Nell’individuo
alberga il vizio come la virtù, il male come il bene, l’uno reazione
complementare dell’altro, fratelli inconcepibili separatamente e che traggono
valore dalla forza reciproca.
Karan
è un vecchio che vive su Muareb, un piccolo pianeta di una galassia
lontana colonizzato dall’uomo secoli addietro, che ora è soltanto una landa
grigia desolata e radiottiva dopo aver sofferto una terrificante guerra
nucleare.
Karan è al seguito di
un gruppo di pellegrini determinati a raggiungere il “trono di Lakon”, il Martire
Tiranno, colui che permetterà loro di accedere alla grande Mente delle
stelle. Durante una riunione, egli si ritrova a narrare la sua storia, il
suo incontro con Lakon, di cui fu amico e compagno d’arme…
E
ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano
rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi.
Un racconto
fantascientifico originale e ben costruito, con personaggi
interessanti e poliedrici che agiscono su di uno sfondo singolare
e per questo affascinante, e con un linguaggio forbito ed in
alcuni casi desueto che richiama alla mente i gloriosi poemi epici del
passato. Guerra, intrighi, morte, gelosie e crisi
psicologiche si contrappongono al cameratismo, ai valori,
all’amicizia, all’amore ed alla voglia di emergere,
plasmando un intreccio variegato e stuzzicante anche per i palati
più esigenti.
Karan, ormai al
tramonto dell’esistenza, ci porta a conoscere l’insolita quotidianità su Muareb
prima della sua distruzione, l’organizzazione politica e militare,
l’architettura urbana ed i vari accorgimenti tecnologici necessari alla
sopravvivenza in un ecosistema ostico, le sofisticate armi e i veicoli in
dotazione ai soldati, le differenze sociali tra i cittadini e le varie colonie,
le divergenti visioni degli equilibri e del futuro, le superstizioni e le
credenze religiose radicate nel tessuto territoriale.
Attraverso le sue
parole siamo introdotti alla figura metà umana metà aliena di Lakon, che
da semplice schiavo diviene una sorta di divinità in terra, recando con
sé da un lato la paura e l’attrazione per l’ignoto, e dall’altro il
simbolo della volontà di cambiamento di una realtà corrotta ove non c’è più
spazio per il compromesso. La sua estrema razionalità coniugata
all’affidamento alle “sensazioni”, ed il suo anelito al trascendente,
alla comunione con tutti gli esseri viventi, rappresenta appieno quel sogno
di libertà e fratellanza insito in ognuno, per raggiungere il quale si è
disposti ad immani sacrifici.
…io non sono un uomo qualsiasi come tutti voi…e finché non troverò delle risposte ai miei dilemmi, io resterò un vaso vuoto, pieno solo di parole.
Un libro all’apparenza
esclusivamente dalla finalità ludica, che racchiude invece in sé ad uno sguardo
attento un profondo bagaglio psicologico e culturale volto a stimolare
la riflessione e a scuotere le coscienze, una storia per la maggior parte
pregna d’orrore eppure imbevuta di speranza al contempo, un’appassionante
biografia che vede nella tragicità la possibilità di purificare il
proprio spirito.
I
peccatori che hanno deviato dalla vera natura umana della vita nella
connessione, quella che fu in origine qui su Muareb, hanno ora l’occasione di
ricongiungersi e porre fine al loro blasfemo stato di disconnessi, di
dispersi.
Come primo volume di
una serie, devo ammettere che è stato davvero accattivante e trascinante.
L’unica pecca che mi sento di sottolineare è l’eccessiva prolissità delle
descrizioni tecniche che, per i profani del settore, risulta per lo più
incomprensibile e noiosa.
Consigliato agli
appassionati del genere ed anche a chi ama le letture “impegnative”!