A distanza di anni, mi sono resa conto di leggere (e
continuare) la saga Shadowhunters solo per affezione. Questa trilogia,
finalmente conclusa, è stata davvero terribile.
La Clare ha messo su una soap
opera, in cui la trama, il mistero, è un mero “sfondo” alle storie d’amore
dei personaggi. Di tutti i
personaggi, non solo quelli principali che già di loro troviamo coinvolti in
triangoli, quadrati e quant’altro.
Ci sarebbero stati così tanti argomenti interessanti che
l’autrice avrebbe potuto approfondire, briciole che ha sparso qua e là tanto
per “arricchire” un tale personaggio, e poi dimenticarsene o concludere alla
bell’e meglio in favore di capitoli totalmente inutili che non apportano niente
alla storia generale.
Non c’è neppure molto di cui commentare, dato che è tutto
uguale ai precedenti volumi, in cui spiegavo già i miei dubbi
riguardo l’accuratezza storica del
romanzo. Possiamo però discutere dell’incoerenza
della Clare. Perché sì, io ricordo bene la prima trilogia Shadowhunters,
ambientata ai giorni nostri, in cui ci presentava una società (appunto, quella
degli shadowhunters) omofoba e di mentalità molto ristretta. E invece qua, nel
900, tutti si danno alla pazza gioia, il 50% del cast è gay, ma vivono felici e
contenti senza alcun problema o ripercussione per la carriera. Manco mezza
parola discriminatoria. Molto
credibile!
Molto più grave, per me, è stato modificare un qualcosa che
in passato ci era stato presentato come vero e che, in favore di drama,
qui, è stato bellamente ignorato e ”giustificato” male.
Nella saga cartacea delle Origini, infatti, c’è la linea
temporale delle varie generazioni shadowhunters, in cui vediamo le varie
coppie, i figli, ecc. C’è Cordelia con James, ad esempio, Luci con Jesse e così
via.
E ci sono Grace e Kit. Kit, un personaggio che sicuramente
non stava molto simpatico alla Clare e che ha quindi considerato più
“sacrificabile” rispetto a tutti gli altri che avevano storie d’amore “troppo
importanti” da portare avanti e quindi poteva morire per dare quel giusto
“colpo al cuore” ai lettori. Peccato che la scena fosse così noiosa che non ha
avvinto nessuno, neppure la Clare o i suoi stessi personaggi, che hanno
ignorato e neppure pianto il povero
Kit!
Io però ricordo, Cassandra Clare, e ho anche le prove di
come sarebbe dovuta essere la tua storia, ovvero:
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