoscere nuove persone e raccontare bugie, ma per quanto mi mascherassi il mio essere nero ero io: mi seguiva e viveva dentro, non potevo nasconderlo e ucciderlo, sapeva di suicidio. Non si uccide una parte di noi ma la si cura, ora mi era chiaro.



Sofia sceglie quindi di “ripartire” dai suoi desideri e dalle sue aspirazioni, in una nuova consapevolezza del mondo che la circonda.



Ora l’unica cosa da fare era di ripartire con la mia nuova vita, una vita fatta di parole, frasi, poesie, una vita piena di passione.



Una storia in apparenza semplice ma ricca di sfaccettature, un caleidoscopio puntato sull’animo umano e le sue svariate sfumature, uno spaccato esistenziale che fotografa la realtà giovanile in crisi d’identità, eppure allo stesso tempo anelante alla socializzazione, alla scoperta di culture diverse, all’emancipazione, al trovare il proprio posto nella società. Spesso infatti è proprio il confronto con gli altri a fornirci lo specchio per “vedere” realmente chi siamo e chi vorremmo diventare.



Lei era solo uno specchio parlante e diceva la verità.



Non è facile rialzarsi dopo aver preso una o più batoste dal destino, spesso è quasi impossibile, ma questo libricino ci rammenta che le donne hanno dentro di loro una forza straordinaria che le fa risorgere dalle ceneri più belle e grintose di prima. Perché chi ci sta vicino può aiutarci, ma la “spinta” al cambiamento deve venire da noi….



Per quanto avessi intrapreso un viaggio a caso e sino a quel momento sbagliato forse, ora, pur senza muovermi, qualcosa mutava, semplicemente lasciando alla mia anima la possibilità di utilizzare tutti i colori, e in un attimo avevo un arcobaleno dentro.



Consigliato alle donne per comprendere pienamente il loro valore!

 

lunedì 15 marzo 2021

Recensione: Mio al 99% - Sally Thorne

 




Titolo: Mio al 99%
Autore: Sally Thorne
Editore: HarperCollins (11 febbraio 2021)

Giudizio: 💗💗💗

Darcy Barrett ha trovato l'uomo dei suoi sogni a otto anni… e da allora ha dovuto accontentarsi di quel che passa il convento. Perché dopo aver condotto un'accurata indagine globale sugli uomini, può affermare con cognizione di causa che nessuno regge il confronto con Tom Valeska, il cui unico difetto è essere il miglior amico del suo gemello, Jamie… oltre a non averle mai dedicato più dell'1% della sua attenzione, ovviamente.
Tutto a un tratto, però, possedere solo quella minima del cuore di Tom a Darcy non basta più. Questa volta le cose cambieranno: questa volta Tom Valeska sarà suo al 99%.




Recensione

 

Forse non è una bolla di sapone ma una mongolfiera di seta che riempie la stanza. È tutta colorata e può portarci in molti posti, ma basta una sola cucitura allentata e tutto può finire.

 

 

Divertente, ironica, leggera, emozionante: se cerchi una storia con questi ingredienti, Mio al 99% fa al caso tuo!

La storia ci è narrata dal punto di vista di Darcy, un’anima libera e senza limiti, una ragazza che ha viaggiato per quasi tutta la vita in giro per il mondo completamente da sola, affamata di avventure e sfuggente alle responsabilità. Ormai, però, ha trent’anni, un lavoro precario come barista e la casa di sua nonna, in eredità con suo fratello gemello, da gestire. Questa casa sarà proprio il fulcro della narrazione: a causa sua Darcy e suo fratello Jamie non si parlano più. Lei non vorrebbe venderla assolutamente, nonostante l’abitazione stia andando letteralmente a pezzi per la vecchiaia. Suo fratello, al contrario, dall’animo affaristico, vorrebbe sbarazzarsene e ricavarne al più presto quanto più denaro possibile.

