La Valigia di Carta

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Titolo: A touch of darkness
Autore: Scarlett St. Clair
Editore: Queen Edizioni (14 febbraio 2022)
Giudizio: 💗


Amare il dio degli inferi è proibito.

Persefone è la dea della primavera, ma solo di nome. La verità è che, sin da quando era bambina, i fiori si avvizziscono non appena lei li tocca.
Dopo essersi trasferita a Nuova Atene, la ragazza finge di essere una semplice giornalista mortale, in modo da poter vivere una vita senza troppe pretese.
Ade, il dio dei morti, ha costruito un impero del gioco d’azzardo nel mondo dei mortali, e si dice che le sue scommesse preferite siano quelle irrealizzabili.
Dopo un incontro con Ade, Persefone si ritrova a stringere un patto con lui, ma le sue condizioni sono impossibili: Persefone dovrà creare la vita negli Inferi o perderà per sempre la sua libertà.
Questa scommessa, tuttavia, non si limiterà soltanto a smascherare il fallimento di Persefone come dea. Infatti, mentre lei cerca di coltivare i semi che le ridaranno la libertà, sarà l’amore per il dio dei morti a crescere… Ed è proibito.





Recensione

Se stai cercando un buon romanzo ispirato alla mitologia greca, un fantasy intrigante con quel pizzico di romance che non guasta mai, con protagonisti cazzuti e interessanti, una trama avvincente e avventurosa… questo è decisamente il posto sbagliato dove trovarlo!

 A Touch of Darkness è un mix fra Cinquanta Sfumature e After, solo con una “componente” “”fantasy””.  La narrazione è ambientata a Nuova Atene, che dal nome sembra riferirsi ad una città della Grecia, ma chi  può dirlo? Le “descrizioni” dell’autrice di certo non ci delucidano in merito. Gli dei dell’Olimpo vivono tranquillamente tra gli umani, qui, e alcuni di loro gestiscono dei locali molto esclusivi  e molto ambiti, tanto che per entrarci c’è bisogno di prenotarsi addirittura con anni d’anticipo! Tra questi, troviamo il Nevernight, il night club di Ade, il dio dei morti, dove molti umani vi si recano per scommettere la propria anima col dio in cambio di amore, soldi o salute. Chi non vince la scommessa scelta da Ade, in un preciso tot di tempo, finisce dritto dritto nell’Oltretomba.

È ciò che capita, inconsapevolmente, a Persefone, la nostra simpatica protagonista. Lei è la dea della Primavera, ma senza alcun potere, anzi: al tocco delle sue dita, qualsiasi pianta avvizzisce e muore. Sua madre, la dea Demetra, l’ha sempre tenuta prigioniera nella sua serra, essendo una donna psicopatica, possessiva e malata di controllo.  Tuttavia, Persefone ha ottenuto da lei il permesso di poter studiare all’università di Nuova Atene, dove da poco ha anche uno stage in una testata giornalistica e condivide un appartamento con un umana di nome Lexa (il cui unico scopo nella trama è trascinare Persefone alle feste). Demetra, tuttavia, continua ossessivamente a spiare e tenere sotto controllo la figlia, imponendole rigide regole tra cui: non entrare mai in contatto con Ade. E Persefone cosa fa? Va al night club di Ade!

Gli dei ci vengono descritti come esseri dotati di corna… e basta. Questa è la loro unica caratteristica che li differenzia dagli umani (a parte i poteri, quando talvolta l’autrice se ne ricorda!). Persefone nasconde le sue grazie alla magia della madre, così da passare agli occhi di tutti come una semplice ventiquattrenne.

Come avrete tutti intuito, al Nevernight Persefone stringe, sotto inganno, un patto con Ade che la sfida a creare della vita nell’Oltretomba o lei stessa vi resterà prigioniera per sempre. Inizia così il loro “rapporto”, dove Ade è da subito innamorato cotto e stracotto, vizia e coccola Persefone in ogni occasione; Persefone lo insulta per il suo modo di “stringere patti” con gli umani,  scrive male di lui nei suoi articoli giornalistici, pretende di conoscerlo meglio di chiunque altro ( “Beh, chi sono io per dirlo? Conosco Ade solo da secoli e tu… da un paio di mesi.”) ma non perde alcun secondo per sbavargli addosso e ad essere possessiva e gelosa… Insomma, due ragazzini alle medie, altro che dei dell’Olimpo!

