L’amore
è l’atto supremo di accettazione dell’altro.
È una verità
universalmente riconosciuta che Bianca Marconero scriva sempre dei piccoli
capolavori narrativi, mai scontati e talmente pieni di emozioni da
esserne sopraffatti. Anche questa volta non si è smentita, questo retelling di
Orgoglio e Pregiudizio è un incanto, con scelte stilistiche e personaggi
davvero d’impatto.
La
vita a volte ci racconta le storie migliori.
Eloisa Darcy
è a capo della Pemberly Press, una storica casa editrice londinese, una donna
di polso, decisa e fredda all’apparenza, che ha chiuso con gli uomini.
William Bennet
è un avvocato, un sollicitor, idealista, intelligente e arguto,
secondo dei cinque figli di una madre un po' sopra le righe.
A causa di un malinteso
capitato dodici anni prima, i due non hanno una bella opinione l’uno
dell’altra, e quando si ritrovano faccia a faccia, inevitabilmente sono
scintille. Ma, sotto tutta quella rabbia e quel risentimento, forse c’è
qualcosa di più profondo.
Quando
tu mi guardi, io mi vedo.
Un romanzo che mescola passato
e presente, che balza da un ballo d’epoca ad una moderna decappottabile
nel mezzo di una trama che avvince e tiene col fiato sospeso fino alla
fine. Un romanzo intenso, dai toni forti e ruggenti, dove coraggio
e fragilità, sentimenti ed insicurezze si stringono in un intreccio
talmente fitto da faticare a distinguerli. Un romanzo dove “orgoglio”
e “pregiudizio” la fanno da padrone, creando fraintendimenti e corazze,
invertendo giusto e sbagliato, alternando sofferenza ed estasi
in una canzone struggente con picchi di romanticismo acuto.
Sono
il ponte che passa sopra, e lei è il tunnel che passa sotto, ma la meta è la
stessa ed è lì che ci incontreremo.
L’autrice sceglie
deliberatamente di scambiare i ruoli dei protagonisti della Austen, un colpo
di genio che le fa onore perché ha saputo usare il modello di riferimento
per creare un’opera nuova e fresca, vivace ed aderente allo spirito
intrinseco della sua prosa. Con astuzia ed eleganza è riuscita ad inserire
elementi “vecchi” in un contesto moderno, armonizzando il tutto
con ironia e attenzione all’interiorità. Brillante l’idea di
utilizzare un manoscritto come sorta di fil rouge della
narrazione.
In
certi casi il fine è così desiderabile che non te ne frega un cazzo di quanto
dovrai sacrificare per averlo. E il mio fine eri tu.
Amore, desiderio,
gelosie, inganni, bugie, rabbia, baci rubati, ostacoli e terzi incomodi
abitano le corpose ed inebrianti pagine, un “planetario” variegato
e spettacolare in cui perdersi è al limite del sublime. Anche le
ambientazioni sono parte importante del volume, con paesaggi mozzafiato
che scaldano l’anima e biblioteche che diventano la location preferita delle
scene “cult”.
Vorrei
smettere ogni volta che iniziamo.
Un libro commovente
e divertente che riesce nell’intento di portare la Austen nel
ventunesimo secolo con rispetto ed originalità, stravolgendo gli schemi
prestabiliti ma senza alterarne la sostanza. Un libro che affascina
e stordisce, una storia che è un continuo rincorrersi e respingersi,
attrarsi e allontanarsi, amarsi ed odiarsi con prepotenza e disperazione.
Io
sono in pace solo quando litigo con te.
Consigliato agli amanti
dei classici e dei romanzi capaci di sconvolgerti positivamente!
Quando conferisci a qualcuno il potere di renderti felice, implicitamente gli stai dando anche quello di distruggerti.