La Valigia di Carta

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Titolo: Bisognerebbe avvisarli
Autore: Jole Bevilacqua
Editore: Morellini  (27 gennaio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Quando ogni ricordo sembra svanito nel nulla, un album di fotografie riesce a riavvicinare una madre e una figlia, permettendo a entrambe di ripercorrere la propria vita. Oltre a recuperare il rapporto con la madre, la giovane donna cerca anche di ricucire il suo matrimonio con un brillante medico, a cui ha interamente affidato la sua felicità, superando il dolore mai elaborato di non aver avuto figli. L’anziana signora deve invece fare i conti con un segreto ingombrante sulla sua vita coniugale: tenerselo dentro le è costato una fatica tale da desiderare di cancellare tutto. Attraverso il colore e la passione per il disegno, che hanno caratterizzato la loro relazione, le due donne troveranno un ponte su cui far passare sentimenti ed emozioni, man mano che la mediazione della parola si affievolisce. Ad accompagnarle, però, c'è anche un’altra figura, che si insinua con insistenza nei pensieri della madre, e anche della figlia, un animaletto in tutto simile ai peluches dei più piccoli, che diventa simbolo dell’energia vitale necessaria ad affrontare anche le sfide più dure.




Recensione

Non si può essere forti se non accettando di essere deboli, in fondo.



La storia di una madre e di una figlia legate dalle variegate sfumature emozionali dei colori utilizzati nei loro adorati disegni. Disegni che continuano a rivestire il ruolo di   terreno d’incontro anche quando la vita sembra volerle allontanare.

Stanca ed esasperata dal silenzio e dal dolore che ormai impregna in crescendo le sue giornate solitarie, dopo un attacco di rabbia distruttrice, la madre si ritrova ospite di una RSA, dove la figlia quotidianamente le fa visita. Quest’ultima, incapace di comprendere razionalmente la diversa dimensione in cui si è rifugiata la madre, arriverà a capire che proprio tramite quei disegni che le avevano sempre unite potrà finalmente raggiungerla.



Come aveva fatto lei con me da piccola, le preparavo dei disegni di case con nuvole, fiori e animaletti (sì, animaletti!) da colorare perché era l’unico modo per distrarla e riportarla a me: le piacevano molto e li commentava con entusiasmo ristabilendo un canale di comunicazione che anch’io potevo percorrere.



Un racconto toccante, intimo e crudo che, attraverso l’uso delle tinte colorate cerca di addolcire e venare di fragrante tenerezza una narrazione sovente troppo forte, indigesta ed intrisa di sofferenza. Un racconto amaro che scalfisce delicatamente anche il più duro dei cuori ma che dona al contempo una luminosa speranza in quelle che sembrano tenebre (o meglio nuvole) nere ed impenetrabili. Un racconto che parla d’amore, un amore che resta e si rafforza malgrado gli sgambetti del destino, pure grazie ad una curiosa figura, quella dell’“animaletto”, simbolo della forza di rinascere e di sorridere comunque alla bellezza che si ha attorno.



Forse è questo che bisogna fare: […], seguire l’animaletto che guizza dentro di noi, avere fiducia di poter attraversare la malinconia e ritrovare quel filo di gioia che ci guiderà attraverso l’oscuro paese delle ombre in cui ci è dato di passare.



Una famiglia come tante, serena nella sua normalità, con una madre affettuosa amante del disegno e della creazione di abiti per la sua bambina, poi per caso vetrinista di successo. Una figlia cresciuta felice che s’innamora e si sposa con quello che diventerà un medico brillante ed il centro del suo universo. Una stupenda copertina che cela però all’interno dubbi ed insoddisfazioni, paure e sogni infranti, tristezza e rassegnazione, che ben presto verranno a reclamare il conto.



Vivere con il dolore è difficile, viene a ondate e se uno non sta sul chi vive ti prende di sorpresa.