La trama è davvero solo questo: Persefone che ogni tanto va all’Oltretomba ad innaffiare il suo giardinetto (per far crescere la vita); Persefone che accusa Ade dei suoi contratti; e lui che “cambia” per lei, e le rivela anche i motivi (ovviamente nobilissimi!) per cui fa quello che fa; e tanto sesso.

Per il resto è tutto un grandissimo no-sense:

  •       che fine fa la pazzia di Demetra? Ci viene descritta come una che tiene sotto strettissima sorveglianza la figlia, sa pure quante volte Persefone va in bagno, ma non la sgama mai quando va da Ade (ovvero sempre)?? In più, ad un certo punto partecipano tutti ad un gala, Demetra, Persefone e Ade, in cui i due ballano insieme e lui dichiara al mondo intero il suo interesse per la protagonista, …e Demetra niente?? Soltanto sul finale la facciamo svegliare??
  •       Il ruolo di Afrodite che compare solo negli ultimi capitoli per rivelare, così dal nulla, una “scommessa” sua e di Ade a Persefone… con il solo scopo, dell’autrice, di seminare quel poco di zizzania prima del lieto fine… No comment.

Inoltre , cara St. Clair, se vuoi scrivere un romanzo zozzo, almeno impegnati un po’ di più con le descrizioni e le ricerche!

Ma la tragedia è che stiamo parlando di una serie, una serie! Come si possa sviluppare una storia in ben quattro volumi, quando non esistono né nemici, né sottotrame, né guerre, né intrighi… è davvero surreale.

 

 



 




Titolo: Un cuore al buio. Kafka
Autore: Manuela Cattaneo della Volta, Livio Sposito
Editore: Brioschi (17 febbraio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Questo libro racconta di cinque donne che hanno trovato il coraggio di amare un uomo terrorizzato dall’amore. Felice, Grete, Julie, Milena, Dora: personalità molto diverse l’una dall’altra, ma tutte dal cuore generoso, impegnate nella vita privata e sociale, intelligenti e curiose. Attratte dall’uomo e dallo scrittore, nessuna di loro è riuscita a legarlo a sé. Lui, Franz Kafka, le ha desiderate e respinte, persino dissuase dall’amarlo, esibendo di volta in volta le sue nevrosi, il difficile rapporto col padre, la religione, la malattia, ma soprattutto la forza totalizzante della letteratura. E loro hanno lottato senza resa, tanto da riuscire a guardare in fondo al buio che si annidava dentro di lui, un buio che gli ha sempre impedito di abbandonarsi all’amore. Nessuna gli ha portato rancore per questo, perché nonostante lui si definisse “freddo, insensibile ed egoista”, aveva dimostrato di voler vincere i suoi timori. Questa è una storia romanzata: seguendo le tracce di testimonianze scritte, tutte vere, gli autori hanno interpretato le emozioni e i sentimenti raccontando cosa hanno provato, sentito, le donne di Kafka, nella speranza di avvicinarsi alla più vera verità possibile.





Recensione


Non si può sfuggire a sé stessi. È il destino.



Franz Kafka è sicuramente uno dei più brillanti scrittori del panorama letterario con le sue opere per lo più fondate sull’insensatezza e la precarietà della vita, in cui dolore e crudeltà la fanno da padrone. Ma chi era davvero Franz? Chi era l’uomo che impugnava la penna da cui sono sgorgati capolavori immortali? Era un essere umano come gli altri, con una propria personalità, proprie fragilità e demoni da combattere, paure, o meglio, PAURA, di cui lui andava ironicamente fiero.



 

La paura è forse la parte migliore di me. [..] Che cosa, infatti, si potrebbe trovare in me di tanto degno d’amore? La paura però è degna d’amore.



Viene descritto da chi l’ha conosciuto come un individuo gentile, premuroso, paziente, rispettoso, attento agli altri, “profondamente buono e sincero”, quanto rigoroso e severo con le sue creazioni d’inchiostro, che riteneva lo scopo principe della sua esistenza. Scopo dinanzi al quale anche i rapporti con le donne passavano inesorabilmente in secondo piano.



Kafka non voleva rinunciare alla sua esigenza di vivere «in modo fantastico solo per il mio lavoro».



