Non è stato facile leggere questo romanzo, ma credo che la
Ryan abbia realizzato un lavoro encomiabile incentrandosi su di un tema troppe
volte sottovalutato: la violenza sulle donne. Queste ultime sono infatti
sottoposte spesso ad abusi feroci tra le pareti domestiche, cioè proprio dove
dovrebbero sentirsi più al sicuro e non riescono a tirarsene fuori perché i
loro carcerieri (mariti, fidanzati, compagni) le isolano dai parenti e amici,
spogliandole della loro dignità ed indipendenza e trasformandole in marionette
senz’anima. Una realtà che appare inconcepibile ai giorni nostri, ma che invece
è più viva che mai e miete troppe vittime silenziose.
La protagonista del libro è Iris Dupree, studentessa
universitaria dell’ultimo anno, vivace ed ambiziosa, con la bellezza eterogenea
del miscuglio di etnie che le scorre nelle vene, esperta di sport, in
particolare di basket, che sogna un futuro nel marketing sportivo. Vuole essere
indipendente, libera di decidere della sua vita, al contrario di sua madre e di
sua zia, che sfruttano la loro avvenenza per farsi mantenere dall’amante di
turno.
Purtroppo, però, Iris rimane incinta e non è facile
conciliare le sue ambizioni con la gravidanza. Il suo ragazzo Caleb, “Golden
Boy” del basket universitario e promessa dell’NBA, è invece al settimo cielo,
giacché premeva affinché lei lo sposasse e lo seguisse nella sua carriera,
mettendo da parte i suoi propositi lavorativi.
Amareggiata e confusa, Iris è costretta ad “appoggiarsi” a
Caleb, soprattutto dopo una minaccia d’aborto, anche se comincia a farsi strada
in lei la consapevolezza di non amarlo. Consapevolezza che diventa certezza in
seguito all’incontro in un bar con August, stella del basket e “nemico” storico
di Caleb, con cui riesce ad aprirsi e a raccontargli cose di sé stessa che non
ha mai confidato a nessuno. (August definisce quella conversazione, “la
conversazione della vita”!) Da subito, avverte un legame forte con lui,
malgrado lo conosca a malapena, e sa che lo stesso è per August.
In lui ho scoperto una profondità sorprendente e
vivificante. La sua vulnerabilità così inaspettata e in contrasto con la forza
della sua immagine pubblica. Forse è proprio la sua vulnerabilità ad aumentare
la sua forza.
Una ragazza così bella, divertente, intelligente e autentica…
lei è tutti gli aggettivi che userei per descrivere la ragazza perfetta per me.
Lei è persino le cose che non sapevo di volere.
Malgrado la reciproca attrazione, Iris non può permettersi
di pensare ad August, perché ormai è “legata” a Caleb, che nel frattempo viene
scelto dagli Stingers di Baltimora, la città natale di August (che ironia!),
quindi la coppia lascia Atlanta.
Nasce una bellissima bambina, Sarai, ma Iris inizia a
soffrire di depressione post-partum, che riesce a superare solo grazie al
consiglio di August, rivisto per caso, in quanto lui si è trasferito a S.
Diego, il quale la spinge a parlarne con uno specialista. Ripresasi, Iris
decide di riprendere in mano i suoi sogni e di lasciare Caleb, provando
finalmente a vivere come desiderava.
Ma Caleb non glielo permette, iniziando a mostrare il suo “vero”
volto, il mostro nascosto sotto le fattezze di un angelo.
L’involucro è molto attraente: un metro e novantotto,
muscoloso, abbronzato, biondo. È davvero un uomo d’oro. Per non parlare di
quegli occhi azzurro-viola che ha passato a nostra figlia. Ma quando si arriva
al cuore, quando si toglie il rivestimento dorato, non è altro che carne in putrefazione,
brulicante di vermi.
Inizia così il calvario di Iris, tra pestaggi, stupri,
insulti e segregazione, perché se lei provasse a scappare, Caleb le toglierebbe
Sarai, facendola passare per una madre psicopatica, grazie al furto del suo
diario (dove annotava i suoi stati d’animo cupi inerenti la gravidanza) e a
denunce false ai servizi sociali. La ragazza non ha altra scelta che subire in
silenzio, in quanto Caleb minaccia di fare del male anche a Lotus, sua cugina e
migliore amica, e ad August, avendo capito che è innamorata di lui. E August di
lei; non passa giorno senza che lui la pensi, nonostante non sia sua e
nonostante la rottura di una gamba sul campo, da parte di Caleb, che lo tiene
fuori dalla squadra, i San Diego Wones, per un anno. August è convinto che loro
due siano destinati a stare insieme, prima o poi.
Lei è un tiro che non ha ancora lasciato le mie mani, ma io
so già che sarà canestro.
Dopo l’ennesimo pestaggio e grazie alla complicità di
Andrew, cugino di Caleb, anche lui ricattato, e all’intervento di Lotus, Iris
riesce a scappare, rifugiandosi dalla bisnonna a New Orleans. Lì cerca di
ricostruire la sua via e, un anno dopo, trova lavoro a San Diego nella società
di cui August è socio “dietro le quinte”.
Ora che Iris è tornata da lui, August è deciso a non farla
più andar via, rinunciando ad un contratto milionario e all’anello del
campionato pur di restare accanto a lei.
Non sa, però, che Iris ha attraversato l’inferno ed è una
sopravvissuta, che ha paura di fidarsi di nuovo di un uomo. Riuscirà August col
suo amore e la sua dedizione a rimettere insieme i cocci del cuore di Iris
convincendola che lui è “quello giusto”?
Una storia meravigliosa nella sua tragicità, perché a fare
da contraltare alle brutture e agli orrori descritti, c’è questo tenero
sentimento tra Iris e August, un legame in apparenza inconsistente ma capace di
sopravvivere al tempo a alla distanza per dare il meritato lieto fine ai due,
dopo tutto quello che hanno dovuto affrontare.
Una speranza che è un balsamo su ferite che non si
cancelleranno mai, ma che almeno smetteranno di far male. L’amore vero che
interviene a salvare dall’amore malato.
Il nostro è un amore che reinventa… tira via lo strato del
cielo a mezzogiorno in cerca delle stelle, poi le raccoglie come conchiglie in
un secchio. Facciamo il bagno nella polvere di stelle, beviamo dalla Via Lattea
e danziamo sulla Luna. Trapassiamo il firmamento, scrutiamo l’infinito, e
camminiamo nel tempo e nello spazio.
Questo libro lascia nel cuore un messaggio importante, che non
bisogna mai dare per scontata la gentilezza, il sorriso, la comprensione, non
bisogna mai dare per scontato cose “banali” come un abbraccio o un bacio,
perché c’è chi ha conosciuto solo odio e violenza. Non bisogna mai dare per
scontata la fortuna di aver trovare un compagno dolce e premuroso che ci ama
davvero!
Non do per scontato la sua gentilezza, quando ho conosciuto
fin troppo bene la crudeltà. Né la sua tenerezza, quando in passato mi hanno
trattato male. Né il suo amore, quando sono stata considerata come un oggetto
da possedere e maltrattare.
Un libro per pochi, per chi ha il coraggio d’immergersi nel
mare nero dei più bassi istinti umani per riemergere più consapevole e forse
più attento alla realtà che ci circonda!