Un libro con punti di vista alternati scritto in maniera semplice eppure impeccabile, con un tono quasi “frivolo” che smorza la severità degli argomenti trattati e conduce naturalmente ad un’empatia profonda coi personaggi. Uno spaccato esistenziale dove le lacrime si tramutano in perle lilla ed i sorrisi divengono uno strumento d’interazione al posto delle parole. Un affresco vivido e pulsante che dipinge la malattia mentale non come sintomo di ansia e disperazione, ma come nuova opportunità.



Non conosco il suo mondo, come Orfeo non decifrava il mondo dove era finita la sua giovane sposa. E’ un posto difficile, oscuro, pauroso. Ci vuole una piccola luce, una fiammella tremebonda a cui affidarsi. E’ proprio così: devo affidarmi, abbandonare il mio criterio, le mie certezze, le mie parole, le mie etichette. […] Devo accettare il suo linguaggio scarno, i suoi simboli. 



Consigliato a tutti, per avere una visione innovativa e bellissima di un qualcosa che sembra non poterne avere una!



Io sono l’animaletto: io sono la spensieratezza, la gioia, la vita.

 




Titolo: Armilla Meccanica, nel cielo.
Autore: Fabio Carta
Editore: Inspired Digital Publishing  (4 novembre 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗

"I Meka incarnavano un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle. Troppo grande l'universo per affrontarlo con le sole piccole membra fornite all’uomo dalla natura". Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile. Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l'aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno. Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.





Recensione

La verità non è un sapere, ma un’esperienza di vita interiore.



Sullo sfondo dello spazio cosmico i destini degli uomini sono soggetti agli scherzi del tempo e del crack finanziario dell’Armilla, che li condurrà a lotte di potere e a disperati tentativi di ristabilire l’ordine preesistente.

La Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è sconvolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, da disordini e rivoluzioni. A regnare è il feroce dittatore Meklord, cui i pacifici queer, i nativi, fanno opposizione per quanto possono, mentre attendono l’aiuto degli abitanti della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare le armate meccaniche del tiranno.

Su una remota miniera extrasolare, Moa-B, un vecchio mek-operaio, Geuse, vede giorno dopo giorno sfumare i frutti del suo duro lavoro a causa della crisi economica che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita, ma non è così semplice…



Era stanco, Geuse. Stanco del suo continuo stato di alterazione e percezione fuori dal tempo, stanco di dover sempre più spesso ricorrere a stupide preghiere, nel migliore dei casi, o allo stordimento delle droghe, molto più di frequente.



Un racconto dall’incipit un tantino “nebuloso” come l’atmosfera del pianeta Moa-B, che impedisce al lettore di comprendere appieno le parole scritte, almeno fino al cuore della narrazione, dove la storia acquista una stupefacente accelerata adrenalinica. Un racconto troppo denso di eccessivi e pedanti tecnicismi che francamente annoiano ed appesantiscono la prosa, rendendola pienamente adatta soltanto a chi padroneggia tale specifico lessico. Un racconto che lentamente esprime il suo potenziale, conducendo in una vicenda intrigante ed originale, tanto da far attendere con ansia la prossima puntata.



“Piacere mio, Geuse.”

“E tu sei Malah.”

“Sì, sono io.”



Ammassi rocciosi freddi ed inospitali, Spire sconquassate dall’allocronia, astrazioni metacroniche, insurrezioni, timori, speranze, voglia di cambiamento: un coacervo di elementi che danno il via ad una saga che si preannuncia degna di attenzione. E che pone al centro della scena il “meka”, una macchina inizialmente pensata per il lavoro nello spazio, poi divenuta strumento di guerra e simbolo di potere. Una macchina che:



…incarnava un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle.