Ammalatosi di tubercolosi, malattia che lo costringeva a frequenti soggiorni “curativi”, si dedicò ancora più alacremente alla scrittura, consapevole e per nulla spaventato dalla fine incombente, che gli conferì invece una sensibilità ed un rigore spirituale quasi incredibili coi quali poté vedere il mondo “con una tale chiarezza e precisione da non poterlo sopportare, da doverne morire”. Riteneva il suo essere vivo una colpa da espiare, giorno dopo giorno, e lo scrivere era il suo modo di “chiedere scusa”, un compito che svolse fino all’ultimo attimo possibile.



Franz scrisse fino a due giorni prima di lasciarmi. Non poteva già più parlare: ed ecco novelle, appunti, idee, lettere e bigliettini per comunicare con ognuno di noi.



A causa di questi ragionamenti estremi, le sue relazioni erano destinate a risolversi inesorabilmente quando dallo scambio epistolare si passava agli incontri e ai progetti comuni. L’innamoramento, la ricerca della felicità erano per lui un mezzo di evasione dalla colpa da espiare: anche se provava sentimenti forti, ne temeva il vincolo, e malgrado le sue buone intenzioni, non riusciva a liberarsi dalle catene che lui stesso si era eretto intorno.



Era il suo destino scontentare tutti. Egli se ne addolorava ma non poteva opporsi a quel destino che con la sua mente aveva costruito.


Un uomo terrorizzato, letteralmente. Che nell’amore vedeva o credeva di vedere una prigione.



Solamente negli ultimi anni della sua vita Kafka trovò il coraggio di mettere da parte i suoi “tormenti” e andò a convivere con Dora Diamant a Berlino. Un periodo sereno, con momenti felici ed altri meno, ma che sicuramente lo portò a condividere anche la sua attività letteraria con un’altra persona, cosa impensabile precedentemente.



Vivo nella certezza, e non perché me lo disse anche Franz, ma perché lo sentii allora e dopo, che lui vide qualcosa in me, qualcosa di più grande di noi due, vide in un lampo, o magari nella mie mani chissà, il nostro futuro, il mondo con noi due insieme, uniti.



Attraverso testimonianze scritte, rigorosamente vere, il libro dà voce a cinque donne (Felice, Grete, Julie, Milena e Dora) che hanno amato un uomo che aveva paura d’amare. Impegnate socialmente, indipendenti, intelligenti e forti, queste donne hanno combattuto per aiutarlo a squarciare il velo oscuro che ammantava il suo animo, lasciandolo senza rancore alcuno quando erano costrette ad arrendersi. Un libro interessante, appassionante e sorprendente che mira a far conoscere il Kafka uomo al posto del Kafka scrittore, per poter comprendere meglio il naturalismo, la sofferenza e l’angoscia di cui sono impregnate le sue opere. Un libro che commuove e al tempo stesso dona speranza, la speranza che l’amore possa nascere e fiorire colorando almeno un po' anche il giardino arido di un cuore “al buio”!



Mi appagava la convinzione che Frank mi aveva dato tutto ciò che poteva darmi. Se una persona ha solo una mano e ti regala le sue cinque dita, non puoi chiedere di più.

 

 




Titolo: Come corde di chitarra
Autore: Anna Bells Campani
Editore: Sperling & Kupfer (8 febbraio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Dopo che lei e suo fratello si trovano in grave pericolo, Riley, una giovane australiana, decide di scappare e andare lontano. Si rifugia quindi a Londra dove, per volere della sorte, incontra il misterioso e irresistibile Liam, un musicista bello e dannato, dalla voce sensuale. Pur nel bel mezzo di mille ostacoli e insidie, tra i due la passione divampa come un incendio, che ben presto si trasforma in amore. Tuttavia, i segreti e le differenze tra Riley e Liam rischiano di diventare insormontabili, facendo naufragare il grande sentimento che li unisce. Il destino avrà in serbo per loro un lieto fine?





Recensione


Non smetterò di amarti per il nome che porti.



“La leggenda narra che uomini e donne vengono al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme. Non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro, è un filo che lega due anime per sempre. Questo filo rosso è lunghissimo, indistruttibile e serve a tenere unite le due persone che sono destinate a stare insieme per sempre. Il problema è che, essendo molto lungo, spesso si aggroviglia e crea intrecci strani e nodi che causano qualche difficoltà alle due anime destinate a congiungersi.”: in queste righe è racchiusa l’essenza di questo, a mio avviso, CAPOLAVORO “romance”!.

Una storia struggente, dolorosa e graffiante, intrisa d’irrefrenabile passione e prepotenti sentimenti, di rabbia cocente e buia disperazione, un mix d’emozioni che trova nelle note di una chitarra la perfetta colonna sonora.



