Recensione: Ragazzo, uomo e nemo - Damiano Dario Ghiglino

 







Titolo: Ragazzo, uomo e nemo
Autore: Damiano Dario Ghiglino
Data di pubblicazione: 21 dicembre 2020

Giudizio: 💗💗💗💗💗

Un ragazzo cammina portando con sé una valigia lungo le strade innevate di una città tedesca. Non sa da dove viene, né dove sta andando. Sa solo che si è lasciato il passato alle spalle perché è gay, è diverso.
Sarà così che Eric intraprenderà un lungo viaggio alla scoperta di sé rivelando, tra incontri inaspettati e interrogativi senza risposta, l’essenza di una vita che è tutte le vite.
Un romanzo cosmopolita, visionario, oscuro ma anche luminoso, sulla ricerca dell’identità attraverso le molteplici tappe dell’esistenza umana.




Recensione

La sofferenza è ciò che ci rende diversi gli uni dagli altri.



Un ragazzo in viaggio alla scoperta di sé stesso che si ritroverà a vivere mille esperienze e al contempo a fare i conti con il passato.

Eric Paterniti, ormai conscio della sua omosessualità, a diciotto anni, lascia Casal Torrente, il suo paesello natale, per recarsi in Germania da Thorsten, venticinquenne conosciuto su Internet. Da lì prende inizio un lungo peregrinare attraverso l’Europa e fino in Ucraina, che lo porterà a contatto con persone diverse destinate a lasciargli qualcosa per riportarlo, più consapevole o forse più confuso di prima, al luogo d’origine.



Eric aveva scelto di andare via dodici anni prima. Si era svestito di casa, famiglia e villaggio e aveva indossato una seconda pelle. Chi era la persona che era tornata? Non lo sapeva neppure lui.



Un diario di un’anima in cerca del suo posto, di una stabilità che non trova, preda dell’inconscio desiderio di lasciare un’”impronta” di sé nelle pagine del Tempo. Per questo imprime le sue avventure e i suoi pensieri su di un taccuino.



Io sto scrivendo un libro. Non è la mia memoria, è un modo per dire che ci sono stato. Non mi rende più umano, mi rende me stesso.



Il personaggio di Eric pare ricalcare in chiave moderna lo stereotipo pirandelliano di “uno, nessuno e centomila”: esiste un solo “ragazzo” o più di uno, o non ne esiste alcuno?, un gioco delle identità che disorienta e colma d’insicurezze, in un valzer ininterrotto di interrogativi senza risposta che tinge d’angoscia gli spostamenti da un luogo all’altro.



L’itinerario è un continuo ritorno alle origini. Trovarsi. Lasciarsi andare e perdersi. Ritrovarsi.



Un libro pregno di tristezza, di amarezza e disincanto, la storia di una vita che ne racchiude molte di più, alla ricerca di una felicità inafferrabile ed illusoria, perché forse alla fine



[..]siamo fatti per provare dolore. Inferni intrappolati nelle proprie gabbie, gusci in ebollizione che si scontrano anziché incontrarsi.



Non solo coming out, dunque, ma il ritratto fedele della crisi d’identità di una generazione che non trova se stessa, peregrina in un mondo che non sa accoglierla e tantomeno accettarla, in cui non è niente di più di un soffio di vento che vola via senza lasciar traccia.



Forse essere uomini significa questo, imprimere un marchio a fuoco nella pelle di qualcuno che forse dimenticheremo, e che forse ci dimenticherà.



Consigliato a chi non ha paura di confrontarsi con libri “impegnativi” che invitano alla riflessione!


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