Il
mio lieto fine sono io.
Presente
e passato si alternano indissolubilmente in una storia di caduta e
rinascita colorata d’amore,
d’amicizia e tradimento. Ogni certezza faticosamente ricostruita
viene spazzata via dai pezzi di un puzzle che danno origine ad un’immagine
incredibile quanto dolorosa. Un racconto pungente e freddo
come la pioggia autunnale che penetra fin nelle ossa costringendo a fare i
conti con quello che si nasconde dietro lo splendore del cielo sereno.
Irene
è una venticinquenne di Padova impiegata in un’azienda che fornisce pasti agli
operai delle fabbriche cittadine, un lavoro che non la soddisfa per niente. Il
suo sogno è “mettere le mani in pasta”, creare creme, torte e dolciumi, e
sembra sia finalmente arrivato il momento di realizzarlo. Peccato però che la
proposta giunga da Andrea, il suo ex d’improvviso riapparso, con cui ha
vissuto una relazione intensa conclusasi bruscamente un paio d’anni prima. Che
fare? Accettare correndo il rischio di ritorsioni da parte di Riccardo,
il suo attuale compagno, negli ultimi tempi sempre più aggressivo, o lasciar
perdere? Una scelta non facile: nemmeno Alice, la sua migliore amica le
è d’aiuto, tutta presa dalla sua storia “perfetta” con Alberto. Eppure
l’apparenza sovente inganna ed inaspettatamente le cose assumono una piega
davvero impensabile…
Quanta
amarezza. Quanta falsità.
Un libro difficile,
denso e profondo al pari dell’abisso che risucchia la protagonista,
un abisso da cui pensava di essere uscita ma che la reclama di nuovo
prepotentemente tra le sue spire. Il destino pare divertirsi con lei offrendole
una seconda occasione per poi farla sprofondare in una melma ancora più
putrida. Gesti, parole, comportamenti di chi ha intorno acquisiscono d’un
tratto un significato diverso, orribile e meschino, che la dipingono
come una misera marionetta nelle loro mani.
La
stavano distruggendo, una pugnalata alla volta.
Al di là del male
fisico, sono le ferite interiori quelle che fanno sanguinare l’anima
senza possibilità di cicatrizzazione, che spingono a fuggire da un mondo
che non si può accettare, da un’illusione di felicità che è breve
quanto la notte. E allora non resta che soccombere o ripartire da sé stessi…
Ora
so che è giunto il momento di fare delle scelte e con questo intendo scegliere
me.
Dopo aver lasciato
Andrea, ormai perso nei suoi vizi, Irene torna nella sua città natale e pian
piano cerca di andare avanti. Incontra Riccardo, che con pazienza le fa da
spalla per le sue lacrime e poi riesce ad entrare nel suo cuore. Grazie a lui e
all’amica Alice, Irene ritrova un suo equilibrio, malgrado il lavoro non la
gratifichi. Una mattina inaspettatamente rivede Andrea, intenzionato a
rimediare ai suoi errori e a metterla in guardia.
Continua
pure a guardarti le spalle da me, ma fallo anche con tutti gli altri.
Violenza,
dipendenze, rimpianti, insicurezze, desiderio di verità,
paura e disperazione tappezzano le pareti di questa storia, con personaggi
che acquisiscono uno spessore nel corso della narrazione, tra
flashback e frammenti di ricordi, dando vita ad uno schema stilistico in alcuni
punti non proprio d’immediata comprensione. Ciascuno alla fine svelerà
la sua vera natura ed il suo ruolo, spingendo a riconsiderare gli
eventi sotto una nuova e deprecabile lente.
Si
sentì tradita da tutte le persone che più aveva amato, le stesse che avevano
giurato di volerle bene.
Quando si tocca il
fondo, quando tutto sembra perduto, quando non si trovano appigli per restare a
galla, quello è l’attimo giusto per restare da soli e capire cosa si vuole
davvero, trovando dentro sé la forza di ricominciare.
So
che posso farcela.
Consigliato a chi non
ha timore di confrontarsi con un realtà che spesso ci si rivolta contro!