giovedì 25 febbraio 2021

Recensione: House of pain - Naike Ror

 





Titolo: House of Pain - American's Creed in love vol 2
Autore: Naike Ror
Data di pubblicazione: (26 gennaio 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Mi chiamo Emery Scott e sono il Presidente degli American’s Creed, la più antica confraternita studentesca di Yale. Frequento il dottorato in legge, amo le feste selvagge, il football e i dolci al cioccolato. 
Ho due amici che considero fratelli: Cruz Sanders, che tutti credono sia un cinico manipolatore, e Tyson Rogers, reputato il professore più stravagante dell’università. 
Anche su di me la gente ha un’opinione precisa: crede che io sia il tipico ragazzo ricco, viziato, che ama le avventure di una notte.
Nessuno, però, ha idea di quanto in realtà io mi senta solo. 
Terribilmente solo. 
Se solo Hanna Foster, la ragazza che mi piace, potesse capirmi… anche lei appare per quello che non è, ne sono sicuro. 
Peccato solo che lei mi consideri un maniaco, e ogni volta che tento un approccio, fugge via come se avesse incontrato il diavolo in persona. Non ho proprio una possibilità con Hanna, me ne rendo conto, ma come posso spiegare al mio cuore che deve smetterla di palpitare ogni volta che incrocio i suoi occhi?




Recensione

Naike Ror è, ormai, una certezza! Ricordo ancora quando l’ho scoperta, col suo libro Tutto il blu cheparla di noi, e mi era piaciuta, sì, ma non così tanto. Poi è arrivato House of Love, e da lì è stato puro amore! La Ror ha raggiunto un livello di scrittura che, secondo me, è davvero eccezionale; con una cura e ricercatezza per ogni particolare davvero eccelsa, una maturità nello sviluppare i caratteri dei vari personaggi, nel portare avanti la trama, stupefacente!

Le sue storie sono affascinanti, coinvolgenti, ironiche, emozionanti: vere. E la realtà è sempre la carta vincente.

House of Pain è il seguito di House of Love, ma con protagonisti differenti. Se nel primo libro avevamo Essie e Cruz, qui ci sono i loro due migliori amici, Hanna e Emery. Ma non è la solita serie dove è già tutto scontato, si sa che i due finiranno insieme, la combriccola di amici sarà tutta finalmente in love e tanti saluti… O meglio, in parte sì. Però il bello, la parte davvero interessante (come per gli altri romanzi della Ror) è la storia che racchiude ogni personaggio a sé, il proprio vissuto, e vedere come questo s’intreccia con quello degli altri, come può funzionare e trasformarsi in una storia d’amore.

Hanna è una sopravvissuta: da bambina è stata rapita, abusata e tenuta rinchiusa fino all’adolescenza da una famiglia squilibrata (a dir poco) da cui è riuscita a scappare per pura fortuna. E non da sola! Hanna ha un  figlio, concepito a soli tredici anni! Destino vuole che a salvarla ci sia stata Essie, una ragazza molto ricca e molto buona, che l’aiuta nel suo percorso di riabilitazione e a entrare ad Harvard, per ottenere finalmente quel futuro brillante che le stavano rubando, e poter avere l’affidamento totale di suo figlio.

Hanna ha tantissimi problemi e traumi psicologici, ovviamente, ma non è una vittima. È una guerriera fatta e finita, che punta dritta all’obiettivo come un treno merci in corsa. Non si ferma per compatirsi, per piangere sul suo passato terribile. La sua mente è del tutto occupata dal futuro, tanto che tutti i suoi sforzi sono concentrati nel riuscire ad ottenere la laurea nel minor tempo possibile.

Ed è così, finché la sua amica Essie non si fidanza con Cruz, e con lui arrivano anche i suoi compagni. In particolare, Emery, uno studente di Yale con un luminoso futuro da avvocato davanti a sé, che pare prendersi una cotta per Hanna quasi all’istante.

La bellezza di Hanna è sempre stata la sua rovina: da bambina, sua madre la obbligava a partecipare ai concorsi di bellezza, trascinandola da una gara all’altra per l’intero Paese. Questo voleva dire vivere in grande ristrettezza, avere un sacco di debiti e puntare tutto solo sull’eventuale vincita di Hanna, che era quindi sottoposta ad una grandissima pressione psicologica. Non poteva andare a scuola, non poteva avere un’amica… Doveva soltanto concentrarsi per essere bella. Ed è a causa di uno di questi debiti, che sua mamma la abbandona con una famiglia all’apparenza da Mulino Bianco, ma che si riveleranno i peggiori dei mostri.

