Mentre i templi e i luoghi di potere dei pagani vengono chiusi, un gruppo di senatori decide di opporre resistenza.
Approfittando dell’improvvisa morte di Valentiniano, il sovrano d’Occidente fantoccio di Costantinopoli, i congiurati prendono il potere a Roma ed ottengono il supporto del magister Arbogaste, che comanda le legioni della Gallia; al suo fianco c’è Flavio Eugenio, uomo di palazzo di fede cristiana, ma dalle posizioni tolleranti, che rappresenta l’ultima speranza nell’imminente guerra contro Teodosio, in un crescendo di intrighi che porterà i pagani a dare un’ultima battaglia per la libertà nella gelida valle del fiume Frigido.
..se
il mondo fosse una lunga ed eterna eclissi, non lotteresti per essere baciato
dal sole, anche un solo istante?
Emanuele
Rizzardi ci regala un altro romanzo storico appassionante e ben
scritto che, attraverso le memorie di tre personaggi, ci fa conoscere
un’epoca, quella del IV sec. d. C., in cui l’Impero Romano era ormai solo
l’ombra del superbo Regno che tutti conosciamo.
Diviso
in due parti, l’Occidente e l’Oriente, era dilaniato da lotte intestine ed
invasioni barbariche. Alla sua testa c’era l’Imperatore Teodosio I, stanziato a
Costantinopoli, che, dopo aver sedato la rivolta dell’usurpatore Magno Massimo,
pose sul trono d’Occidente il giovane Valentiniano II, però soltanto nominalmente,
in quanto era in realtà sotto la tutela del Magister Militum Arbogaste,
di razza germanica. Proprio quest’ultimo sarà uno dei protagonisti
principali del libro, col suo tentativo, alla morte di Valentiniano, di sfidare
Teodosio e le sue leggi volte a fare del Cristianesimo il solo culto
dell’Impero a scapito della Vera Fede negli dèi.
Sono pronto a contendere il trono perfino a Teodosio, se questo potrà dare speranza alla gente dell’Impero….Non starò immobile, in attesa che un altro fantoccio cristiano continui con i suoi scellerati massacri!
Col
favore dell’esercito e del Senato di Roma, delle città della Gallia prima e del
Settentrione poi, Arbogaste riesce a far nominare Augusto il Mastro della
Cancelleria e suo “fratello” Flavio Eugenio, uomo mite e colto,
cristiano tollerante, col quale abroga gli editti di Teodosio e riapre templi e
teatri chiusi. Tutto sembra andare per il meglio, fino alla battaglia finale
sul Frigido, dove, a causa di vili tradimenti, la sua impresa ha una fine
ingloriosa.
Nonostante
il valore, a volte non si può nulla contro dei nemici troppo superiori e così
fu per loro.
Un’impresa,
quella di Arbogaste, che mette in luce la frustrazione e l’insofferenza
dei pagani verso le persecuzioni cristiane, divenute uno strumento
importante per i giochi di potere e la sete di emergere. Un ultimo
disperato tentativo di riportare agli antichi fasti i culti divinatori, e
con essi i valori originari di Roma caput mundi, la sua grandezza ed
importanza che restano soltanto nei ricordi dei nostalgici. Ma a volte il
coraggio di pochi non è sufficiente contro intrighi, gelosie
e avidità…
In
pochi attimi, uno scontro che doveva essere una semplice marcia trionfale si
stava trasformando in una catastrofe.
Magistrale
e d’effetto l’inclusione della sacerdotessa gallica Brigantia nel
contesto degli eventi come parte attiva e voce narrante, per dare
un tocco di “romance” e per comprendere appieno le dinamiche
religiose dell’epoca. Lei ed Arbogaste diventano il simbolo della
rinascita pagana e della forza che dona la Fede, uno spiraglio di speranza
in mezzo alle tenebre della decadenza umana, parallela a quella
dell’Impero Romano.
Ciò
che è stato, può tornare…
Un
libro davvero interessante, fluido, capace di raccontare i fatti
con ingegno, ironia e leggerezza, malgrado le atrocità e
le nefandezze non manchino. Un viaggio nel passato per ricordare, e per
trarre lezioni per il futuro. Perché la Storia, l’insieme di documenti
antichi, non è soltanto una stesura di avvenimenti, ma anche un monito e
un esempio, per non far sì che la Verità non venga cancellata da menzogne…
La
nostra gente è dispersa e dissolta, ma non è la fine, non esiste questa parola
per la Verità…Ciò che è stato, può tornare… e i veri dèi torneranno. Un giorno,
forse non lontano…forse. Allora servirà un testo che racconti come sono andate
le cose, altrimenti avremo fra le dita solo la viscida propaganda cristiana.
Consigliato a tutti, conoscere le proprie radici è un modo per agire con maggior consapevolezza nel presente!