Un libro di non facile scorrevolezza, a tratti ostico e logorroico, eppure ricco di colpi di scena e di ragionamenti filosofeggianti interessanti. I personaggi emergono dalle pagine e vengono incontro nel dipanarsi dell’azione, tecnica questa che si rivela vincente e di sicura riuscita in termini di affezione e curiosità. L’ambientazione è suggestiva e ben descritta, con tocchi di genio davvero particolari che testimoniano la voglia di sorprendere e l’ingegno dell’autore.



A ogni loro passaggio gli orbiter baluginavano come lentissime meteore dietro le coltri di nubi sbiancate dalla loro stessa luce.



Consigliato a chi ama le serie “spaziali” ed è avvezzo al dizionario “tecnico”!



Siamo solo nuvole di probabilità in cerca di consistenza, di affermazione su altre ipotesi di noi stessi.





 




Titolo: Non è un paese per single
Autore: Felicia Kingsley
Editore: Newton Compton Editori (10 gennaio 2022)
Giudizio: 💗💗💗

Belvedere in Chianti, piccolo borgo sulle colline toscane, dove abbondano ulivi e vigne ma di scapoli nemmeno l’ombra, è in fermento: Charles Bingley, nipote del defunto conte Ricasoli, sta arrivando dall’Inghilterra per prendere possesso dell’eredità, la tenuta Le Giuggiole. La notizia ha scatenato le potenziali suocere, disposte a tutto pur di sistemare le figlie con Charles o con il suo altrettanto affascinante, ricco e single amico Michael D’Arcy. A chi, invece, questa caccia al marito non interessa, è Elisa, amica d’infanzia di entrambi i giovani, con i quali passava tutte le estati alla tenuta, dove ora vive e si occupa con passione della vigna e della produzione del vino. Mentre tutte le ragazze di Belvedere si contendono i due appetitosi single, Elisa cerca di capire cosa ne sarà della tenuta, dato che Charles e Michael sembrano arrivati in Toscana con intenzioni poco chiare. Sono passati molti anni da quando lei e Michael erano compagni di giochi, la vita li ha cambiati e molti segreti si sono annidati tra le pieghe del tempo, che però sono sempre più difficili da nascondere. Possibile che due amici affiatati come loro possano ritrovarsi nemici? E se tra bicchieri di Chianti, scorpacciate di pappardelle e molti malintesi Elisa e Michael finissero a fare i conti con sentimenti tanto forti quanto imprevisti e forse impossibili da reprimere? A Belvedere, terra di pettegolezzi, tutti vogliono sapere…






Recensione

Le donne sono lucide finché non fanno sesso, poi si rimbambiscono; gli uomini invece hanno il cervello scollegato finché non scopano, poi riacquistano una crudele lucidità.

 

 

Una rivisitazione di Orgoglio e Pregiudizio, capolavoro di Jane Austen, una delle opere più amate di sempre, ambientata ai “giorni nostri”… Niente di nuovo, insomma!

Non è un paese per single è tuttavia una lettura molto affascinante, che ci trasporta tra le colline toscane, tra abitanti retrogradi e semplici, buffi e dalla lingua affilata, invadenti e impiccioni… In una paesino del Chianti, Belvedere, dove tra le donne vige una sola religione: trovare marito!

Alla tenuta Le Giuggiole troviamo Elisa Benetti con la sua famiglia: figlia, mamma e sorella. Vivono lì da sempre, in qualità di dipendenti, occupandosi della villa padronale e della vigna. Tuttavia il proprietario è da poco deceduto, e il nuovo erede, Charles Bingley, sembra intenzionato a voler vendere la tenuta al miglior offerente… Insieme all’odiosa sorella, arriva dunque in Italia per ispezionare la proprietà, portandosi dietro il proprio miglior amico nonché miglior consulente per la ricerca di clienti, Micheal D’Arcy.

Elisa, i Bingley e Micheal si conoscono fin da bambini, in quanto, seppur abitando a Londra, i ragazzi erano soliti passare le estati alla tenuta Le Giuggiole. All’epoca Elisa era una ragazzina grassoccia e dai modi un po’ maschiacci, ma adesso è una splendida trentenne a capo della vigna e della produzione dei vini, con una figlia tredicenne a carico.