Ragion per cui, ora, Hanna odia la sua bellezza. Cerca di apparire del tutto inosservata, dietro i suoi grandi occhiali e gli abiti sformati. E il fatto che Emery continui a guardarla le crea tantissimi problemi.

Emery, dal canto suo, non capisce cosa stia facendo di male per farsi tanto odiare da quella ragazza che con tutti gli altri è adorabile… Con un inizio non dei migliori, nasce così la storia dei nostri personaggi, piano e con tante incomprensioni, con mille ostacoli da affrontare, muri da abbattere e pregiudizi da dissipare.

Emery sembra il principe azzurro perfetto: gentile, amorevole, buono, ricco sfondato. Eppure anche lui racchiude dentro di sé tanti problemi irrisolti. È una persona che ha bisogno di essere amato, e questo, a volte, lo rende cieco nello scegliere di chi fidarsi, rischiando di far riemergere le sue fragilità e rispingerlo nel tunnel dell’obesità. Soffre il mal d’abbandono, e ha bisogno di continue attenzioni e certezze.

E chi se lo sarebbe aspettato, in una storia dove c’era già un personaggio che doveva essere “debole”?! E invece, paradossalmente, è Hanna quella “forte”, quella che ha saputo trasformare il suo vissuto in una corda a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti per raggiungere la vita e l’indipendenza, la libertà.

Nel romanzo abbiamo pochissime informazioni su questi anni che Hanna ha trascorso rinchiusa, abusata. Eppure, anche senza parole scritte, riusciamo ad avvertire il peso di quest’esperienza, la sofferenza e il dolore che la ragazza ha patito.

Una coppia dove nessuno è più dell’altro; entrambi sono la spalla e la roccia, il conforto e l’aiuto, la vittima e il salvatore.

Una favola moderna, dove abbandoniamo gli stereotipi di Principe e Principessa e ci ritroviamo invece due Eroi che, sotto l’armatura, hanno bisogno, come chiunque altro, di essere protetti a loro volta, di essere amati e accettati anche con tutti i loro difetti.

House of Pain poteva apparire come un romanzone drammatico e “pesante”, e invece risulta di una dolcezza disarmante, delicato, pieno d’amore, di risate, che emoziona e rapisce pagina dopo pagina, conquistando anche, sono certa, il cuore del più duro dei lettori!

 

 

Ti immagino accanto a me nel mio futuro, Hanna Foster; non importa dove, importa che ci sia tu.


martedì 23 febbraio 2021

Recensione: Il peggior amico di una ragazza - Tamara Balliana

 





Titolo: Il peggior amico di una ragazza
Autore: Tamara Balliana
Editore: Amazon Crossing (2 febbraio 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Un anello con un diamante enorme sepolto nella sabbia di un parco giochi: Julia non crede ai propri occhi quando se lo ritrova tra le mani. Eppure finora il destino non le ha riservato granché: famiglia disastrata, precarietà lavorativa, ristrettezze economiche, instabilità sentimentale. Certo, Julia ha anche le sue fantastiche amiche che la aiutano e la sostengono, oltre a prenderla in giro durante le serate a base di pettegolezzi e margarita. E ha la pittura, la sua più grande passione, che la fa volare via lontano da ogni preoccupazione. Che questo anello sia finalmente un bel colpo di fortuna? Purtroppo pare proprio di no, perché al ritrovamento segue subito un’inattesa quantità di disavventure, capaci di mettere in crisi anche una ragazza sveglia e affascinante come lei. E per di più c’è quel tizio dal sorriso gentile e lo sguardo magnetico. Julia se lo ritrova sempre davanti: pare proprio che il destino abbia deciso di metterlo sulla sua strada... un po’ come è successo con l’anello.




Recensione


Fino a qualche giorno fa, se qualcuno mi avesse detto che un oggetto poteva avere una missione, come quella di unire due persone, gli avrei riso in faccia. Ma adesso…



Avevo già avuto il piacere di conoscere Tamara Balliana col primo volume della serie del Bay Village Uno strano colpo di fulmine, e devo dire che anche stavolta non mi ha deluso! Con una scrittura fluente, leggera e ironica, dà vita ad un’altra storia appassionante e divertente, incentrata sul…. “destino”! Sì, se ci credete e non pensate che esistano le cosiddette coincidenze, allora dovete assolutamente leggere questo libro!

Protagonisti sono Julia e Matt, pittrice bohèmienne e casinista sempre in bolletta lei, avvocato stacanovista e moderno “principe azzurro” lui, due individui agli antipodi che finiranno per incrociare le loro strade a causa di un… anello di fidanzamento con un grosso diamante rosa!