Io e Riley avevamo fatto l’amore, ci eravamo sfiorati, amati, morsi e graffiati, soltanto suonando a pochi centimetri di distanza.



Riley Davis è ufficialmente una videoreporter di Canberra, in Australia, ufficiosamente una delle migliori hacker al mondo insieme al gemello Rick. A causa dell’ultimo “lavoro”, oltremodo pericoloso e rischioso, quest’ultimo viene arrestato dal padre poliziotto George, che li odia entrambi a morte, mentre Riley riesce a fuggire con una nuova identità a Londra, città adorata dalla madre Kaori, scomparsa sei anni prima.

Il giorno del suo arrivo viene calamitata in un pub da una voce che canta ed incontra il chitarrista Liam. Da subito tra di loro scatta qualcosa di assolutamente imprevedibile eppure innegabile, più forte degli ostacoli che dovrebbero tenerli lontani.



Ormai siamo troppo vicini, troppo incastrati per riuscire a tornare singole persone.



Tutti e due infatti sono fidanzati e la ragazza rimarrà nella capitale inglese soltanto per poco. Oltretutto Liam non sa chi lei è in realtà e la terribile situazione  in cui si trova invischiata.



Devo salvare entrambi da questo terribile errore.



Un libro intenso, frenetico, sconvolgente, commovente e sorprendente, uno spartito dal ritmo veloce ma profondo, una canzone dalle parole taglienti ma indimenticabili. Un libro che narra d’amore e sofferenza, di coraggio e altruismo, di bugie e verità, di sbagli e segreti, di sacrificio e perdono. Un libro che vede una madre ed una figlia percorrere il medesimo sentiero del destino tracciato dal “filo rosso”, un tragitto irto di nodi all’apparenza indissolubili.



Riley aveva troppi casini da risolvere con sé stessa per poter essere Claudia, la ragazza di cui Liam si era innamorato. Doveva essere Riley e doveva esserlo da sola.



Sullo sfondo dell’incredibile melodia combinata del pianoforte e della chitarra, i due protagonisti si vedranno costretti a lottare contro tutti e soprattutto contro sé stessi sulle ali di un amore che non conosce confine di tempo e spazio. Un amore bellissimo quanto tormentato, un amore che mette a tacere la ragione e dona un senso nuovo e stupefacente all’esistenza.



Lui riesce a cantare quello che sono, quello che provo.


Ho bisogno di Riley accanto per poter sentire il suono di casa mia.



Una lettura davvero consigliatissima agli animi romantici, che toglie il fiato per la minuziosa descrizione degli stati d’animo dei personaggi, sia principali che secondari, e per la dolcezza ed insieme l’urgenza del rapporto tra Riley e Liam, rapporto che farà sciogliere in lacrime anche i più cinici.

I miei più sinceri complimenti all’autrice per la sua bravura stilistica e narrativa!



Ti amerò ogni volta che sentirò una canzone, ogni volta che sentirò il suono di una chitarra, ti amerò ogni volta che mi guarderò allo specchio la mattina, perché mi basterà guardare me per vedere anche te.


 




Titolo: Un cupido fuori programma
Autore: Noemi N.
Editore: Blueberry Edizioni (29 novembre 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Alice Moreau ha appena compiuto trent'anni, vive a Parigi, ha una sorella che adora, dei genitori premurosi che le vogliono bene e lavora come accompagnatrice turistica presso il tour operator di famiglia. Tutto sembra scorrere liscio… forse troppo. Sente che le manca qualcosa e quel sogno, da troppo tempo sopito, di diventare una scrittrice torna a fare capolino nei suoi pensieri con sempre maggior insistenza. Le serve però un'ispirazione e quale luogo potrebbe essere migliore di Edimburgo e della Scozia, patria della sua scrittrice preferita, per iniziare una nuova vita? Così, contro il parere di quasi tutta la sua famiglia decide di partire, dandosi tempo un anno per realizzare il suo progetto.
Il Duca Edward Alastair Christopher Wallace IV MacAlpin del Casato degli Alpin ha tutto quello che un uomo possa desiderare: bello, ricco, un castello da favola e un titolo nobiliare. Integerrimo e incorruttibile, non riesce a dire di no soltanto a una persona: sua sorella di appena otto anni.
E se quest'ultima gli chiedesse di assumere come insegnante privata di lingue una ragazza francese un po’ frivola e svampita che si era persa durante una gita nel loro castello? Riuscirà a non accontentarla?
Per il Duca sembra una scelta davvero azzardata, ma qualcosa sembra suggerirgli che si tratti della persona giusta. Sarà stato il suo cuore?
Alice e il Duca MacAlpin non hanno davvero niente in comune ma sono entrambi in cerca di qualcosa. E se ci pensasse Cupido a far guardare loro nella stessa direzione?