La trama, come abbiamo detto, è un po’ scontata, tuttavia ho molto apprezzato la semplicità della lettura, la sua scorrevolezza, le battute ironiche e le scene “da commedia”, l’uso del dialetto nei dialoghi. Mi è un po’ mancato quel qualcosa in più, quella caratterizzazione dei personaggi più approfondita, il vedere più interazioni con gli altri: più rapporto Elisa/sua figlia, Elisa/migliore amica, Micheal/Charles…  Insomma, troppe scene “solo protagonisti” e poca ciccia con gli altri, soprattutto verso gli ultimi capitoli!

Una lettura piacevole, con alcuni colpi di scena interessanti, non memorabile, ma consigliata a chi cerca un intrattenimento non impegnativo e rilassante!

 

 

Ci metterò mesi, forse anni a dimenticarlo ma se restassi qui morirei dentro.



 




Titolo: Be my Christmas Present
Autore: Elisabeth Rose
Data di pubblicazione: 3 dicembre 2021
Giudizio: 💗💗💗💗💗

“Prenditi cura di tua sorella”: le uniche parole che il padre le ha lasciato, prima di sparire.
Reese Sheridan mette sottosopra la propria vita per occuparsi della piccola Scarlett, di soli sei anni, ma il compito è più difficile di quanto abbia immaginato, e gli errori le tendono l’agguato troppo spesso, fino a quello che temerà possa essere l’ultimo.
Patrick Hanks è un avvocato di successo, e ambizioso. Quando si sparge la voce che uno dei più grandi magnati dello Stato è in cerca di un nuovo legale, Patrick è pronto a qualunque compromesso pur di essere scelto dall’eccentrico milionario, anche sapendo che una delle condizioni è smettere di frequentare una donna diversa ogni settimana. Ha un progetto ben preciso da seguire, ma un imprevisto fa crollare il suo piano. Perché quella ragazza è nel suo appartamento, in piena notte e con una bambina? Chiamare la polizia è la cosa giusta ma qualcosa lo trattiene… e la sua esitazione innescherà un precipitare degli eventi, dove realtà e finzione non avranno più confini così definiti come dovrebbero.
Patrick e Reese abiteranno sotto lo stesso tetto, seguendo le regole ben precise di un accordo siglato da entrambi, fino quando, poco prima di Natale, tutti i tasselli verranno di nuovo mescolati.





Recensione

Quest’anno sei tu il mio regalo.



Una storia struggente e appassionante, ironica e profonda, che richiama alla mente la fiaba di “Cenerentola”,  resa ancora più “magica” dall’ambientazione natalizia.

Reese Sheridan è una ventiquattrenne ballerina del Philadelphia Ballet con una laurea in chimica. Sa che diventare insegnante le assicurerebbe una maggiore sicurezza finanziaria, ma adora ballare e la sua vita le va bene così. Almeno fino al giorno in cui il padre, direttore di banca, sparisce all’improvviso con la babysitter della sorellina di sei anni Scarlett, dopo aver derubato per anni i suoi clienti.

Ritrovatasi sola e senza soldi, Reese è costretta ad abbandonare la danza. Trova impiego in una ditta di pulizie e due sere a settimana in un night club. Riesce ad affittare un piccolo appartamento per sé e la sorella, ma un brutto giorno il padrone di casa decise all’improvviso di sfrattarle. Che fare? Sa che è illegale, ma, per risparmiare i costi del motel, decide di approfittare della settimana di assenza da casa dell’avvocato Patrick Hanks, conosciuto durante un turno di lavoro nel suo palazzo. Non poteva di certo immaginare che lui sarebbe tornato prima del previsto…



Tu? Che cazzo ci fai in casa mia?



