Recensione: Quando il ponte si spezza - Greta Cerretti

 




Titolo: Quando il ponte si spezza
Autore: Greta Cerretti
Data di pubblicazione: 8 maggio 2024
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Nel maggio del 1990 un solo tratto di penna guarisce contemporaneamente milioni di persone nel mondo: l’omosessualità viene eliminata dal manuale diagnostico delle malattie mentali. Riccardo ha sedici anni e quando questo accade si trova nelle mani di uno psicologo senza scrupoli, il quale per i propri fini personali lo convincerà che la sua passione per il compagno Fabio è un grave disturbo dal quale deve guarirlo.





Recensione


Quando si è giovani è strano poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano.



Un viaggio dentro sé stessi per cercare la propria identità in mezzo a maschere, dolore, orgoglio, bugie, desideri, speranze e delusioni.



Vuole solo questo: essere amato per quello che è. A qualsiasi costo.



La vicenda ruota attorno al personaggio di Riccardo, un adolescente che avverte pulsioni sessuali verso un compagno di scuola e per questo si sente sbagliato, fuori posto. Cerca con fatica di tenere a bada il “mostro” che alberga nel suo animo, anche parlandone con lo psicologo presso cui l’asfissiante madre, vedendo la sua scontrosità, lo ha costretto ad andare.



Mi sa che mi piace uno.



Un racconto amaro, disincantato, forte e spiazzante, commovente ed angosciante, che pone l’accento sulla dicotomia essere – apparire, e sulla fragilità dell’uomo, estremamente malleabile ed influenzabile da parte di chi ha gli strumenti per farlo e li adopera secondo il suo tornaconto. Un racconto di sofferenza e vergogna, di incapacità di accettarsi e di vivere secondo la propria natura, di paura e voglia di osare, di finzione e liberazione.



La voce che lo chiama dal fondo delle tenebre è una voce amica, pronta ad accoglierlo con un abbraccio.



Un ponte diventa il simbolo della scelta tra chi siamo e chi mostriamo al mondo, tra il coraggio di seguire l’istinto e il timore dei giudizi, tra la vita e la morte. Una strada a due uscite che non si incontrano mai, con l’io posizionato al centro, indeciso su dove andare, preda di un dolore anestetizzante che gl’impedisce di muoversi come vorrebbe, con lo specchio del fiume sotto di lui in cui pare riflettersi uno sconosciuto.



Galleggia in un qualcosa che sta nel mezzo e stenta a riconoscersi.



Attorno a Riccardo troviamo altre figure che, direttamente o indirettamente, influenzano la sua esistenza, finendo per fargli credere di essere malato e costringendolo a nascondere ciò che prova. Un brutto scherzo del destino poi arriva impietoso a dare il colpo di grazia in un campo di battaglia già stremato.



Si compiange, persuaso che non esista una parola più terribile di “solitudine”. Poi ci ripensa. Questa notte infernale gli ha insegnato che esiste.



Al di là dell’omosessualità, del suo essere vista o meno sotto forma di patologia, numerosi temi profondi e spinosi emergono prepotentemente dalle pagine mischiandosi con la sete di successo e denaro, con l’amicizia e la falsità. Dietro facciate integerrime e percorsi prestabiliti si agitano intrighi e complotti, rabbia e vendetta, dubbi e rassegnazione.



È consapevole di essere giunto al capolinea.



Un libro devastante, uno scavo senza sosta nelle crepe dell’intimo che porta in superficie la sfiancante lotta intestina tra sentimenti e ragione. Un libro che abbraccia le due differenti visioni dell’omosessualità fondendole nel dramma di un solo individuo incapace di tirarsene fuori indenne. Un libro che parla dell’incapacità della società odierna di aiutare chi è più fragile ed esposto, dell’incapacità di guardare davvero il prossimo, di capirlo e di accettarlo.



E’ un animale ferito, intrappolato per sempre in una foto in bianco e nero.



Consigliato a tutti, perché induce a riflettere e a porsi domande scomode.



Se non posso essere quello che sono, da oggi in poi farò quel che devo.

 


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