Recensione

Nessuno può decidere davvero di chi fidarsi o meno, né verso chi aprire il proprio cuore o meno. Succede e basta.


Tra le mura di un magnifico castello scozzese una favola moderna emozionante e singolare nelle sue mille sfumature di colore che tingono di calore e speranza il cuore e l’anima.

Alice Moreau è una ragazza francese di Parigi che, alla soglia dei trent’anni, ha deciso di mollare la sicurezza della sua casa e del suo lavoro nel settore turistico per tentare di realizzare il suo sogno di scrivere un libro per bambini. E quale posto migliore per farlo della Scozia, precisamente di Edimburgo, dove è nata la saga di Harry Potter?

Peccato che dopo un anno, tempo che si era presa di pausa dalla “realtà”, non abbia concluso nulla. Non resta che tornare all’ovile con la coda tra le gambe. Ma una gita  al castello dei McAlpin, dove incontra la piccola Victoria ed il Duca suo fratello, sconvolgerà tutti i piani prestabiliti.



A quanto pare la sfiga che mi aveva maledetto ultimamente ha deviato la sua traiettoria!



Reinventatasi insegnante di lingue per Victoria, si ritroverà a vivere al castello e ad avere a che fare col burbero e “glaciale” Duca, col quale, malgrado il suo essere sexy da paura, non sembra poterci essere altro che reciproca antipatia ed incomprensioni. O è solo lo strato superficiale di qualcosa di più?



…avrei voluto approfondire quelle sensazioni provate durante il famoso ballo…


…è successo qualcosa, qualcosa che non mi aspettavo e che mi ha totalmente spiazzato mandandomi in confusione.



Christopher McAlpin è un uomo riservato e schivo, restio ad aprirsi agli estranei, in particolar modo alle donne, a causa di un doloroso passato. Alice poi è così irriverente, irrispettosa delle formalità cui lui tiene molto, così spiazzante e provocatrice che lo fa impazzire. Nonostante cerchi di evitarla il più possibile, non può però smettere di pensare a lei, e di certo non in termini professionali…



Era da una vita che non provavo queste sensazioni per una donna e forse anche allora non erano così forti, così tangibili, così selvagge.



Due persone agli antipodi che devono convivere civilmente per il bene che li lega alla splendida quanto fragile Victoria. Un valzer d’equivoci e fraintendimenti esilarante, stuzzicante e divertente, una danza a tratti frenetica a tratti lenta che li conduce inesorabilmente ad avvicinarsi e a scoprire sentimenti inaspettati quanto intensi e sconvolgenti.



…non credo di aver mai provato prima un sentimento così totale e destabilizzante per un uomo.


Questa donna è la mia droga. Devo assumerne a dosi quotidiane massicce, non m’importa se andrò in overdose.



Un romanzo “leggero” ricco di colpi di scena e di tematiche importanti e “toste”, come le conseguenze psicologiche della fine traumatica di una relazione, la capacità di lasciarsi andare e di fidarsi, il coraggio di cambiare, il timore di perdere i propri cari, la necessità di affrontare i demoni interiori, la forza di lottare per raggiungere la felicità. Un romanzo scoppiettante, ironico e passionale, ma al contempo tenero e delicato, struggente e “magico”, un cofanetto portagioie di elegante e fine fattura ricolmo delle gemme più disparate che nell’insieme creano un disegno unico e splendente. Un romanzo dove l’amore arriva “fuori programma” a scombinare le vite dei protagonisti per ridipingerle di luce ed indirizzarle sui binari di un futuro inimmaginabile eppure straordinario.



L’unica favola che non mi stancherò mai di scrivere è proprio la nostra.



