Per il mondo io ero uno scandalo, un mistero, una curiosità, una
fantasia.
Continua la saga dei fratelli Hawthorne e della fortuna
ereditiera Avery, una storia che ha affascinato moltissimi lettori per
l’infarcitura di misteri ed enigmi da risolvere di cui l’autrice ha riempito la
trama del primo volume.
The Hawthorne Legacy
non mi ha conquistato. Ho trovato il romanzo decisamente troppo piatto, con
enigmi decisamente troppo banali rispetto a quelli di The Inheritance Games, e con la protagonista decisamente troppo
concentrata sul “triangolo amoroso” (se
così vogliamo chiamarlo) che, bho non so... la sua stessa vita a rischio
di morte costante!
Il punto forte di questa saga, a mio parare, era
l’avvincente corsa a ostacoli che Jennifer Lynn Barnes aveva creato per
portarci a delle risposte su come tutto è iniziato, una specie di gioco a cui
partecipavamo anche noi lettori assieme ai vari personaggi, per scoprire come
Avery, una ragazza qualunque, fosse arrivata ad ottenere un’eredità enorme e
stratosferica… ed è stato tutto “sacrificato”, qui, per concentrarsi sui problemi sentimentali
della protagonista. Che almeno
fossero interessanti! La scarsa caratterizzazione dei protagonisti rende
davvero difficile preferirne uno rispetto ad un altro… Insomma, trovare uno
spunto valido per continuare la lettura è stato davvero complicato! Forse è questo il mistero stesso del volume…
Se la prima parte di The
Hawthorne Legacy è quindi piatta quanto la mia voglia di alzarmi dal letto
la mattina, negli ultimi capitoli tutto si svolge letteralmente di corsa:
qualsiasi cosa l’autrice poteva far accadere, accade. Di fretta, in modi
davvero fantasiosi e al limite del irrealistico, ma almeno danno “una botta” di
vita all’encefalogramma deceduto del romanzo. Molte domande trovano risposta,
ma queste generano altrettanti quesiti che ci aspettano nell’ultimo volume. Lo
leggerò? Certo. Nonostante la delusione di questa lettura, la precedente mi era
comunque piaciuta abbastanza, e la “curiosità” di sapere come la storia di
Avery andrà a finire, c’è. Consiglio la lettura a chi vuole leggere qualcosa di
davvero leggero, poco complicato, molto romance, con capitoli molti brevi
(arrgh, io odio!!), e poca psicologia dei personaggi.
Mi era stato regalato il mondo. Era giunta l’ora di non vivere più
nella paura. Era l’ora di prendere la mia vita in mano. E di correre dei
rischi.