Matt ha deciso di chiedere la mano della sua ragazza Kathleen, figlia del suo capo Charles Becker, con la quale convive, ma la sera della proposta, tornando a casa la scopre a letto con… il giardiniere (un classico!). Sconvolto e arrabbiato, dopo aver affogato il dispiacere nell’alcool con l’amico Noah, si ritrova in un parco giochi, dove, complice una “scommessa”, perderà l’anello. Julia lo troverà in un pomeriggio passato a far da babysitter ai figli dell’amica Libby, e da quel momento le disgrazie la perseguiteranno. Convinta che l’unico modo per uscire dalla spirale negativa sia disfarsi dell’anello maledetto, con l’aiuto dell’amica Zoey, scoprirà il nome del proprietario. Quando si incontrano, i due capiscono di essersi già incrociati diverse volte, e forse quell’anello non porta sfortuna come credono…



“Pensa che l’anello porti sfortuna?”

“Proprio così”

“E vorrebbe che mi riprendessi un oggetto che porta male?”



Una storia originale, magari scontata, ma che l’autrice riesce a rendere davvero intrigante e coinvolgente, a colpi di equivoci e fatalità, di risate e momenti di tensione, con contorno di azioni degne di un investigatore privato e sorprese all’insegna del romanticismo più dolce. Un romanzo che prende sin da subito e mantiene alta la curiosità grazie al filo conduttore di un oggetto particolare che tutte le donne amano e di sicuro non riterrebbero portatore di sventura. Possiamo dire che questo libro sia una rivisitazione della favola di Cenerentola, dove la scarpetta viene sostituita da un gioiello che porterà la “principessa povera” a trovare il suo “principe”!



Quello che mi è piaciuto di te è che sei unica, sei te stessa e lo accetti completamente.



Julia e Matt appartengono a mondi diversi, eppure sono più simili di quanto pensino: entrambi sono brave persone, oneste, leali, pronte ad aiutare il prossimo e che danno un valore immenso all’amicizia.

A causa di un’infanzia solitaria e al fatto di dover sempre correre in soccorso dei familiari nei guai con la legge, Julia non riesce a fidarsi completamente di un uomo, per cui predilige relazione brevi e senza complicazioni. Matt al contrario, non è tipo da avventure e non ha paura di impegnarsi. Per questo, quando incontra Julia, nel suo cuore sa già che lei non potrebbe mai essere un semplice flirt.



Quando immagino il mio futuro, ho lei accanto.



Consigliato ai romantici più sfegatati e a chi ha voglia di immergersi in una “favola” contemporanea!.


venerdì 19 febbraio 2021

Recensione: Crave - Tracy Wolff

 





Titolo: Crave
Autore: Tracy Wolff
Editore: Sperling & Kupfer (2 febbraio 2021)

Giudizio: 💗

In seguito alla morte improvvisa dei genitori, Grace è costretta a lasciare la sua amata San Diego e trasferirsi in Alaska, terra di cui non conosce praticamente nulla. Il primo impatto non è dei migliori: un atterraggio da panico su una pista ghiacciata e un viaggio rocambolesco a bordo di un gatto delle nevi, a temperature polari. Tuttavia, quando arriva alla Katmere Academy, la scuola esclusiva di cui suo zio è preside, la ragazza non può che rimanere a bocca aperta alla vista della sua nuova casa: un maestoso castello con le torri che svettano nel cielo nero. Ma l'incanto svanisce in fretta. Tempo un quarto d'ora e Jaxon Vega, il leader indiscusso della scuola, la minaccia e le intima di tornarsene da dove è venuta. Benché indignata e confusa dalle sue parole, Grace è affascinata da quel ragazzo misterioso, con il volto solcato da una cicatrice e gli occhi scuri che celano a stento una grande sofferenza. E decide di scoprirne ogni segreto. Più indaga, però, più si rende conto che Jaxon e i suoi compagni sono tutto fuorché comuni studenti e che alla Katmere Academy niente è come sembra. Quando il soprannaturale fa irruzione con prepotenza nella sua vita, Grace si aggrappa disperatamente all'unica cosa che considera reale: i sentimenti che prova per Jaxon. Saranno sufficienti a permetterle di sopravvivere in un mondo in cui i mostri esistono e non si nascondono sotto il letto?




Recensione

Finalmente, finalmente, finalmente! dopo tanta attesa… la Sperling & Kupfer ci regala un po’ di meritato trash per rallegrare questo 2021 abbastanza tetro!