Patrick è un quarantenne in carriera, affascinante e sicuro di sé, dedito ad avventure senza impegno con le donne. Quando però il magnate delle Woods Industries deve scegliere un nuovo studio legale cui appoggiarsi, deve decisamente darsi una regolata perché il “vecchio” tiene molto alla morale e non esita a compiere inaspettati “agguati”. Come quando si presenta senza preavviso la mattina dopo che ha scoperto Reese e la sorella nel suo appartamento. E a quel punto non può far altro che coinvolgerle…



Ti scongiuro, assecondami. Qualsiasi cosa io dica, non contraddirmi davanti all’uomo che è dietro quella porta.



Una convivenza “forzata” ripiena di regole e limiti, due sconosciuti che impareranno a conoscersi e a conoscere loro stessi mettendo in discussione ogni certezza, una data di scadenza che sembra al contempo una liberazione e una fine non voluta, un sentimento prepotente che chiede spazio ma che spaventa all’inverosimile.



Non sono pronto, non ancora…



Un libro intenso e bellissimo, delicato e pungente, che riesce a condensare e amalgamare con tocco leggero eppure incisivo temi forti con altri più frivoli, dolore e felicità, rabbia e tenerezza, gelosia e romanticismo, bugie e verità. Un libro che avvince con due protagonisti “tosti”, ciascuno arroccato sulle proprie convinzioni e deciso a non cedere, che dovranno trovare un modo per venirsi incontro e soprattutto per scendere a patti con ciò che provano l’uno per l’altra. Un libro che dona speranza e scalda il cuore, portando a credere che i sogni possono realmente avverarsi.



Sta succedendo davvero…



L’amore giunge inaspettato a scombussolare la nostra esistenza abitudinaria, mettendo tutto a soqquadro per aprirci gli occhi su ciò che ci mancava e che conta veramente.



Non hai stravolto la mia vita, Reese, l’hai messa a posto. Credevo fosse perfetta, invece sei arrivata, e mi sono accorto che non avevo niente, in realtà.



Consigliato a chi ama le storie d’amore complicate…che poi sono le migliori!



 




Titolo: Giorni senza tempo
Autore: Cristina Pacinotti
Editore: Calibano (26 aprile 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Durante il lockdown, mentre la pandemia avanza, la protagonista di questo memoir fruga tra scatole di ricordi, lettere, fogli di appunti e album di vecchie foto: tappe della sua storia personale che si fanno flusso di reminiscenze e riflettono la generale mutazione storica. Rievocando la propria verità emotiva di “cercatrice di felicità”, la percezione dell’umana fragilità, evidenziata dalla diffusione del Covid-19, va di pari passo con la riflessione sulla necessità della transizione ecologica e di un nuovo rapporto con la natura.





Recensione

C’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.



Un viaggio a ritroso negli anni passati, dalla nascita ai giorni nostri, per selezionare e rivivere avvenimenti e ricordi che si mescolano alla storia del Paese ed alla crescita professionale e spirituale. Un viaggio alla ricerca di sé stessi che conduce in giro per il Mondo ed allarga la visuale di mente e cuore. Un viaggio che affronta affetti familiari, amicizie, amori, sbagli e vittorie, gioie e dolori, e che conduce inaspettatamente ad una profonda “metamorfosi”.

Durante il triste periodo del lockdown, Maria Fermi decide di passare in rassegna le vecchie scatole di biscotti contenenti foto, ritagli di giornali, lettere, quaderni e altre chincaglierie accumulati nel corso del tempo, per fare una vigorosa pulizia. L’impresa si dimostrerà un tantino difficile e molto lenta, perché è impossibile non abbandonarsi alla rievocazione di fatti e persone…



In questi giorni di isolamento e chiusura […] ha ceduto anche lei alla domestica e personale archeologia e si è messa a dragare il passato i cui relitti già minacciano di travolgerla.