Darcy e Jamie sono due persone totalmente agli antipodi, il giorno e la notte. Jamie è affascinante, bello, magnetico, un uomo di successo. Darcy è un maschiaccio, la “pecora nera” della famiglia, ribelle e inaffidabile. I due sono costantemente in conflitto per superare l’altro, e a vincere sembra sia sempre Jamie, tanto che fin da bambina Darcy soffre nel non riuscire ad ottenere qualcosa/o qualcuno che sia completamente suo al 100%.

A far pendere l’ago della bilancia verso suo fratello, adesso, saranno nientedimeno che le ultime volontà di sua nonna, che aveva specificatamente richiesto che il cottage fosse restaurato e rivenduto alla sua morte. Entra così in gioco Tom Valeska, amico d’infanzia dei gemelli Barrett, ed esperto nel campo edilizio. Tom, per amore verso i due fratelli, decide di rischiare e mettersi addirittura in proprio, così da poter dedicare il massimo delle sue forze e del suo tempo nel riportare allo splendore la casa di nonna Loretta.

Tom nutre verso la loro famiglia una sorta di “debito”: se lui è cresciuto in un ambiente mediocre e con poche possibilità, Darcy e Jamie hanno avuto invece una vita agiata, tanto da potersi “permettere” di “adottare” Tom e coinvolgerlo in tutte le loro vacanze, cene, pranzi, giochi.

I due gemelli Barrett non hanno mai fatto caso alle differenze tra loro e Tom, e anzi lo hanno sempre trattato come “loro proprietà”, un amico affidabile su cui contare e di cui contendersi costantemente le attenzioni. A vincere, come al solito,  era Jamie, in quanto Darcy soffre di un problema al cuore che le impedisce e le impediva di partecipare a molteplici attività, e per questo  era spesso relegata in casa mentre Tom e Jamie andavano a divertirsi.

Per i gemelli Barrett, Tom è il ragazzo perfetto. Quello che mai e poi mai potrebbe deluderli. Per questo sono entrambi d’accordo nell’affidargli il cottage, ma Darcy s’impone di aiutarlo nei lavori per monitorare che tutto sia fatto nel modo giusto, ovvero non stravolgendo quello che è lo stile, un po’ antiquato, della casa.

Darcy ama Tom da quando ne ha memoria: è così ossessionata da lui che è impossibile da nascondere. Ci sono battute, allusioni, provocazioni in ogni pagina. È stra-evidente che, per quanto faccia la dura che non ha alcuna intenzione di sistemarsi, per Tom Darcy metterebbe l’abito nuziale anche il giorno dopo. Ed è ancora più evidente che anche Tom la desideri… Eppure ci mettono un libro intero per combinare qualcosa! Da una parte è stato divertente, perché comunque l’autrice ha creato una protagonista frizzantina ed energica, irriverente con le sue battute, ironica nel saper accettare tutti i “pali” che Tom le dà in continuazione. Dall’altra un po’ snervante, troppo lenta in alcuni punti, troppo scontata.

Non ho ben capito il personaggio di Tom, e il perché di molte sue scelte e azioni. Né la famiglia, teoricamente amorevole di Darcy, che pare quasi scordarsi di lei in tanti momenti, nonostante la ragazza, come abbiamo già detto, soffra di un grave problema al cuore.

Mio al 99% è stato, tutto sommato, un libro che mi ha intrattenuto e strappato più di un sorriso. Inizialmente ero abbastanza scettica verso Darcy e i suoi comportamenti, ma poi ho imparato a capirla e apprezzarla, mi ha fatto tenerezza e mi ha coinvolto nella sua storia.

 

 

Sei spaventata a morte perché una persona come te ama una volta sola. E tu mi ami.

 

 

Tom, ribadisco, non l’ho inquadrato bene, ma il suo rapporto con Darcy riesce a trasmettere emozioni positive, facendo tifare il lettore per loro!

