Forse amare significava solo avere nostalgia di qualcosa di impassibilmente
luminoso e per sempre inafferrabile.
È arrivata la resa dei conti nello scontro tra i nostri
protagonisti e l’Oscuro. Alina ha finalmente chiaro quale sia il suo compito:
smetterla di fuggire e prepararsi alla battaglia finale, trovando il terzo e
ultimo amplificatore che potrebbe garantirle la vittoria.
Rovina e Ascesa
somiglia un po’ al precedente Assedio e
Tempesta, pieno di avventure adrenaliniche, trappole, ricerche, scontri. In
questo volume Alina è più consapevole di sé e delle proprie potenzialità, dei
propri doveri nei confronti del popolo, e delle responsabilità che le gravano
sulle spalle: mette finalmente da parte la ragazzina ingenua e sognatrice,
debole, e si trasforma in ghiaccio affiliato e tagliente, capace di reprimere i
propri sentimenti verso Mal pur di fare la cosa giusta.
Come lei, anche Mal raggiunge una crescita e una maturità
notevole. Se nei primi due libri, le sue azioni erano dettate esclusivamente
dai propri stati d’animo, diventando ora possessivo e geloso, ora insicuro e
vendicativo, adesso sembra essersi finalmente “calmato”, arrivando a patti con
l’idea che la Alina con cui è cresciuto non c’è più e al suo posto c’è una
potente Evocaluce, osannata dai popoli come “Santa”.
La storia d’amore diventa meno “fiabesca” e più “adulta”, ma
a mio parere molto più intensa e sentita proprio perché, in nome dell’amore
verso l’altra persona, si è in grado di rinunciare al proprio egoismo e “sacrificarsi”
in nome di una causa più grande.
Io sarei sempre stata la prima persona a cui lui avrebbe pensato quando
vedeva qualcosa di bello, e io avrei fatto la stessa cosa. Che fossi una Santa,
una regina o la Grisha più potente che fosse mai vissuta, avrei sempre pensato
a lui.
La figura dell’Oscuro, anche qui, non è centrale come nel
primo romanzo. Sembra quasi una comparsa che appare qui e là per gettare un po’
di pepe e orrore, molto poco approfondita e quasi troppo “banale”.
Se questi erano i personaggi principali, molto “neutrali”, i
veri gioiellini della Bardugo sono sicuramente i personaggi secondari! Personaggi
che non fanno da semplice “contorno” alla trama, bensì ognuno di essi è caratterizzato
alla perfezione, con una propria storia alle spalle, un carattere e delle
scelte di vita ben precise e delineate, i propri errori e le proprie
insicurezze. Uno fra tutti è sicuramente il principe Nicolai, di cui vi avevo
parlato nella precedente recensione, che riusciva a mettere in ombra qualunque
personaggio non appena entrava in scena, tanto che qui la Bardugo è stata “costretta”
a toglierlo per un po’ di mezzo.
Zoya, che doveva essere un po’ la “bella ma stronza”, vuota
e inconsistente, si rivela invece forte e ironica, una guerriera dall’armatura
indistruttibile che nasconde invece un’anima buona e altruista, coraggiosa e
pronta a sacrificarsi in nome del proprio popolo.
Anche Genya, la bellissima Grisha che aveva sempre usato il
suo corpo come una sorta di “potere”, incappando in anni di violenze da parte
dei reali e anni di sottovalutazione delle proprie altre capacità dagli altri
Grisha, adesso si ritrova devastata e irriconoscibile dopo le torture inflittale
dall’Oscuro, e deve imparare da ciò a trarne una nuova forza e una nuova
identità.
La conquista del potere è un altro “protagonista” chiave:
tutto gira attorno a questo. La stessa Alina deve venire a patti con la parte
di sé che vuole questo potere, al di là del fatto che questo sia necessario
nello scontro con l’Oscuro. L’Oscuro è ossessionato dal voler ottenere tutto,
tanto da aver sacrificato la sua stessa esistenza e umanità pur di arrivarci. Addirittura
Nicolai vuole il potere, seppur per ristabilire la pace nei propri territori.
L’universo Grishaverse creato dalla Bardugo è incredibile e
vastissimo. L’autrice si è sicuramente ispirata ad ambientazioni già conosciute,
come la Russia e i popoli dell’Est Europa, creando tanti schieramenti politici
ognuno con le proprie tradizioni e le proprie credenze (non i mobili della cucina).
Venerdì 23 uscirà per Netflix la serie dedicata a questa
bellissima trilogia (Tenebre e ossa - Shadow
and Bone) , insieme anche alla duologia di Sei di Corvi: quali libri
leggere per prepararsi alla serie tv (o approfondire dopo)? Io sono partita da
Sei di Corvi e non ho avuto alcun problema a capire il mondo Grisha costruito
dalla Bardugo, in quanto le due serie sono libri a sé, seppur in Sei di Corvi
compare ogni tanto un personaggio o un richiamo alla Grishaverse. Quindi, forse
per questo motivo, il mio consiglio è quello di partire da questa trilogia per
poi arrivare a Sei di Corvi, così da avere un quadro più “ordinato” e chiaro di
tutti i personaggi e gli avvenimenti politici.
Detto questo, non vedo l’ora di vedere la serie Netflix e
soprattutto di vedere “in carne e ossa” questi splendidi personaggi che ci
hanno fatto tanto sognare: voi ne avete già uno preferito?
Io ho le dita incrociate per Kaz e piango perché, almeno in
questa prima stagione, non ci sarà Nicolai, sigh!