Inizierei questa recensione con questa frase del libro: “Pensavi che i vampiri fossero bravi soltanto a mordere”? Perché ebbene sì, io ve lo dico, cari lettori, i vampiri sanno fare tante altre cose, ma proprio tante!  Preparate qualche snack, mettetevi comodi, che questa sarà una recensione stra-lunga, piena ma piena di spoiler e, per chi pensava di averle già lette di tutti i colori con la cara Kiera Cass… bhe, non è così!

Crave si presenta con una bella copertina alla Twilight, omaggio che sarà presente anche per buona parte del libro. La protagonista, infatti, è una ragazza californiana di nome Grace, a cui sono da poco morti i genitori in un terribile incidente d’auto e che si appresta a trasferirsi in Alaska, dal suo unico parente in vita: lo zio Finn, che gestisce una misteriosa e prestigiosa Accademia, la Katmere Academy. Talmente misteriosa che non compare neppure su Google Maps. Già prima di arrivare all’istituto, Grace inizia a soffrire la neve e il freddo (alias: Bella di Twilight che soffre la pioggia e il verde di Forks) e se ne lamenterà da pagina 1 a pagina 450.

Neanche il tempo di arrivare in Accademia, gentilmente accompagnata da sua cugina Macy, che Grace s’imbatte in Jaxon Vega: un pazzo che inizia a minacciarla dal niente di andarsene dall’Alaska (vi giuro, succede davvero così!) altrimenti sarebbe stata mangiata e  Grace, invece di prenderlo per uno svitato mentale, resta interdetta dalla sua bellezza mozzafiato, innamorandosene immediatamente. Così perdutamente che, invece di pensare alla recente perdita degli amati genitori, o sentirsi disorientata per la sua nuova “casa”, quella sera non riesce a dormire perché ossessionata dal ragazzo.

 

 

Non è l’Alaska a tenermi sveglia. È lui. Jaxon Vega.

 

 

Insomma, è già partita completamente con la brocca per lui dopo due minacce insensate che le ha fatto,  desiderosa soltanto di saltargli addosso alla prima occasione buona. Visto che proprio non riesce a prendere sonno, nonostante teoricamente “soffri il mal di montagna” e “non riesce neppure a respirare bene”, decide che sia un’ottima idea andare in giro a visitare il castello (perché ovviamente la Katmere Academy è un palazzone maestoso e oscuro), con l’unica illuminazione del suo telefonino. E volete che non si imbatta in due ragazzi che vogliono farle del male? E che non arrivi proprio il nostro eroe Jaxon Vega a salvarla? Il quale non perde occasione per ribadirle di andarsene via da lì e… succhiarle il pollice. Ebbene sì, perché non si sa come la cara Grace si è accidentalmente ferita, e il fatto che uno sconosciuto le succhi il dito sporco di sangue per aiutarla, non le pare per niente strano, anzi, ne impazzisce ancora di più!

 

 

È la cosa più sexy che abbia mai visto, e non so neppure perché. Cioè, non dovrebbe darmi i brividi?

 


Il pollice, però, non è l’unica cosa che piace succhiare a Jaxon. Il giorno dopo, infatti, Macy organizza una festa di benvenuto per Grace (anche se nessuno la calcolerà minimamente) nella quale Jaxon la omaggia con una bella scenetta teatrale in cui si mette a mordere e giocare con una fragola, non sapendo che gli ormoni di Grace stanno già ballando la macarena per lui dal primo istante, senza bisogno di questi extra, e la ragazza ha la testa piena di “premere forte il mio corpo contro il suo”, “mi sembra quasi di sentirlo, di assaporarlo”.

E se Grace vi pare imbarazzante, aspettate la fine della recensione, perché Jaxon si rivelerà ancora più imbarazzante: ve lo assicuro, tenete bene a mente questa scena della fragola perché tra poco vi svelo un particolare SHOCK!

Come ci insegna il vecchio Twilight, in una buona storia d’amore non ci può essere solo un belloccio che gioca per il cuore della protagonista e quindi l’autrice ci introduce anche Flint, un tipo molto meno psicopatico e molto più amichevole di Jaxon, che la invita, il giorno dopo ancora, a partecipare ad una battaglia di palle di neve.

 

 

“Una battaglia di palle di neve? Non credo sia il caso.”

“Perché no?”

“Perché non so neppure come si fa una palla di neve, per non parlare poi di lanciarla.”

