Recensione: Milano il mondo non cambia - Thomas Melis

 




Titolo: Milano il mondo non cambia
Autore: Thomas Melis
Editore: Frilli (20 luglio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell'hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società. Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando. Poi ci sono i Procopio, la cosca satellite relegata da generazioni a fare il lavoro sporco, che cerca di alzare la testa alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Barone vive una torrida storia con Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani, legata profondamente all'amico d'infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Il loro mondo non cambia mai. Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano, i sogni di successo dei ragazzini cresciuti ascoltando trap nei casermoni popolari della periferia, gli affari sporchi dei faccendieri che muovono milioni di euro dagli uffici open space con vista sul Duomo. Tutti insieme, nell'amore e nell'odio, accomunati da un unico destino. Perché il mondo non cambia, ma l'Apocalisse è alle porte.






Recensione

Il mondo, chico …. E tutto quello che c’è dentro.



Nella capitale lombarda le famiglie della ‘ndrina si spartiscono il territorio e i profitti in un clima di apparente equilibrio e rispetto. Ma quando il pilastro portante dell’organizzazione viene meno, avidità e segreti rancori porteranno ad una sanguinosa lotta intestina per il potere.

Filo conduttore della narrazione è la figura di Filippo Barone, titolare di una società di consulenza cui si appoggia la famiglia Alfieri per occultare le proprie attività illecite e mettere al sicuro il patrimonio. Col benestare della Società “madre” di San Michele d’Aspromonte, gli Alfieri sono al vertice della Società Lombardia, e sono alleati coi Procopio, il loro “braccio armato”.

Quando però appare chiaro che Rocco Alfieri, il capobastone, non è più in grado di gestire l’organizzazione, approfittando anche dell’assenza del figlio maggiore Domenico, ospite in carcere, e della debolezza del secondogenito Antonino, gli altri esponenti della Società iniziano a pensare di alzare la testa…



La parola è impegnata. Indietro non si torna.



Nel mezzo degli affari dei cristiani troviamo Leonardo Ferrari, Manny, col suo fedele “fratello” Nicholas Russo, Carlito, e Bianca Viganò, nati nei quartieri più disagiati ma desiderosi di riscatto. I primi due sono dediti allo spaccio, la seconda è legata da alcuni anni a Filippo Barone, pur frequentando Manny al contempo, e si da’ da fare coi social network. Tutti e tre si ritroveranno invischiati nell’Apocalisse, e dovranno cercare di non soccombervi.



…. si trovava sulla linea di fuoco, in un campo di battaglia che non le apparteneva e dove non avrebbe ottenuto trionfi. Doveva stare in campana.



Un libro duro, scuro e freddo come una notte d’inverno, crudo e aspro come il sapore del sangue, intenso e pungente come l’odore della legna che arde. Un libro venato di invidie, gelosie, ricatti, tradimenti, inganni e morte, macchiato di tristezza e solitudine, intriso di realismo ed ineluttabilità. Un libro che parla di “mafia”, dei suoi tentacoli e delle sue “strutture”, ma anche di voglia di libertà, di sogni, di amicizia e amore.



Era felice. Proprio come lei. E per il momento andava bene così.



Con l’ausilio di una scrittura fluida e accattivante, l’autore riesce a descrivere il mondo dei malandrini in modo estremamente preciso e dettagliato, inserendo anche molti termini del gergo usato dagli sgarristi ed espressioni in dialetto calabro, che rendono il tutto più verosimile e credibile. L’alternanza dei punti di vista nel corso della narrazione aiuta a comprendere meglio gli eventi e i personaggi, permettendo di non perdere per strada pezzi importanti del puzzle che le pagine costruiscono piano piano.



Micu Bang Bang di risposte sicure ne aveva una e una sola: non partì da lui l’ordine di mandare i cristiani al campo santo.



Una storia interessante, ricca di colpi di scena, perfettamente studiata e sviluppata, che affascina e spinge a non voler smettere di leggere. Il finale aperto è la degna conclusione per una vicenda che, purtroppo, non sembra possa averne.



Il mondo non cambia, l’Italia non cambia.



Consigliato a chi non ha timore di dare uno sguardo al torbido che infesta il nostro Paese!



E’ così che va.

 

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