Tu sei un debito riscosso, una vendetta e, francamente, anche un trofeo
niente male. Buonanotte, signorina Rossi.
Ladro di baci, dai
primi capitoli, non mi aveva convinto. Talmente tanto che stavo addirittura pensando
di abbandonare la lettura e passare ad altro!
Fortunatamente la noia ha avuto la meglio su di me e, in
mancanza di altri romanzi, ho cercato di proseguire con questo.. e menomale!
La Shen ci presenta una storia banale, così banale da essere First
reaction: Shock! La protagonista è Francesca, una diciannovenne figlia di
un ricchissimo mafioso, da poco tornata di città dal prestigioso college che
forma rispettose e ligie moglie d'élite, pronta per il mercato matrimoniale.
Nonostante i soldi e l'agio di cui ha sempre goduto,
Francesca è una ragazza semplice, un po' bacchettona, con l'hobby per il
giardinaggio e innamorata di Angelo, l'amico di famiglia con cui è cresciuta.
Non si sa perché, la Shen introduce un elemento che ho
trovato da brividi per la sua
young adultezza: Francesca, per dimostrare a sé stessa che Angelo è davvero
l'amore della sua vita, ha a disposizione tre bigliettini scritti da sua madre,
come da tradizione della sua famiglia da generazione a generazione, e
conservati in uno scrigno che, se Angelo, senza leggerli, rispetta lettera per
lettera, dissiperà qualsiasi dubbio e potranno convolare felicemente a nozze. Altrimenti…
avanti il prossimo!
Mio Dio che trash.
Ad una festa in maschera, proprio la festa in cui, secondo
il primo bigliettino, il vero amore le darà il suo primo bacio, incontra il
senatore Wolfe, un uomo burbero e affascinante che pare disprezzarla.. almeno
finché, con l'inganno, non la bacia. Non Angelo, ma lui.
Come se non bastasse, il giorno dopo Francesca viene “venduta”
dal padre all’uomo per essere la sua futura first lady, e avrà a disposizione
soltanto ventuno giorni per “accettare” il nuovo fidanzato o trovare una via di
fuga. Wolfe, però, pare nascondere fini molto più grandi di quello che
Francesca pensa, in cui il vero protagonista della sua fitta rete è proprio il
padre mafioso della ragazza.
Come ho detto, nonostante l’inizio terribile, la Shen ci
sorprende con due protagonisti ben delineati, che nonostante i mille cliché non
cadono in “troppe” buche melense, riescono, almeno per una buona parte, a
essere fedeli alle loro convinzioni e il loro rapporto evolve piano e con
maturazione. Francesca non è la solita sciocca con la testa persa in castelli e
baci di principi azzurri, nasconde un’anima da guerriera e una concretezza molto
affascinante. Wolfe, per quanto rispecchi il cliché dell’uomo “non mi
innamorerò mai e poi mai, ma poi ti vedo e cado come un asino”, riesce a tenere
un punto abbastanza saldo, non si “accanisce” inutilmente sulla protagonista
soltanto col fine di “apparire il classico duro e insensibile degli Young Adult”,
ma noi lettori riusciamo a comprendere i suoi ragionamenti e le sue azioni.
Le scene hot sono molto, molto ben descritte! Niente scene
Disney o alla Cinquanta Sfumature: poche ma buone, senza esagerazioni né
volgarità né irrealismo.
Purtroppo la Shen cade in molti stereotipi banali sugli
italiani. Italiani, sì, perché come avrete immaginato dal nome di Francesca, la
sua famiglia è italo-americana. Vi prego, ma quando mai nel ventunesimo secolo,
i novelli sposi devono ancora mostrare le lenzuola insanguinate?
Altro punto no no no, è stato il poco approfondimento
sul mondo mafioso/politico. Francesca proviene dal primo, eppure viene dipinta
come una protagonista angelica, dolce, generosa, altruista. Non è per niente
toccata dalle azioni di suo padre, non lo giudica mai, non esprime mai un
parere negativo o una dissociazione da questa realtà criminale.
Wolfe è un politico, molto contrario alla mafia, ma anche lui
non parla o approfondisce mai del suo lavoro, dei suoi obiettivi come senatore,
nada de nada. Addirittura, la festa
di fidanzamento sua e di Francesca viene celebrata e paparazzata con uno stuolo
di invitati criminali, scarti di galera… e la sua reputazione da politico resta
intatta.
Ladro di baci è un romanzo che andava studiato molto di più, con
ricerche del mondo mafioso, delle tradizioni italiane, e con una
caratterizzazione più “concreta” dei protagonisti. Tutto sommato, comunque, è risultata una lettura scorrevole,
avvincente, ben costruita, con colpi di scena un po’ traballanti, ma
sicuramente consigliata a chi vuole perdersi per un momento in una bella storia
d’amore, una fiaba che ricorda un po’ La
Bella e la Bestia.
Trattenni il respiro. Per la prima volta comprendevo cosa eravamo. Una
favola senza lieto fine su Nemesi e una Canaglia. Una favola in cui il principe
non salvava la principessa. La torturava. E la bella non era addormentata. Era
prigioniera. In un incubo.