Alla fine ero comunque disabile. Sapevo però che non era quello a definirmi. Non rappresentava tutto ciò che ero, ma solo una parte. Tuttavia, restava una parola difficile da dire.
Prima di addentrarci nei meandri dei cliché e dei momenti
imbarazzanti, partiamo dalle cose belle e positive che comunque ci sono state. Trinity
è la nostra protagonista metà umana e metà angelo, a cui suo padre, un
Arcangelo, ha dato il compito di uccidere il Messaggero, un’entità misteriosa
che sta uccidendo sia i Guardiani (ossia i buoni) che i Demoni. Nonostante l’arduo
compito, Trinity è solo una ragazzina che non è mai uscita dalla protezione del
suo Istituto, non ha mai conosciuto alcun demone, né semplicemente qualcosa del
resto del mondo. I suoi unici amici erano tutti Guardiani, e il suo miglior
amico, il suo Guardiano Difensore, l’ha tradita nel peggiore dei modi,
lasciandola sola e arrabbiata. Nonostante tutte queste situazioni che potrebbero dipingerla
come molto ingenua e delicata, Trinity ha una forza interiore pazzesca, una
corazza che ha costruito nel tempo per apparire sempre forte e invulnerabile, per
nascondere la debolezza della sua malattia. Come la sua stessa creatrice,
Jennifer Armentruot, Trinity soffre della RP, ovvero la retinite pigmentosa,
che colpisce la vista e ne causa il progressivo peggioramento fino alla totale
cecità.
Ho adorato questi punti del personaggio di Trinity, la
rendono così fragile e umana e quindi più vicina a noi lettori, non è solo la
tosta eroina che prende a calci qualunque mostro. Soprattutto mi è piaciuta
questa contrapposizione della sua forza emotiva, questa sua chiusura, e l’immagine che ne vedono gli altri dal di
fuori, ovvero di una ragazza egoista e viziata e quindi l’ulteriore conflitto
che ne consegue in cui Trinity deve dimostrare che la sua “freddezza” non è un
capriccio infantile, ma nasconde tante debolezze e insicurezze.
Poi c’è Zayne e il resto della trama che… beh, che dire? Trovo
così così così imbarazzante le continue e ripetute scene dove Trinity sbava sui
suoi muscoli, così banale proprio il nocciolo della storia. Zayne e Trinity
dovrebbero trovare il Messaggero… Andando a passeggio la sera per la città. Non
so, cosa dovrebbero trovare, un’insegna luminosa con scritto “il cattivo è qui”,
o il Messaggero che li aspetta seduto al pub a mangiare un hamburger? Non ha
senso, soprattutto perché il Messaggero sa di Trinity, sa che è in città, e
dovrebbe essere proprio scemo per farsi beccare nella sua stessa zona… Bho, per
me tutta questa parte è stata davvero inutile, messa lì solo per parlare del
rapporto Zayne-Trinity e la loro situazione in cui, adesso che Zayne è il suo
difensore, non possono stare insieme. Che poi, perché? Nessuno ha mai spiegato
la motivazione del perché quello tra Difensore e Autentica sia un rapporto
proibito. Tanto che addirittura i personaggi a un certo punto si pongono la mia
stessa domanda e infatti poi fanno di testa loro.
Poi, colpo di scena, dopo duemila pagine (scherzo) arriva
finalmente questo cattivo, che riesce a intrappolare Trinity, colei che
potrebbe potenzialmente ucciderlo… e la lascia andare. Addirittura dandole dei
consigli. Veramente, io non ho parole!
Almeno sul finale c’è stata una bella e interessante svolta,
anche se già sappiamo come andrà a finire nel prossimo e ultimo volume.
Sinceramente non sono molto invogliata e curiosa di leggere
il continuo. Andrò controcorrente a tutte le fan di questa saga, ma il rapporto
Zayne-Trinity non mi ha regalato niente di nuovo, non mi ha emozionato come
avrebbe dovuto e ho anche un dilemma molto spoiler, quindi attenzione per chi
non volesse rovinarsi la sorpresa eh… ma: se Zayne, trasformato in gargoyle, è
di pietra, pietra proprio durissima, come fa Trinity ad avere un rapporto
completo con lui in questa forma?
Mentre ci riflettete, aggiungete anche questo pensiero altrettanto shock: come fa Trinity a bere per colazione la CocaCola? La CocaCola??