Riesco
ad amare solo ciò che potrebbe uccidermi.
Con questo romanzo si
apre un nuovo interessantissimo filone della narrativa dedicata al
paranormale. Dopo i triti e ritriti temi dei vampiri, degli angeli e dei
demoni, finalmente una ventata di originalità soffia su questo settore
da sempre amato dai lettori.
Megan Stonehaven
è la diciassettenne terzogenita del Casato Stonehaven, una delle famiglie di Sensitivi
al servizio della Casa di Londra per la redenzione delle anime e la lotta
alle chimere (anime non salvate). Per sua fortuna, solo i primi due figli hanno
il dono, o meglio la maledizione, della “Percezione”, quindi lei può
tranquillamente godersi la sua vita da Ignara. Almeno fino a quando non inizia
a vedere e sentire cose che…non dovrebbe vedere e sentire!
Non
erano mie allucinazioni. Non c’entrava alcun film, non era colpa delle ore di
sonno perse. Tutti avevano la Percezione…me compresa.
A quel punto, sua madre
non può più nascondere la verità , cioè che lei è una falsa terzogenita,
per cui anche lei è una Sensitiva. Inizia così per Megan un duro allenamento
per il futuro contratto con la Casa. Al suo fianco viene posto Asher
Grandville, nipote della console degli Esorcisti (il “Capo” per
intenderci!), il partner di sua sorella
Elise, un ragazzo tanto bello quanto misterioso, che un attimo prima flirta con
lei e l’attimo dopo….vuole ucciderla!
“Tu
mi fai paura”
“Tu
fai paura a me”
Tra una ronda e una
missione, Megan si ritroverà a dover fronteggiare la morte e, soprattutto, a
cercare di far luce su “cosa” sia realmente.
Condividi
il tuo corpo con un’entità che non vuole altro che continuare a vivere, dunque
ambisce solo al tuo bene.
L’incontro con Loki,
ex migliore amico di Ash, che ora odia a morte, l’aiuterà ad accettarsi e ad
accettare la realtà che ha attorno e, alla fine, Megan dovrà scegliere da che
parte stare.
Ogni
volta che sei con lui rischi la vita.
Partendo col dire che
il libro fa parte di una trilogia, quindi il finale è aperto, la storia, dopo
un inizio un po' fiacco, è davvero avvincente, ti prende e ti trascina
nei meandri di un mondo inimmaginabile e affascinante che si
fatica a lasciare all’ultima pagina.
La protagonista
femminile, Megan, non è la solita ragazza dolce e ingenua catapultata per caso
nella dimensione soprannaturale, ma una tipa tosta e determinata, capace
di tenere testa a chiunque e di dire sempre ciò che pensa. Malgrado
d’improvviso divenga anche lei parte del “mestiere” di famiglia, di cui aveva
scarne informazioni, affronta la situazione con coraggio, imparando da
sola a dominare la propria “natura”.
Asher è un personaggio
ambiguo, all’apparenza superficiale e arrogante, presuntuoso e vanesio,
accecato dal prestigio e dalla venerazione degli altri in quanto futuro Console
degli Esorcisti, ma con Megan si scopre che invece ha un grande cuore, cerca di
fare ogni volta la “cosa giusta”, pur reputandosi un “mostro” che presto dovrÃ
essere abbattuto. Il ragazzo infatti nasconde un segreto terribile, che
pochi conoscono e che lo porta ad essere terrorizzato da Megan nonostante
l’attrazione che prova per lei.
C’è
qualcosa in te che continua a terrorizzarmi. E più ci penso, più
rabbrividisco.
Insieme a Loki, altro
“figo” ombroso e tormentato, abbiamo un bel triangolo (lui-lei-
l’altro), rivisitato però in chiave meno fiabesca e più inquietante,
dove l’amore fa da sfondo alla vicenda principale senza passare troppo in primo
piano (almeno per ora), cosa che un tantino mi è dispiaciuta, in realtà !
In “Black Touch” non
c’è una netta distinzione tra bene e male, tra amici e nemici;
ciascuno dei personaggi sembra avere più di una personalità , è al tempo
stesso un abominio e un eroe, da temere o no a seconda dei momenti. La
stessa Meg dovrà fare i conti con quel “qualcosa” che alberga in lei e spesso
prende il sopravvento.
Dovevo
privarla del contatto col mondo esterno, rinchiuderla nella sua gabbia. Ma non
era facile.
Un romanzo “scuro”,
un mare in tempesta rabbioso e terrificante che fa paura eppure affascina al
contempo, una canzone triste che entra in testa e resta lì. Una pungente
ironia smorza un po' i toni “apocalittici” e dona una nota di brio e
leggerezza, rendendo la narrazione ancora più catalizzante.
In definitiva, un
piccolo gioiellino destinato a prendersi il suo spazio nel panorama letterario,
che induce ad anelare con ansia il seguito!
Era tutto già deciso, uno scopo lo avevi fin dall’inizio.
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