Una lettura leggera consigliata a chi vuole farsi due risate piccantine, un bel viaggio nell’introspezione della protagonista, e faticare per arrivare al lieto fine!


giovedì 11 marzo 2021

Recensione: Cronache di un Mesotes. La guerra del Portatore - Alberto Grandi

 





Titolo: Cronache di un Mesotes. La guerra del Portatore
Autore: Alberto Grandi
Editore: Bookabook (24 settembre 2020)

Giudizio: 💗💗💗💗

Il Portatore, colui che crea la vita e distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, sta guidando l'avanzata di un esercito di creature oscure che minaccia gli equilibri dell'intero universo. Fortunatamente, però, alcune specie aliene hanno deciso di stipulare un'alleanza per fronteggiarlo e quattro Umani sono stati scelti per unirsi alle loro schiere di soldati: tra questi c'è Leon, un ragazzo appassionato di arti marziali e filosofia, con un passato misterioso alle spalle e un futuro ancor più incerto all'orizzonte. Basteranno il suo coraggio e la misteriosa spada Azrael per permettergli di sopravvivere a pianeti sconosciuti, missioni diplomatiche e combattimenti all'ultimo sangue?




Recensione


Cogli il vero te stesso e, quando avrai capito chi sei, migliorati, per poi parlare al mondo con le tue gesta.



Un libro singolare, che mescola fantascienza e filosofia in maniera originale e ben strutturata, dando largo spazio all’introspezione e alla maturazione del protagonista.

Leon è un ragazzo del Nord Italia che si ritrova a prendere parte ad una guerra interplanetaria contro il Portatore, colui che è in grado di generare vita, una figura che mira a conquistare Mondi distruggendo tutti gli esseri viventi che vi abitano grazie al suo esercito, i Creati. Per sconfiggerlo, le razze più evolute dell’Universo si uniscono e reclutano anche alcuni terrestri, tra cui Leon. Ma che apporto può dare un semplice Umano contro forze molto più potenti?



Il vero antagonista della tua storia è il mostro dentro di te, non quello là fuori.



Un racconto avveniristico, ricco di personaggi diversi uniti per un fine comune, che conducono Leon in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, tra morte, disperazione, speranza e amicizia. Dal duro addestramento con la Cheimatos Kirene, un’amazzone alta più di due metri piena di muscoli, distaccata e fredda, al legame con Helen, altra Cheimatos da cui si sente immediatamente attratto, passando per la conoscenza della dea Atena e la “fratellanza” con il Ropodarth 13 09, Leon entrerà in crisi e prenderà coscienza di chi è davvero, identità sempre abilmente nascosta dietro studiate maschere.



Ho cercato di imparare a nascondere tutto dietro a svariate maschere, così da apparire adeguato alla società in cui vivevo e alla situazione. Maschere che mi hanno reso la persona che appaio ma, probabilmente, non quella che potrei essere. [….] Devo accettare quello che sono e da lì partire per migliorarmi.



Una storia affascinante e coinvolgente, piena di colpi di scena e azione, che mette ben in evidenza come per la propria libertà si sia disposti ad allearsi anche con chi è diverso e magari malvisto. Un percorso di maturazione e crescita interiore che spinge a capire che .. "cerchiamo sempre di migliorare gli altri, quando in realtà siamo noi a dover cambiare e a migliorarci.”

Una lettura piacevole e stimolante, che ci rende partecipi dei dilemmi morali di Leon e dei motivi delle sue scelte, delle sue paure e delle sue emozioni, fino alle conclusioni cui pare giungere.

L’unica pecca che ho riscontrato è l’aver lasciato molte cose in sospeso e non averle spiegate chiaramente, cosa cui credo l’autore rimedierà nel volume o nei volumi successivi.

Consigliato a chi ama il genere fantascientifico e non disdegna d’indulgere in pensieri riflessivi!



La paura è un’illusione. Finché non ti alzi e ti trasformi nel padrone del tuo essere, e diventi più grande di lei, resterai schiavo della paura per tutta la vita. Non importa dove vai o con chi sei, essa sarà sempre con te. Per vincerla devi affrontarla, perché non c’è luogo dove nasconderla.