Gideon, una tizia che aveva combinato dei casini così conclamati da
fornire all’universo intero una nuova definizione di combinare casini.
Avete presente quel meme che gira ogni tanto sui vari
social, tratto da una scena film, che recita: Non deve avere senso, deve solo sembrare un casino? Ecco,
basterebbe questa frase iconica per riassumere Gideon la Nona!
Gideon la Nona è un libro che necessita di tanta pazienza e fiducia
da parte del lettore. È un caos di informazioni sparate a raffica senza
alcun senso logico (almeno all’apparenza), di avvenimenti di cui non capiamo
niente, con una miriade di personaggi che, inizialmente, è molto complicato
ricordarsi.
Riassumere la trama, ovviamente, è impossibile! L’autrice Tamsyn Muir non crede nelle
spiegazioni, e sebbene io –da una parte-
ami questa cosa perché, quando in un libro mi imbatto in quei tre o quattro
paragrafi di riassuntino scolastico la trovo una cosa molto irritante e che mi rovina l’atmosfera, ...la totale assenza
di queste, però, neppure aiuta/facilita la lettura! Non nascondo che per
buona parte del libro pensavo di arrendermi, dare forfait, e passare ad una
nuova storia. È stato molto stancante leggere qualcosa che non capivo, di cui
non riuscivo a cogliere il senso, i cui personaggi non mi catturavano perché troppi e non ci si riusciva ad andare
dietro.
“La Nona” del titolo, infatti, non è a caso, perché nel
mondo fantasy creato dalla Muir esistono nove case, ognuna con a capo un
Negromante (quindi, avviso per i
facilmente impressionabili: c’è sangue, ossa, scheletri e robe schifose
ovunque!). Tutti sono chiamati a partecipare ad un torneo per diventare
Littori e l’erede Harrowhark decide di portarsi dietro Gideon, una guerriera non
molto accondiscendete e sua nemica giurata. Le due ragazze si odiano
profondamente, nonostante “teoricamente” Gideon, essendo una sua sottoposta,
dovrebbe rispettare e onorare Harrowhark.
Comprendete quindi che con ben nove case, ognuna
con almeno due personaggi, ci fa ritrovare con una miriade di nomi da ricordarci. In più, le “regole” di questo torneo
non sono chiare neppure ai partecipanti, figuriamoci a noi lettori!
Tutto ciò che vediamo è filtrato dagli occhi di Gideon,
anche se fortunatamente il romanzo è scritto in terza persona. Gideon è la
prima che non ci capisce niente, e la sua frustrazione rispecchia perfettamente
la nostra!
Adesso… Nonostante tutti questi punti negativi e deliranti
che vi ho elencati, vi dico: date una
possibilità a questo romanzo. È vero che è un caos immenso, ma tutto assume
un senso verso la metà abbondante
del volume. La Miur non è che finalmente ci spiega qualcosa, ma riesce a farci
comprendere che, tutti quegli eventi che sembravano buttati a casaccio qua e là
sono invece parte di una ragnatela molto più grande che unisce tutto e ci porta
ad un punto ben preciso. Ogni personaggio assume un ruolo, la loro
caratterizzazione, una volta chiarita, è davvero ottima. Soprattutto quella di
Gideon e Harrow, le due protagoniste indiscusse.
Gideon è una lesbica che vive di ironia e battutacce, è
leale ed è una guerriera fino al midollo. È anche un’orfana, ed essendo
cresciuta nella nona casa, un luogo freddo e abitato perlopiù da scheletri
animati dalla magia di Harrow, quasi non conosce il calore umano. Ispira quindi
molta tenerezza il suo rapporto con gli altri personaggi, le prime persone che
le mostrano un po’ di gentilezza e apprezzamento per le sue doti.
Harrow è un personaggio assolutamente intrigante! Non soltanto
per le sue abilità negromantiche, ma per il suo brutto caratteraccio, i suoi
segreti, la sua personalità fredda e distaccata. Insieme, le due ragazze fanno
scintille a chi la spara più grossa sull’altra, ma con l’evolversi del loro rapporto
è impossibile non tifare per la loro squadra!
Gideon la Nona
non è un romanzo autoconclusivo, anche se un po’ lo speravo. La Miur è
riuscita così tanto a catturarmi con questo suo stile di scrittura pazzo, le
sue vicende rocambolesche, i suoi personaggi ironici e taglienti, che ho tanta
paura possa cadere nel banale coi prossimi volumi. Speriamo nel suo delirio!
Sei la mia unica amica. Io, senza di te, non sono niente.