Persefone è la dea della primavera, ma solo di nome. La verità è che, sin da quando era bambina, i fiori si avvizziscono non appena lei li tocca.
Dopo essersi trasferita a Nuova Atene, la ragazza finge di essere una semplice giornalista mortale, in modo da poter vivere una vita senza troppe pretese.
Ade, il dio dei morti, ha costruito un impero del gioco d’azzardo nel mondo dei mortali, e si dice che le sue scommesse preferite siano quelle irrealizzabili.
Dopo un incontro con Ade, Persefone si ritrova a stringere un patto con lui, ma le sue condizioni sono impossibili: Persefone dovrà creare la vita negli Inferi o perderà per sempre la sua libertà.
Questa scommessa, tuttavia, non si limiterà soltanto a smascherare il fallimento di Persefone come dea. Infatti, mentre lei cerca di coltivare i semi che le ridaranno la libertà, sarà l’amore per il dio dei morti a crescere… Ed è proibito.
Se stai cercando un buon romanzo ispirato alla mitologia
greca, un fantasy intrigante con quel pizzico di romance che non guasta mai,
con protagonisti cazzuti e interessanti, una trama avvincente e avventurosa… questo
è decisamente il posto sbagliato dove trovarlo!
A Touch of Darkness
è un mix fra Cinquanta Sfumature e After, solo con una “componente” “”fantasy””. La narrazione è ambientata a Nuova Atene, che
dal nome sembra riferirsi ad una città della Grecia, ma chi può dirlo? Le “descrizioni”
dell’autrice di certo non ci delucidano in merito. Gli dei dell’Olimpo vivono
tranquillamente tra gli umani, qui, e alcuni di loro gestiscono dei locali
molto esclusivi e molto ambiti, tanto che
per entrarci c’è bisogno di prenotarsi addirittura con anni d’anticipo! Tra
questi, troviamo il Nevernight, il
night club di Ade, il dio dei morti, dove molti umani vi si recano per
scommettere la propria anima col dio in cambio di amore, soldi o salute. Chi
non vince la scommessa scelta da Ade, in un preciso tot di tempo, finisce
dritto dritto nell’Oltretomba.
È ciò che capita, inconsapevolmente, a Persefone, la nostra simpatica protagonista. Lei è la dea
della Primavera, ma senza alcun potere, anzi: al tocco delle sue dita,
qualsiasi pianta avvizzisce e muore. Sua madre, la dea Demetra, l’ha sempre
tenuta prigioniera nella sua serra, essendo una donna psicopatica, possessiva e
malata di controllo. Tuttavia, Persefone
ha ottenuto da lei il permesso di poter studiare all’università di Nuova Atene,
dove da poco ha anche uno stage in una testata giornalistica e condivide un
appartamento con un umana di nome Lexa (il cui unico scopo nella trama è
trascinare Persefone alle feste). Demetra, tuttavia, continua ossessivamente a
spiare e tenere sotto controllo la figlia, imponendole rigide regole tra cui:
non entrare mai in contatto con Ade. E Persefone cosa fa? Va al night
club di Ade!
Gli dei ci vengono descritti come esseri dotati di corna… e
basta. Questa è la loro unica caratteristica che li differenzia dagli umani (a
parte i poteri, quando talvolta l’autrice se ne ricorda!). Persefone nasconde
le sue grazie alla magia della madre, così da passare agli occhi di tutti come
una semplice ventiquattrenne.
Come avrete tutti intuito, al Nevernight Persefone stringe, sotto inganno, un patto con Ade che
la sfida a creare della vita nell’Oltretomba o lei stessa vi resterà
prigioniera per sempre. Inizia così il loro “rapporto”, dove Ade è da subito
innamorato cotto e stracotto, vizia e coccola Persefone in ogni occasione;
Persefone lo insulta per il suo modo di “stringere patti” con gli umani, scrive male di lui nei suoi articoli
giornalistici, pretende di conoscerlo meglio di chiunque altro ( “Beh, chi sono io per dirlo? Conosco Ade
solo da secoli e tu… da un paio di mesi.”) ma non perde alcun secondo per sbavargli
addosso e ad essere possessiva e gelosa… Insomma, due ragazzini alle medie,
altro che dei dell’Olimpo!
La trama è davvero solo questo: Persefone che ogni tanto va
all’Oltretomba ad innaffiare il suo giardinetto (per far crescere la vita);
Persefone che accusa Ade dei suoi contratti; e lui che “cambia” per lei, e le
rivela anche i motivi (ovviamente nobilissimi!) per cui fa quello che fa; e tanto sesso.
Per il resto è tutto un grandissimo no-sense:
- che fine fa la pazzia di Demetra? Ci viene descritta come una che tiene sotto strettissima sorveglianza la figlia, sa pure quante volte Persefone va in bagno, ma non la sgama mai quando va da Ade (ovvero sempre)?? In più, ad un certo punto partecipano tutti ad un gala, Demetra, Persefone e Ade, in cui i due ballano insieme e lui dichiara al mondo intero il suo interesse per la protagonista, …e Demetra niente?? Soltanto sul finale la facciamo svegliare??
- Il ruolo di Afrodite che compare solo negli ultimi capitoli per rivelare, così dal nulla, una “scommessa” sua e di Ade a Persefone… con il solo scopo, dell’autrice, di seminare quel poco di zizzania prima del lieto fine… No comment.
Inoltre , cara St. Clair, se
vuoi scrivere un romanzo zozzo, almeno impegnati un po’ di più con le
descrizioni e le ricerche!
Ma la tragedia è che stiamo
parlando di una serie, una serie! Come si possa sviluppare una storia in ben
quattro volumi, quando non esistono né nemici, né sottotrame, né guerre, né
intrighi… è davvero surreale.