 

 

Strano che su Youtube non si trovi un tutorial su come fare una palla di neve, effettivamente, vero? Fortunatamente la nostra Grace riesce però a trovare su Google “come vestirsi in Alaska” e si lascia convincere da Macy e Flint ad andare alla battaglia. Cosa mai può andare storto? Bhe, il ramo su cui Grace si  arrampica per giocare si spezza e la ragazza si storce una caviglia cadendo. Immediatamente arriva Jaxon a portarla come una sposina in camera, premurandosi di metterla a letto e, la cugina Macy, che il giorno prima le aveva detto di stare alla larga da Jaxon perché “un tipo pericoloso”, condividendo lo stesso DNA di Grace, si scioglie come un budino anche lei di fronte al fascino irresistibile del ragazzo.

 

 

 

Lui le sorride in segno di ringraziamento. E lì lei si blocca. Si blocca a metà di un passo restando con un piede sollevato.

 

A quell’elogio, Macy si illumina tutta e io devo fare uno sforzo per non prenderla in giro.

 

 

Grace che “prende in giro” la cugina, quando lei stessa per prima non riesce neppure a respirare o aprire bocca senza sbavare, in presenza di Jaxon, si commenta da sola. Macy, almeno, ci aiuta a sottolineare il quadro generale della storia con molta precisione:

 

 

“E quale sarebbe di preciso il quadro complessivo?” le chiedo.

“Che i due ragazzi più popolari della scuola sono ossessionati da te”

 

 

Non potendo andare a lezione per via della caviglia, Grace è costretta a letto ma! a farle compagnia ci pensa Jaxon che le invia un messaggio sul telefono. E qui parte una conversazione non imbarazzante, di più, dove Grace inizia a scrivergli indovinelli tipo “Lo sai come si sposta un polpo al buio?” che direi di lasciar perdere… Il caro Jaxon, nonostante dovesse essere un personaggio duro e minaccioso, che, come lui stesso ci tiene più volte a sottolineare, non è affatto gentile, le fa recapitare in camera una colazione sorprendentemente grassa e calorica, regalandole addirittura una copia di Twilight stesso (stendiamo un velo pietoso) per sottolinearle la frase “Ho detto che sarebbe meglio che non diventassimo amici, non che non voglio”. Ci rendiamo conto che sono passati TRE GIORNI? In tre giorni questo tizio la minaccia, le dice di andarsene, poi le fa i regalini, la salva, le dice che vorrebbe frequentarla ma “sarebbe meglio che non diventassimo amici”. Almeno Edward in Twilight tutti questi complessi li ha elaborati in settimane, non dopo cinque secondi!

Come il buon Edward, dopo averle fatto avere questo messaggio enigmatico, la mattina dopo a mensa si siede al tavolo con lei per fare colazione (ovviamente sedendosi da vero duro tamarro, mica come una persona normale: “Prende una sedia e la gira in modo da sedersi con la spalliera davanti e un gomito appoggiato sopra con noncuranza.”) e la accompagna addirittura a lezione! La classe è ancora vuota quando arrivano, e in realtà lo resta in modo inquietante per parecchio tempo finché Grace non realizza che insegnante e compagni sono lì che aspettano fuori dalla porta mentre lei e Jaxon amoreggiano tra i bianchi.

 

 

“Stanno aspettando che mi sieda o me ne vada, Grace. Quando avrò fatto l’una o l’altra cosa, entreranno anche loro.”

 

 

E Grace secondo voi si fa due domande su questa cosa? No! Non si chiede perché un’insegnante dovrebbe aspettare i comodi di Jaxon Vega! No, lei pensa solo e soltanto:

 

 

Se mai le sue labbra dovessero sfiorare le mie, rischierei di scoppiare. Di bruciare lì dove mi trovo. All’improvviso, senza la possibilità di impedirlo. Soltanto un tocco della sua mano sulla mia e puf! sarei finita.

 

 

Tuttavia, e vi sottolineo che Crave è scritto in prima persona, Grace ci sorprende tutti con una teoria uscita fuori all’improvviso ma che lei assicura stava già pensando da parecchio (dove?) che possa spiegare tutti questi comportamenti ambigui di Jaxon.

 

 

“Sei un alieno?”

[…] “Bè, allora vediamo di ricapitolare. Visto che: uno, sono la persona più sexy del mondo” e lo dice sogghignando, “due, tutti si prostrano ai miei piedi… e tre, spesso non sento freddo, tu hai deciso che sono un alieno.”

 

 

Qualsiasi teoria però viene in fretta dimenticata, eclissata (come al solito) dalla bellezza del ragazzo.

 

 

Sono abbagliata, ipnotizzata, incantata. Non riesco a pensare che a lui. Non vedo altro che lui. Non sento altro che lui.