L’ambientazione è lo sfondo perfetto per una storia dal sapore fiabesco che si riverbera nelle pagine del libro di Alice dando origine ad un parallelismo d’effetto che rende ancora più intrigante la narrazione. Sapiente la scelta e la caratterizzazione dei personaggi secondari, i quali contribuiscono a dare spessore e “pepe” agli eventi, spesso in maniera del tutto inattesa. Complessivamente un piccolo capolavoro del genere “romance impegnato” consigliatissimo per San Valentino (e anche per gli altri giorni) per evadere dalla quotidianità e per non smettere mai di sognare…



Ogni più piccola, insignificante scelta che compiamo nella nostra vita può portarci alla conclusione più meravigliosa di sempre.


 




Titolo: Bisognerebbe avvisarli
Autore: Jole Bevilacqua
Editore: Morellini  (27 gennaio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Quando ogni ricordo sembra svanito nel nulla, un album di fotografie riesce a riavvicinare una madre e una figlia, permettendo a entrambe di ripercorrere la propria vita. Oltre a recuperare il rapporto con la madre, la giovane donna cerca anche di ricucire il suo matrimonio con un brillante medico, a cui ha interamente affidato la sua felicità, superando il dolore mai elaborato di non aver avuto figli. L’anziana signora deve invece fare i conti con un segreto ingombrante sulla sua vita coniugale: tenerselo dentro le è costato una fatica tale da desiderare di cancellare tutto. Attraverso il colore e la passione per il disegno, che hanno caratterizzato la loro relazione, le due donne troveranno un ponte su cui far passare sentimenti ed emozioni, man mano che la mediazione della parola si affievolisce. Ad accompagnarle, però, c'è anche un’altra figura, che si insinua con insistenza nei pensieri della madre, e anche della figlia, un animaletto in tutto simile ai peluches dei più piccoli, che diventa simbolo dell’energia vitale necessaria ad affrontare anche le sfide più dure.




Recensione

Non si può essere forti se non accettando di essere deboli, in fondo.



La storia di una madre e di una figlia legate dalle variegate sfumature emozionali dei colori utilizzati nei loro adorati disegni. Disegni che continuano a rivestire il ruolo di   terreno d’incontro anche quando la vita sembra volerle allontanare.

Stanca ed esasperata dal silenzio e dal dolore che ormai impregna in crescendo le sue giornate solitarie, dopo un attacco di rabbia distruttrice, la madre si ritrova ospite di una RSA, dove la figlia quotidianamente le fa visita. Quest’ultima, incapace di comprendere razionalmente la diversa dimensione in cui si è rifugiata la madre, arriverà a capire che proprio tramite quei disegni che le avevano sempre unite potrà finalmente raggiungerla.



Come aveva fatto lei con me da piccola, le preparavo dei disegni di case con nuvole, fiori e animaletti (sì, animaletti!) da colorare perché era l’unico modo per distrarla e riportarla a me: le piacevano molto e li commentava con entusiasmo ristabilendo un canale di comunicazione che anch’io potevo percorrere.



Un racconto toccante, intimo e crudo che, attraverso l’uso delle tinte colorate cerca di addolcire e venare di fragrante tenerezza una narrazione sovente troppo forte, indigesta ed intrisa di sofferenza. Un racconto amaro che scalfisce delicatamente anche il più duro dei cuori ma che dona al contempo una luminosa speranza in quelle che sembrano tenebre (o meglio nuvole) nere ed impenetrabili. Un racconto che parla d’amore, un amore che resta e si rafforza malgrado gli sgambetti del destino, pure grazie ad una curiosa figura, quella dell’“animaletto”, simbolo della forza di rinascere e di sorridere comunque alla bellezza che si ha attorno.



Forse è questo che bisogna fare: […], seguire l’animaletto che guizza dentro di noi, avere fiducia di poter attraversare la malinconia e ritrovare quel filo di gioia che ci guiderà attraverso l’oscuro paese delle ombre in cui ci è dato di passare.



Una famiglia come tante, serena nella sua normalità, con una madre affettuosa amante del disegno e della creazione di abiti per la sua bambina, poi per caso vetrinista di successo. Una figlia cresciuta felice che s’innamora e si sposa con quello che diventerà un medico brillante ed il centro del suo universo. Una stupenda copertina che cela però all’interno dubbi ed insoddisfazioni, paure e sogni infranti, tristezza e rassegnazione, che ben presto verranno a reclamare il conto.



Vivere con il dolore è difficile, viene a ondate e se uno non sta sul chi vive ti prende di sorpresa.