Alternando il tempo presente al tempo trascorso, la storia di una donna forte e tenace, da un lato attaccata ai dogmi della morale e all’edonismo borghese, dall’altro libera ed indipendente, amante del divertimento e della trasgressione. Una donna capace di costruirsi una carriera brillante, ma anche di cambiare spesso strada per raggiungere quella felicità cui tutti aspirano.



Più della ragione, della conoscenza, della cultura, al primo posto per lei è sempre stata, è, e sarà, la ricerca dei modi per essere felice.



Come guardoni dal buco della serratura siamo edotti sulle figure del padre, della madre, della sorella e degli altri parenti, sui suoi anni infantili ed adolescenziali, sulla partecipazione a cortei e manifestazioni di sinistra, sulle sue esperienze amorose, sul suo continuo girovagare, sui suoi studi e le sue passioni, prima tra tutte i libri, fedeli compagni di ogni avventura.



I libri sono la sua forma di salvezza.



Sparsi nelle pagine, pezzi del puzzle di un’esistenza a mille all’ora, accanto ad una vacanza in Tailandia ed una in Africa, emergono prepotenti importanti avvenimenti che hanno segnato il secolo scorso, tra i quali l’uccisione di Aldo Moro e la caduta del Muro di Berlino, che, raccontati da chi li ha vissuti, acquistano un significato tutto nuovo.



E’ stata un’incredibile esplosione di felicità di massa. […] Una festa collettiva per celebrare l’unità, la creatività e la pace e la possibilità per gli esseri umani di buttare giù i muri e aprire una breccia al vento del cambiamento.



Un libro dall’inizio claudicante che pian piano coinvolge ed emoziona, scritto in modo fluido e leggero, calibrato come a seguire il flusso di pensieri della voce narrante, che, malgrado a volte il caos con cui sono fornite le informazioni, riesce a non far smarrire l’ordine cronologico degli eventi. Un libro che parla del lockdown in termini di opportunità, di tempo per dedicarsi ai ricordi e trarre un bilancio alla luce d’oggi, di coraggio di ricominciare.



Se muoio rinasco, finché non finirà.



Consigliato a chi adora le biografie “storiche” con un tocco di “romance”!



Il suo orizzonte si è ristretto e in questo modo è diventato più ampio.


 




Titolo: Rosa stacca la spina
Autore: Igor Nogarotto
Editore: Effedì (2 febbraio 2022)
Giudizio: 💗💗💗💗💗


“Rosa stacca la spina” è un romanzo rosanero graffiato di humor ed elegante erotismo.
È la realizzazione della storia d’amore che tutti sogniamo.
È una magia che si avvera, ma che corre costantemente in bilico tra la vita e la morte, sul
filo sottile di un esito imprevedibile.
I due protagonisti, a distanza di molti anni dalla fine della loro relazione, si ritrovano in una
clinica: Rosa è gravemente malata.
In una tessitura che gioca con il flashback, tra ironia e pianti, tra commozione e goliardia,
riemergono i ricordi della coppia: vengono esplorate tutte le fasi dello stare insieme, dal
disincanto del corteggiamento alle problematiche della convivenza, dai viaggi memorabili
all’affrontare le ristrettezze della difficoltà economica, dall’intensità viscerale del sesso alla
gelosia logorante, dal progettare di costruire una famiglia allo struggente dolore della
separazione.
L’immergersi e l’immedesimarsi nella storia del romanzo sono processi naturali, perché il
percorso sentimentale narrato ripercorre le tappe che ognuno di noi vive o ha vissuto (o
vivrà).
La "spina" di Rosa potrebbe staccarsi, ma nell'ambivalenza della sua omonimia scioglie il
confine tra eutanasia e metafora esistenziale, divenendo il simbolo della catarsi dei
personaggi, rinascita che sublima il senso stesso dell’esistenza umana ridisegnando il
perimetro di demarcazione tra i concetti mortale e immortale.
L’intreccio continuo tra presente e passato che mette a confronto i sentimenti di oggi e di
ieri conduce alla maturazione di una nuova consapevolezza che si sviluppa e si forgia via
via in un Romanzo di formazione sentimentale che sfocia in un epilogo sorprendente.