 

 

Grace, da vera protagonista di un romanzo Fantasy Young Adult, attira disgrazie come il miele con le api e, dopo un ennesimo incidente dove si ferisce al collo e finisce in infermeria, scopre due buchi sulla sua pelle che possono solo e soltanto essere un morso… di vampiro! Come direbbe Belen: OMMEODEOH! Chiede spiegazioni a sua cugina Macy che, tranquillamente, le rivela che sì, i vampiri esistono! Così come le streghe, i licantropi… e i draghi (draghi!) come Flint. E la prima domanda di Grace, quando appura che Jaxon è, quindi, un vampiro, è: “È  questo il motivo per cui può uscire senza giacca.” Eh già! Grace digerisce molto bene la notizia che al mondo esistano mostri, che il ragazzo per cui sbava è un essere mitologico, e non si chiede assolutamente niente: né come si nutre il ragazzo, né se è velenoso, né come ci creano vampiri.. Niente di tutto ciò. Tanto che quando suo zio la chiama nel suo ufficio per parlarne, lei riesce addirittura già a scherzare sulla cosa:

 

 

“Quello che voglio dire è che Jaxon è diverso da qualunque altro ragazzo tu abbia mai conosciuto.”

“Be’, è ovvio.” Mimo le zanne come ho già fatto con Macy, e anche lo zio si mette a ridere.

 

 

Poi ecco che lo zio sgancia la bomba: Jaxon è nato vampiro. I vampiri, qui in Crave, nascono. Come un qualsiasi umano. Però mica tutti i vampiri sono in grado di generare figli, non scherziamo! Soltanto sei famiglie vampiresche, quelle più potenti, possono farlo. Anche se ci possono essere delle rare eccezioni.

Durante quest’interessante conversazione, ecco che finalmente Grace si pone due domande importanti: quanti anni abbia Jaxon (e cito testualmente “Sono prontissima ad accettare la questione del vampiro, e allora perché l’idea che sia vecchio mi dà così i brividi?”) e se lui e gli altri vampiri vanno in giro ad ammazzare persone. Ma lo zio Finn non risponde a nessuna delle due domande, da bravo preside.

 

 

“Non è mia abitudine parlare di uno studente con un altro studente.”

 

 

Certo, meglio lasciare che tua nipote continui ad essere ignorante su queste cose e continui a frequentare in modo ingenuo un vampiro assetato di sangue.

Jaxon e Grace si vivono finalmente la loro storia d’amore (in neanche una settimana dal loro primo incontro), e il vampiro è libero di mostrarle finalmente tutti i suoi poteri (POTERI, avete letto bene! Ve l’avevo detto, questo è un romanzo zeppo di sorprese!): come far spuntare fiori dal nulla, volare come un uccellino, far scoppiare terribili terremoti,  la telecinesi. Che proprio Edward Cullen spostateh!

Purtroppo però, le sciagure di Grace non cessano di continuare. Gli attentati alla sua vita si susseguono, e Jaxon riesce a individuare uno dei “cattivi”, punendolo con un bel morso al collo, davanti ad una Grace che guarda tutto con la stessa passione di un bambino davanti ad un notiziario.

 

 

In fin dei conti è un vampiro. Mordere il collo della gente e berne il sangue è praticamente il suo mestiere, giusto?

 

 

Per aggiungere altro pepe alla trama, si scopre che Jaxon è un principe! e aveva un fratello, Hudson, che ha ucciso perché malvagio e voleva dichiarare guerra a tutte le altre specie. Più di cinquecento anni fa. CINQUECENTO ANNI! Quindi qualcuno mi spiega, gentilmente, perché un vampiro di più di cinquecento anni, nobile, dovrebbe frequentare un’Accademia? L’autrice ci sottolinea in più pagine che Jaxon segue normalmente le lezioni, fa le verifiche e i test d’algebra come un qualsiasi studente…  In Twilight c’era un senso nei vampiri che andavano a scuola, ed era quello che, la famiglia Cullen, spostandosi di città in città ogni tot d’anni era obbligata a mettere su una sorta di recita per non farsi scoprire dagli umani del posto. Qui no! Capite! Qui stiamo parlando di un’Accademia di mostri, dove di umano non c’è nessuno!

Ma le assurdità non finiscono, come le sciagure di Grace. La ragazza scopre infatti che i vampiri non possono entrare in una stanza senza invito e neanche guardarsi allo specchio.

 

 

“È vero che i vampiri non possono guardarsi allo specchio.”

“Sì, è vero.”

“Ma com’è possibile? Nel senso, come fate a sapere che aspetto avete?”

Solleva il cellulare. “Mai sentito parlare dei selfie?”

 

 

Quindi un vampiro non può specchiarsi, ma vedersi al telefono sì.

