Sei diversa dagli altri. Hai detto di avere una vita variopinta e hai
ragione… tu stessa lo sei. Sei ogni singolo colore.
Inizio questa recensione col dire che ero davvero, ma
davvero molto in dubbio sul se
iniziare la lettura di questo libro. Rebecca Donovan è una vecchia conoscenza,
grazie alla trilogia Una ragione per
amare/vivere/restare, e, sinceramente, non è stata, almeno per me, una
bella conoscenza.
Mi ricordavo questo stile estremizzante, angosciante, dove alla
protagonista capitavano sempre le peggio disgrazie ed era, puntualmente, amata
da qualsiasi essere maschile. La classica storia young adult, insomma, dove la nostra lei è bellissima ma non lo sa
e tutti le cadono ai piedi. E che puntualmente arriva sempre il bel principe
azzurro a salvarla da tutte le sue sciagure!
Comunque, questo è un periodo di magra e come si suol dire: in tempi di guerra non si butta niente.
Piccoli segreti
proibiti non sembrava così terrificante dalla trama e quindi, mi sono
detta, perché no?
Bhe, ad oggi vorrei dire alla me del passato che era molto
meglio no, mi sarei risparmiata un
bel mal di testa!
Sorprendentemente, però, voglio iniziare a parlare dei pro di questo libro, perché all’inizio
mi aveva quasi convinto. C’è questa protagonista, Lana, che si trova nei guai
per aver partecipato ad una rapina a mano armata ed essere stata accusata di
aver spinto giù dalle scale una ragazza che adesso è in coma. C’è un ragazzo
misterioso, Vic, che sembra essere l’artefice di tutto, ma per qualche ragione
Lana non ne vuole parlare e quindi di conseguenza si prende tutta la colpa da
sola. Invece di finire in riformatorio, però, viene mandata in una “scuola
speciale”, ossia la Blackwoos School, nel Vermont, dove vengono spediti tutti i
figli dell’élite che hanno problemi con la legge o le droghe o hanno
semplicemente dei disturbi vari.
Lana però non fa parte dell’élite, in quanto proviene dai
bassifondi. Quindi, cari lettori, già qui abbiamo il nostro primo rompicapo: chi
sta pagando la retta salatissima di Lana alla Blackwoos?
La scuola ci si presenta come una specie di carcere di
massima sicurezza: gli alunni non possono avere un proprio telefono personale,
ma soltanto quello fornito dalla preside, un modello speciale in cui possono
ricevere chiamate solo da due numeri approvati (nel caso di Lana, ad esempio,
solo dalla madre e dall’avvocato) e su cui è installato un GPS con cui ogni
studente è costantemente monitorato. C’è il coprifuoco, fatto rispettare da
guardie descritte come ex militari che si aggirano fuori dall’edificio dei dormitori;
e c’è addirittura un cortile fatto a labirinto da dover affrontare per andare a
lezione o nella sala mensa. In più, quando non si studia, gli alunni devono
lavorare gratuitamente nel Tennis Club della zona.
Insomma, fin qui l’ambientazione
sembrava molto interessante. Non la classica scuola-youngadult in cui si pensa solo ad amoreggiare e far festa, giusto?
No, ragazzi, no. La Donovan è stata capace di riuscire anche in questa impresa
impossibile. Altro che scuola super severa di massima sicurezza! Lana e
tutti i protagonisti ricconi che ci verranno presentati, stanno ogni cinque
secondi (e non sto scherzando) a far festa, a scappare di nascosto, a far
festa, a drogarsi, a ubriacarsi e a far festa! E quando la nostra eroina viene
finalmente beccata in flagrante, sapete cosa succede? Non viene messa in
punizione, ma ha “l’obbligo di essere sempre accompagnata da uno degli studenti
quando va alle feste”. Ma. Stiamo. Scherzando, Rebecca Donovan???!!!
E questa doveva essere la terribile realtà alternativa al
riformatorio, perché ricordiamo ancora una volta che Lana, per legge, è ancora
accusata di rapina a mano armata e potenziale quasi-omicidio!
I pro come avrete
potuto capire sono belli che finiti, perché da ora inizia un mal di testa
e-s-a-g-e-r-a-t-o.
La Donovan ha farcito
Piccoli segreti proibiti di un
miliardo di personaggi che dopo un po’ non capisci più chi sia uno e chi sia l’altro,
sai solo che tutti vogliono portarsi a letto Lana (ovviamente) e quindi potrebbero benissimo essere tutti la stessa
persona!
Infatti, ecco, è stata una bella sfida riuscire a capire a
chi sarebbe spettato il titolo di Co-protagonista!
Poi a un certo punto anche la Donovan deve essersi accorta
che c’era troppa carne sul forno-di-Lana e, verso metà romanzo, ne ha
sacrificato un pezzo per darlo alla sua nuova amica della Blackwoos, Ashton.
Non a caso, però, perché alla fine c’è un “colpo di scena” dove questo tizio
doveva per forza essere rimesso nella friendzone.
Lana ci viene
descritta come un personaggio cinico e assolutamente contro l’innamoramento,
che nella sua vita (ha meno di diciott’anni) ha usato uno stesso ragazzo di cui
non ricorda neppure bene la faccia, quando aveva voglia di combinare qualcosa. Eppure questo non ci risparmia dall’assistere
al suo colpo di fulmine col più bello del Vermont, ossia Grant, che al
contrario di lei è un bravissimo ragazzo, non beve, non si droga, ed è uno
studente modello. Certo, ovviamente per
mantenere un minimo di coerenza Lana, per due o tre pagine, cerca di
allontanare Grant, perché lei ha paura dell’amore, ma alla fine i suoi addominali
sono troppo belli per resistere.
Nel mentre di questi teatrini e festini, Lana riceve ogni
tanto dei messaggi criptici nella sua stanza, del tipo “Io so”, “Non ti fidare”,
cose senza senso, fino ad arrivare ad una fotografia che ritrae sua madre da
giovane insieme ad altre ragazze tutte incinte. E chi sono queste ragazze? ….Le mamme dei suoi spasimanti! E la
mamma di Vic. (il ragazzo terribile di cui si parla ogni tanto ma che non
compare manco per sbaglio perché è… in
vacanza. Sì, già…)
E qui, ecco il “colpo di scena” finale, in cui Lana pensa
che siano tutti fratelli o cugini. E lei che se li è quasi fatti tutti, bellissimo! Quindi nel prossimo
capitolo, si dovrà capire queste mamme cosa ci facevano tutte assieme, chi è il
padre, chi paga la retta di Lana, che fine avrà fatto Vic, che fine farà la
ragazza in coma… E quindi, a cosa è servito Piccoli
segreti proibiti? A niente, a leggere solo delle feste e arrivare a questo “colpo
di scena” per poter continuare col prossimo volume. Ah, e ad avere un
bellissimo mal di testa come regalo!
Fino a qualche settimana fa, non sapevo nemmeno esistessi. Ma quando ti
ho incontrata, è stato come se fossi sempre esistita nella mia vita. Come se
appartenessi alla mia quotidianità.