Un libro con punti di vista alternati scritto in maniera semplice eppure impeccabile, con un tono quasi “frivolo” che smorza la severità degli argomenti trattati e conduce naturalmente ad un’empatia profonda coi personaggi. Uno spaccato esistenziale dove le lacrime si tramutano in perle lilla ed i sorrisi divengono uno strumento d’interazione al posto delle parole. Un affresco vivido e pulsante che dipinge la malattia mentale non come sintomo di ansia e disperazione, ma come nuova opportunità.



Non conosco il suo mondo, come Orfeo non decifrava il mondo dove era finita la sua giovane sposa. E’ un posto difficile, oscuro, pauroso. Ci vuole una piccola luce, una fiammella tremebonda a cui affidarsi. E’ proprio così: devo affidarmi, abbandonare il mio criterio, le mie certezze, le mie parole, le mie etichette. […] Devo accettare il suo linguaggio scarno, i suoi simboli. 



Consigliato a tutti, per avere una visione innovativa e bellissima di un qualcosa che sembra non poterne avere una!



Io sono l’animaletto: io sono la spensieratezza, la gioia, la vita.

 




Titolo: Armilla Meccanica, nel cielo.
Autore: Fabio Carta
Editore: Inspired Digital Publishing  (4 novembre 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗

"I Meka incarnavano un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle. Troppo grande l'universo per affrontarlo con le sole piccole membra fornite all’uomo dalla natura". Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile. Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l'aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno. Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.





Recensione

La verità non è un sapere, ma un’esperienza di vita interiore.



Sullo sfondo dello spazio cosmico i destini degli uomini sono soggetti agli scherzi del tempo e del crack finanziario dell’Armilla, che li condurrà a lotte di potere e a disperati tentativi di ristabilire l’ordine preesistente.

La Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è sconvolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, da disordini e rivoluzioni. A regnare è il feroce dittatore Meklord, cui i pacifici queer, i nativi, fanno opposizione per quanto possono, mentre attendono l’aiuto degli abitanti della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare le armate meccaniche del tiranno.

Su una remota miniera extrasolare, Moa-B, un vecchio mek-operaio, Geuse, vede giorno dopo giorno sfumare i frutti del suo duro lavoro a causa della crisi economica che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita, ma non è così semplice…



Era stanco, Geuse. Stanco del suo continuo stato di alterazione e percezione fuori dal tempo, stanco di dover sempre più spesso ricorrere a stupide preghiere, nel migliore dei casi, o allo stordimento delle droghe, molto più di frequente.



Un racconto dall’incipit un tantino “nebuloso” come l’atmosfera del pianeta Moa-B, che impedisce al lettore di comprendere appieno le parole scritte, almeno fino al cuore della narrazione, dove la storia acquista una stupefacente accelerata adrenalinica. Un racconto troppo denso di eccessivi e pedanti tecnicismi che francamente annoiano ed appesantiscono la prosa, rendendola pienamente adatta soltanto a chi padroneggia tale specifico lessico. Un racconto che lentamente esprime il suo potenziale, conducendo in una vicenda intrigante ed originale, tanto da far attendere con ansia la prossima puntata.



“Piacere mio, Geuse.”

“E tu sei Malah.”

“Sì, sono io.”



Ammassi rocciosi freddi ed inospitali, Spire sconquassate dall’allocronia, astrazioni metacroniche, insurrezioni, timori, speranze, voglia di cambiamento: un coacervo di elementi che danno il via ad una saga che si preannuncia degna di attenzione. E che pone al centro della scena il “meka”, una macchina inizialmente pensata per il lavoro nello spazio, poi divenuta strumento di guerra e simbolo di potere. Una macchina che:



…incarnava un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle.



Un libro di non facile scorrevolezza, a tratti ostico e logorroico, eppure ricco di colpi di scena e di ragionamenti filosofeggianti interessanti. I personaggi emergono dalle pagine e vengono incontro nel dipanarsi dell’azione, tecnica questa che si rivela vincente e di sicura riuscita in termini di affezione e curiosità. L’ambientazione è suggestiva e ben descritta, con tocchi di genio davvero particolari che testimoniano la voglia di sorprendere e l’ingegno dell’autore.



A ogni loro passaggio gli orbiter baluginavano come lentissime meteore dietro le coltri di nubi sbiancate dalla loro stessa luce.



Consigliato a chi ama le serie “spaziali” ed è avvezzo al dizionario “tecnico”!



Siamo solo nuvole di probabilità in cerca di consistenza, di affermazione su altre ipotesi di noi stessi.





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