Passiamo ad un altro cattivone della storia: la vampira Lia, nonché ex di Hudson. Anche lei è un’allieva di quest’Accademia di Pazzi, e ha come piano quello di vendicare il suo amore, prendendosela giustamente con Jaxon, che l’ha fatto fuori. Lia inizialmente si finge amica di Grace, e anche Jaxon non sembra mai dubitare di lei, tanto che accetta la sua offerta di riconciliazione, ovvero un the che Lia prepara apposta per lui. Perché sì, i vampiri possono bere the in quanto possono bere acqua, ma nient’altro. E vi ricordate la scena della fragola?

 

 

Oh, be’, è stato solo per fare scena. Ho avuto mal di stomaco per il resto della notte.

 

 

Non voglio commentare…

Ritorniamo a Lia. Lei gli regala questo the, e Jaxon tutto contento lo prepara durante l’appuntamento con Grace. E udite! udite! il the era avvelenato! Jaxon impazzisce e si attacca al collo di Grace, rischiando di ucciderla. In un momento di lucidità si stacca e le intima di fuggire via. Cioè, questa poveraccia non riesce manco a reggersi in piedi, le restano giusto due grammi di sangue, e deve andarsene lei, mentre il potente vampiro che sa addirittura volare deve restarsene comodo nella stanza? Ma tutto bene?

 

 

Uso ogni briciolo di energia che ho per arrivare alle scale, ma ce la faccio. Scendi carponi, se devi, urla la voce dentro di me. Fai tutto quello che è necessario.

 

 

E chi trova sulla sua strada, Grace? Ma ovviamente Lia, che la stava giusto aspettando per trascinarla nelle segrete e sacrificarla in un rituale volto a riportare Hudson in vita.

Qui parte tutto un pippone in cui tutti iniziano a menarsele: Flint, versione drago, piomba in scena per fermare Lia e uccidere Grace (eh già, altro che grande amore) così che la ragazza non possa mai essere usata per richiamare Hudson. Poi arriva Jaxon… Una caciara infinita, che finisce con Lia morta e lo spirito nero di Hudson in giro per l’Accademia. E l’unica cosa degna di nota che vorrei sottolineare è la trasformazione in drago di Flint che, quando torna umano, ha ancora i vestiti addosso, tipo Sailor Moon, le Winx, e altre splendide eroine.

Ma il vero colpo di scena arriva alla fine, quando per salvare Jaxon da Hudson, Grace… si trasforma in un gargoyle!

 

Rendiamo un piccolo omaggio anche ai meravigliosi titoli che Tracy Wolff ha dedicato ad ogni capitolo, ve ne lascio giusto qualcuno:

  • -          Che cos’hanno in comune il rosa shocking e Harry Styles?
  • -          Niente dice “mi piaci” quanto una zanna alla gola.
  • -          Ho sempre saputo che tra noi c’era un fuoco, solo non sapevo che fosse il tuo respiro.
  • -          È un paletto di legno quello che hai in tasca o sei solo felice di vedermi?

 

martedì 16 febbraio 2021

Recensione: Ragazzo, uomo e nemo - Damiano Dario Ghiglino

 







Titolo: Ragazzo, uomo e nemo
Autore: Damiano Dario Ghiglino
Data di pubblicazione: 21 dicembre 2020

Giudizio: 💗💗💗💗💗

Un ragazzo cammina portando con sé una valigia lungo le strade innevate di una città tedesca. Non sa da dove viene, né dove sta andando. Sa solo che si è lasciato il passato alle spalle perché è gay, è diverso.
Sarà così che Eric intraprenderà un lungo viaggio alla scoperta di sé rivelando, tra incontri inaspettati e interrogativi senza risposta, l’essenza di una vita che è tutte le vite.
Un romanzo cosmopolita, visionario, oscuro ma anche luminoso, sulla ricerca dell’identità attraverso le molteplici tappe dell’esistenza umana.




Recensione

La sofferenza è ciò che ci rende diversi gli uni dagli altri.



Un ragazzo in viaggio alla scoperta di sé stesso che si ritroverà a vivere mille esperienze e al contempo a fare i conti con il passato.

Eric Paterniti, ormai conscio della sua omosessualità, a diciotto anni, lascia Casal Torrente, il suo paesello natale, per recarsi in Germania da Thorsten, venticinquenne conosciuto su Internet. Da lì prende inizio un lungo peregrinare attraverso l’Europa e fino in Ucraina, che lo porterà a contatto con persone diverse destinate a lasciargli qualcosa per riportarlo, più consapevole o forse più confuso di prima, al luogo d’origine.



