Titolo: Prima regola: non innamorarsi
Autore: Felicia Kingsley
Editore: Newton Compton Editori (1 giugno 2020)
Giudizio: 💗💗💗💗
Silvye ha ventisette anni, una madre asfissiante e sogna solo una vita normale, con un lavoro normale. Ma la verità è che la sua vita è tutto meno che normale perché... è una truffatrice. Sì, una truffatrice, figlia di una truffatrice che l’ha istruita alla perfezione nell’arte del furto e dell’inganno. Ci sono solo due cose che Silvye non deve fare: mangiare carboidrati e innamorarsi. A lei, le regole proprio non piacciono: ok vivere senza innamorarsi, ma non senza carboidrati! C’è invece una persona a cui le regole piacciono moltissimo: Nick Montecristo, affascinante ladro-gentiluomo e astuto genio dell’arte. È un abile stratega, impermeabile ai sentimenti, e non ha mai fallito un solo incarico. Nick e Silvye sono i prescelti da un ricco ed eccentrico collezionista, per mettere a segno un colpo sensazionale. Peccato che i due si detestino e abbiano qualche conto in sospeso da regolare. Lei è fuoco, lui è ghiaccio. Impensabile lavorare insieme, impossibile dire di no al colpo. Riusciranno Nick e Silvye a passare da rivali a complici, ed evitare che una fastidiosa quanto imprevista attrazione tra loro complichi le cose? Ma sì, in fondo sono due professionisti, basterà rispettare una sola regola...
Recensione
Gli uomini belli sono un problema; gli uomini stronzi sono un problema;
gli uomini belli e stronzi sono un grosso problema.
Sei un imprevisto e io detesto gli imprevisti.
Felicia Kingsley sa come sorprenderci ogni volta, uscendo
fuori dai “soliti schemi romance” dei suoi romanzi e proponendoci un nuovo libro dalle tinte mistery, una storia piena di intrighi e avventure,
inseguimenti e spionaggio, ladri e omicidi!
Sì, perché i nostri due protagonisti sono due ladri: Nick
Montecristo e Sylvie Coreau, conosciuti anche come Il Chirurgo e La Gazza Ladra.
Entrambi “sono del mestiere” per ragioni ben diverse.
Nick, infatti, non ha una famiglia alle spalle ma proviene
da una casa famiglia londinese. Per aspirare a qualcosa di più nella vita è
finito invischiato in brutti giri, dai quali è uscito con una nuova identità e
con un’attenzione maniacale a qualsiasi dettaglio o pianificazione, meritandosi
il titolo di miglior professionista nel suo campo.
Sylvie, invece, sogna una carriera normale da insegnante ma,
a causa di sua madre, è costretta a usare le sue conoscenze linguistiche e le
sue mani magiche per rubare oggetti di valore e riscattare il debito che la donna
ha contratto presso tizi loschi.
I due protagonisti
non potrebbero essere più diversi. Preciso come un orologio, Nick; frizzantina come lo spumante, Sylvie. Bianco e
nero, Nick; multicolor e sbriluccicosa, Sylvie.
Costretti a collaborare per cercare e recuperare un antico
manufatto a Venezia, entrambi partono con la chiara intenzione di fregare l’altro
e fuggire col bottino. Prima regola, non innamorarsi. Certo, in prima persona, ma meglio se l’altro
sì così da renderlo una
mammoletta e spezzargli il cuore nel più brutale dei modi! Ma… cosa succede se
la regola si ritorce contro entrambi?
Riuscirà un ladro a smettere di essere… un
ladro?
Le storie più belle non sono quelle che cerchi, ma quelle che non vedi
arrivare, che ti sorprendono, alle quali non eri preparato.
Per essere un primo esperimento di “romanzo giallo”, devo
dire che è molto riuscito! Felicia
riesce a tenere il lettore sulle corde, avvinto dai tanti misteri da risolvere,
dall’adrenalina di sfuggire agli avversari e dal rompicapo di unire tutti i
puntini che man mano ci si palesano davanti.
Grande nota di merito all’autrice per l’accurato studio che emerge dietro tutti gli avvenimenti e racconti
presenti nel romanzo. Questi intrighi legati al mondo dell’arte mi hanno molto
ricordato Dan Brown, anche se la firma della Kingsley si sente chiara e forte
nella chimica tra Nick e Sylvie, nei tratti commedy e divertenti e nell’ironia di
ogni battuta giocosa.
Non è facile scrivere un romanzo simile, intrecciare tante
cose che siano credibili, e rischiare di cadere nel banale e nel già -letto. Soprattutto
sul finale. Ed è proprio il finale,
forse, la parte che ho apprezzato di più, poiché non si conclude tutto in
fretta e furia con la scena dove “i cattivi” vengono spazzati via, anzi! Viene lasciato ampio spazio al risolvimento
del mistero, ampio spazio per analizzare per bene i sentimenti dei
protagonisti, ampio spazio per mettere un punto ad una vita e ricominciarne un’altra.
La mia protagonista preferita è stata, però, la mamma di
Sylvie, Amélie, che compare soltanto in qualche scena ma mi fa morire! Questo per sottolineare quanto bene siano
caratterizzati i personaggi, anche quelli “non sempre presenti”.
Una lettura intrigante e leggera, da leggere sotto il sole e
con una bella bibita ghiacciata accanto, con cui ripararsi all’ombra quando ci
si addentra nel sacro mondo dell’Arte, con la sua storia e la sua bellezza da
proteggere da luci aggressive. Fidatevi dei ladri, per una volta!
Preferisco mille volte aver rischiato la vita e averti incontrato, che
essermene stata al sicuro senza conoscerti mai.
È incredibile come uno passi la vita a costruirsi barriere intorno e
poi basti una folata d’aria improvvisa a farle cadere.
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