Recensione

Noi siamo Una cosa sola.



Una storia d’amore intensa e commovente le cui pagine pregne di felicità e passione sono interrotte all’improvviso dal tetro tagliacarte del destino che porta ad una dolorosissima quanto inspiegabile separazione.

Igor e Rosa s’incontrano durante un seminario sulla Psicosintesi e per lui è amore a prima vista. Dopo cinque mesi di soli contatti via social, Rosa accetta d’incontrarlo e, da quel momento, inizia la loro favola. Ben presto vanno a vivere insieme, fanno progetti, vacanze, ma soprattutto si godono quell’inaspettata complicità fisica e mentale che li unisce. Un giorno però, Rosa lascia Igor senza dargli una motivazione precisa, e lui non riesce a farsene una ragione, non riesce a risalire dal pozzo di disperazione in cui è stato gettato.

Undici anni più tardi, Rosa gli fa sapere che è gravemente malata e vorrebbe rivederlo. Igor naturalmente si precipita al suo capezzale…



Non volevo sprecare nemmeno un minuto del mio tempo a disposizione.



In viaggio tra presente e passato, prende pian piano forma il ritratto di un amore “sonoro, puro, totale”, un amore che non cede dinanzi al tempo ed alla distanza, dinanzi all’odio ed allo spettro della morte, ma che sa trovare proprio in sé stesso la forza di reinventarsi per divenire immortale.



Insieme generiamo un terzo Individuo, completo, compiuto, ideale.



Un libro toccante “alla Nicholas Sparks”, dal gusto deciso e forte come un Bordeaux Château Margaux 2001 da quindici gradi ma dalla consistenza dolce e croccante di una torta di frutta con pasta frolla e crema pasticcera. Il racconto della relazione “perfetta” che tutti sognano e che solo pochi fortunati trovano: una simbiosi fisica e spirituale ai limiti del paranormale che riplasma la quotidianità e rende impossibile tornare indietro.



….ovunque fossi, solo insieme a te mi sentivo a casa.



Svariati i temi “caldi” affrontati negli scaglioni temporali, gettati a mò di macchie sul tessuto pregiato del legame dei protagonisti: dai disturbi alimentari, alla depressione, ai problemi familiari, alla solitudine, alla sofferenza, alla voglia di un figlio, al desiderio di fare la cosa più giusta, all’eutanasia, al coraggio di andar via. Temi che in un certo qual modo si prefigurano come un contrappeso negativo sulla bilancia della storia di Igor e Rosa, che ne accresce tuttavia il fascino e permette la comprensione (e non la capizione) del per nulla scontato finale.



Improvvisamente non avverto più il dolore di quella spina conficcata nell’anima.



Un romanzo “dalla doppia faccia”, una rosa ed una nera, una contrapposizione che rende la narrazione intrigante e stuzzicante, anche grazie al linguaggio poetico-filosofico che ammalia e apre la mente ad argute riflessioni.



Tu eri il mio spartito, una nuova sinfonia di sensazioni da scoprire, interpretare, vivere e suonare, per comporre insieme un nuovo e sorprendente accordo.



Magistrale e d’effetto la scelta del nome “Rosa”, sia in considerazione della questione della “spina” da staccare, sia per le sue “spine” che hanno ferito profondamente Igor, malgrado ciò sempre attratto dalla sua bellezza indimenticabile.



Era incredibile, ma più la guardavo più mi accorgevo che nulla fosse cambiato. Dopo più di un decennio. Mi piaceva da impazzire, provavo un’attrazione fortissima.



Consigliato agli animi romantici e a chi crede nell’amore con la A maiuscola!



Mi godevo ogni istante con la massima intensità. Mi sentivo talmente bene che il mio unico pensiero era lei. Non esisteva altro, non esisteva domani.



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