Recensione: Nel cielo. Armilla meccanica. Vol. 1 - Fabio Carta

 




Titolo: Armilla Meccanica, nel cielo.
Autore: Fabio Carta
Editore: Inspired Digital Publishing  (4 novembre 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗

"I Meka incarnavano un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle. Troppo grande l'universo per affrontarlo con le sole piccole membra fornite all’uomo dalla natura". Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile. Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l'aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno. Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.





Recensione

La verità non è un sapere, ma un’esperienza di vita interiore.



Sullo sfondo dello spazio cosmico i destini degli uomini sono soggetti agli scherzi del tempo e del crack finanziario dell’Armilla, che li condurrà a lotte di potere e a disperati tentativi di ristabilire l’ordine preesistente.

La Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è sconvolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, da disordini e rivoluzioni. A regnare è il feroce dittatore Meklord, cui i pacifici queer, i nativi, fanno opposizione per quanto possono, mentre attendono l’aiuto degli abitanti della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare le armate meccaniche del tiranno.

Su una remota miniera extrasolare, Moa-B, un vecchio mek-operaio, Geuse, vede giorno dopo giorno sfumare i frutti del suo duro lavoro a causa della crisi economica che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita, ma non è così semplice…



Era stanco, Geuse. Stanco del suo continuo stato di alterazione e percezione fuori dal tempo, stanco di dover sempre più spesso ricorrere a stupide preghiere, nel migliore dei casi, o allo stordimento delle droghe, molto più di frequente.



Un racconto dall’incipit un tantino “nebuloso” come l’atmosfera del pianeta Moa-B, che impedisce al lettore di comprendere appieno le parole scritte, almeno fino al cuore della narrazione, dove la storia acquista una stupefacente accelerata adrenalinica. Un racconto troppo denso di eccessivi e pedanti tecnicismi che francamente annoiano ed appesantiscono la prosa, rendendola pienamente adatta soltanto a chi padroneggia tale specifico lessico. Un racconto che lentamente esprime il suo potenziale, conducendo in una vicenda intrigante ed originale, tanto da far attendere con ansia la prossima puntata.



“Piacere mio, Geuse.”

“E tu sei Malah.”

“Sì, sono io.”



Ammassi rocciosi freddi ed inospitali, Spire sconquassate dall’allocronia, astrazioni metacroniche, insurrezioni, timori, speranze, voglia di cambiamento: un coacervo di elementi che danno il via ad una saga che si preannuncia degna di attenzione. E che pone al centro della scena il “meka”, una macchina inizialmente pensata per il lavoro nello spazio, poi divenuta strumento di guerra e simbolo di potere. Una macchina che:



…incarnava un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle.



Un libro di non facile scorrevolezza, a tratti ostico e logorroico, eppure ricco di colpi di scena e di ragionamenti filosofeggianti interessanti. I personaggi emergono dalle pagine e vengono incontro nel dipanarsi dell’azione, tecnica questa che si rivela vincente e di sicura riuscita in termini di affezione e curiosità. L’ambientazione è suggestiva e ben descritta, con tocchi di genio davvero particolari che testimoniano la voglia di sorprendere e l’ingegno dell’autore.



A ogni loro passaggio gli orbiter baluginavano come lentissime meteore dietro le coltri di nubi sbiancate dalla loro stessa luce.



Consigliato a chi ama le serie “spaziali” ed è avvezzo al dizionario “tecnico”!



Siamo solo nuvole di probabilità in cerca di consistenza, di affermazione su altre ipotesi di noi stessi.





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