Le
scelte che si fanno nella vita hanno un unico scopo. Creare il rimorso.
Un viaggio - reale
e metaforico – all’interno di sé stessi per provare a sistemare le “cose
lasciate in sospeso” per indolenza, mancanza di coraggio e, più
semplicemente, abbandono alla corrente della placida esistenza. Quando
quest’ultima sembra essere inaspettatamente giunta al capolinea, infatti, ecco
che ci si accorge di avere ancora questioni da risolvere, questioni che
si ritenevano chiuse ma che invece tornano di prepotenza a reclamare
attenzione. Perché è proprio nell’attimo in cui si comprende che il tempo a
disposizione può finire di colpo che la coscienza si fa largo nella
nebbia dei futili pensieri quotidiani….
Voglio
ricostruire la mia vita in una settimana. Ho intenzione di ricomporla come un
puzzle, cercando pezzo dopo pezzo di completare il quadro. Ho troppi
interrogativi senza risposta.
Sergio Pacini
è un impiegato delle Poste di origini partenopee trapiantato a Firenze. Alla
soglia dei quarant’anni vive in un monolocale da solo dopo il divorzio ed una
serie di avventure senza importanza che l’hanno condotto a non credere più
nell’amore. La sua routine scorre monotona e tranquilla, tra il lavoro e la
passione per la musica e la cultura in generale, finché, da alcuni esami fatti
per dei dolori all’addome, scopre di avere un tumore al fegato da operare entro
sette giorni per avere una chance di sopravvivenza. Tale notizia lo
sconvolge, comprensibilmente, ma, al tempo stesso, lo porta a riflettere sul
suo passato e sul suo presente, sugli errori commessi
verso le donne amate e sul desiderio di rimediare, o almeno provarci,
prima di non poterlo più fare.
Quella
scelta di stare lontano dalle donne lo aveva portato a confrontarsi con loro in
maniera definitiva. Senza via di scampo.
Insieme all’amico Stefano,
paraplegico, intraprende un rocambolesco viaggio che si rivelerà zeppo
di imprevisti e decisioni non piacevoli, però alla fine gli fornirà le risposte
che agognava ed una nuova consapevolezza.
Sergio
aveva ripreso il controllo della sua vita e non avrebbe permesso più a nessuno
di guidare al posto suo.
Un racconto toccante,
angosciante e tremendo in alcuni punti, con una vena di
speranza che tinge la malattia di una luce di rinascita e voglia di
non restare più spettatori passivi degli eventi. Un racconto di amicizia
vera, di amore nelle sue svariate sfaccettature, di violenza
e morte, di ingiustizia e sofferenza, di coraggio e
lotta per le persone care. Un racconto d’introspezione, dove
attraverso lo specchio di un presente inatteso ci si rituffa nel passato per
tentare di costruire un futuro migliore.
In
quel momento non era importante quanto gli rimanesse prima di morire, ma come
impiegare quello che la vita ancora aveva da riservargli.
Un libro che induce a
riflettere sul senso dell’esistenza, sulla capacità di non essere
mere pedine nel disegno universale, ma di parteciparvi attivamente,
di non sprecare il tempo, poiché è l’unica cosa che non possiamo
controllare, di non lasciar andare chi amiamo senza i dovuti confronti o
senza aver lottato. Perché poi può essere troppo tardi…
Se
solo si fosse decisa prima a scrivermi. Se solo avessi saputo.
Pagine ben scritte, con
un’analisi accurata dei pensieri di Sergio e delle sue motivazioni che aiutano
a capirlo e a simpatizzare per lui. Il finale aperto lascia un po'
perplessi, come se mancasse una reale conclusione, cosa che un po' destabilizza
e delude dopo aver affiancato il protagonista nelle sue peripezie e aver tenuto
il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Consigliato a chi non
teme di porsi faccia a faccia con i propri sbagli e di affrontarli!
Vale la pena vivere ancora solo se hai al tuo fianco gli affetti più cari.