Eric aveva scelto di andare via dodici anni prima. Si era svestito di casa, famiglia e villaggio e aveva indossato una seconda pelle. Chi era la persona che era tornata? Non lo sapeva neppure lui.



Un diario di un’anima in cerca del suo posto, di una stabilità che non trova, preda dell’inconscio desiderio di lasciare un’”impronta” di sé nelle pagine del Tempo. Per questo imprime le sue avventure e i suoi pensieri su di un taccuino.



Io sto scrivendo un libro. Non è la mia memoria, è un modo per dire che ci sono stato. Non mi rende più umano, mi rende me stesso.



Il personaggio di Eric pare ricalcare in chiave moderna lo stereotipo pirandelliano di “uno, nessuno e centomila”: esiste un solo “ragazzo” o più di uno, o non ne esiste alcuno?, un gioco delle identità che disorienta e colma d’insicurezze, in un valzer ininterrotto di interrogativi senza risposta che tinge d’angoscia gli spostamenti da un luogo all’altro.



L’itinerario è un continuo ritorno alle origini. Trovarsi. Lasciarsi andare e perdersi. Ritrovarsi.



Un libro pregno di tristezza, di amarezza e disincanto, la storia di una vita che ne racchiude molte di più, alla ricerca di una felicità inafferrabile ed illusoria, perché forse alla fine



[..]siamo fatti per provare dolore. Inferni intrappolati nelle proprie gabbie, gusci in ebollizione che si scontrano anziché incontrarsi.



Non solo coming out, dunque, ma il ritratto fedele della crisi d’identità di una generazione che non trova se stessa, peregrina in un mondo che non sa accoglierla e tantomeno accettarla, in cui non è niente di più di un soffio di vento che vola via senza lasciar traccia.



Forse essere uomini significa questo, imprimere un marchio a fuoco nella pelle di qualcuno che forse dimenticheremo, e che forse ci dimenticherà.



Consigliato a chi non ha paura di confrontarsi con libri “impegnativi” che invitano alla riflessione!


sabato 13 febbraio 2021

Recensione: Sussurralo a gran voce...! - Giulia Bini

 





Titolo: Sussurralo a gran voce... !
Autore: Giulia Bini
Editore: Barkov (5 dicembre 2020)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

"Sussurralo a gran voce..!" è un piccolo scrigno: una raccolta di short story a sfondo romantico. Racconti diversi tra loro, ma accomunati dallo stesso sentimento: l’amore. Che si tratti di un amore vero, corrisposto o non, utopico o combattuto… i protagonisti delle varie storie si lasciano trasportare all’interno di un vortice a cui solo un sentimento così potente può dar vita. L’idea del libro è quella di regalare attimi in cui staccare con la realtà e lasciarsi trasportare proprio al centro di quel vortice… o almeno questo è ciò in cui spera la scrittrice!




Recensione

È stato l’amore. A causa sua siamo tutti per sempre condannati.



L’amore visto nelle sue svariate sfumature, dall’innamoramento al tradimento, passando per il mondo del soprannaturale, una margherita sfogliata dei suoi candidi ma forti petali con sapiente abilità stilistica e delicata capacità di generare emozioni: questo in sintesi il contenuto dell’opuscolo “Sussurralo a gran voce..!”, una piccola chicca narrativa sottopostami dalla giovane autrice.

Tanti libri in un libro, poesie e miniracconti con una propria individualità esaltata da copertine originali e da una spiccata quanto         sensibile attenzione all’introspezione, che fa degli scritti meravigliose ed insolite gemme che affascinano chi legge.

Un viaggio in un sentimento universale, complesso e bellissimo, che può regalare una sconfinata felicità o al contrario un’intensa sofferenza, una consapevolezza che dirada le tenebre dell’incertezza o la condanna ad un destino crudele.



Ormai sapevo cosa stavo facendo e sapevo cosa volevo. Ma soprattutto sapevo cosa provavo. [..] non m’importava se fosse giusto o sbagliato.


Era questo che aspettava tutti noi: un’eternità sotto le sembianze di mostri.


E poi dicono che la magia non esiste. Se così non fosse come si spiegano queste emozioni?



Un libro che parla al cuore, facendo vivere sensazioni inebrianti, dolci e amare, profonde e vere, trasportando nell’universo di ciò che dà colore alla vita, nel bene e nel male. Perché il sogno di tutti non è altro che questo, amare ed essere amati



Quando ti guardo negli occhi mi sembra che tu riesca a leggermi dentro e con te riesco a comunicare senza bisogno di pronunciare parole. Tu mi capisci e mi fai sentire desiderata.



Consigliato ai romantici e a chi per un attimo vuole estraniarsi dalla frenetica realtà!