Il
mondo, chico …. E tutto quello che c’è dentro.
Nella capitale lombarda
le famiglie della ‘ndrina si spartiscono il territorio e i
profitti in un clima di apparente equilibrio e rispetto. Ma
quando il pilastro portante dell’organizzazione viene meno, avidità e
segreti rancori porteranno ad una sanguinosa lotta intestina per
il potere.
Filo conduttore della
narrazione è la figura di Filippo Barone, titolare di una società di
consulenza cui si appoggia la famiglia Alfieri per occultare le proprie
attività illecite e mettere al sicuro il patrimonio. Col benestare della Società
“madre” di San Michele d’Aspromonte, gli Alfieri sono al vertice della Società
Lombardia, e sono alleati coi Procopio, il loro “braccio
armato”.
Quando però appare
chiaro che Rocco Alfieri, il capobastone, non è più in grado di gestire
l’organizzazione, approfittando anche dell’assenza del figlio maggiore Domenico,
ospite in carcere, e della debolezza del secondogenito Antonino, gli
altri esponenti della Società iniziano a pensare di alzare la testa…
La
parola è impegnata. Indietro non si torna.
Nel mezzo degli affari
dei cristiani troviamo Leonardo Ferrari, Manny,
col suo fedele “fratello” Nicholas Russo, Carlito, e Bianca
Viganò, nati nei quartieri più disagiati ma desiderosi di riscatto.
I primi due sono dediti allo spaccio, la seconda è legata da alcuni anni a
Filippo Barone, pur frequentando Manny al contempo, e si da’ da fare coi social
network. Tutti e tre si ritroveranno invischiati nell’Apocalisse, e
dovranno cercare di non soccombervi.
….
si trovava sulla linea di fuoco, in un campo di battaglia che non le
apparteneva e dove non avrebbe ottenuto trionfi. Doveva stare in campana.
Un libro duro, scuro
e freddo come una notte d’inverno, crudo e aspro come il
sapore del sangue, intenso e pungente come l’odore della legna
che arde. Un libro venato di invidie, gelosie, ricatti, tradimenti, inganni
e morte, macchiato di tristezza e solitudine, intriso di realismo
ed ineluttabilità. Un libro che parla di “mafia”, dei suoi tentacoli
e delle sue “strutture”, ma anche di voglia di libertà, di sogni,
di amicizia e amore.
Era
felice. Proprio come lei. E per il momento andava bene così.
Con l’ausilio di una scrittura
fluida e accattivante, l’autore riesce a descrivere il mondo dei malandrini
in modo estremamente preciso e dettagliato, inserendo anche molti
termini del gergo usato dagli sgarristi ed espressioni in
dialetto calabro, che rendono il tutto più verosimile e credibile.
L’alternanza dei punti di vista nel corso della narrazione aiuta a
comprendere meglio gli eventi e i personaggi, permettendo di non perdere per
strada pezzi importanti del puzzle che le pagine costruiscono piano
piano.
Micu
Bang Bang di risposte sicure ne aveva una e una sola: non partì da lui
l’ordine di mandare i cristiani al campo santo.
Una storia interessante,
ricca di colpi di scena, perfettamente studiata e sviluppata, che
affascina e spinge a non voler smettere di leggere. Il finale aperto
è la degna conclusione per una vicenda che, purtroppo, non sembra possa averne.
Il
mondo non cambia, l’Italia non cambia.
Consigliato a chi non
ha timore di dare uno sguardo al torbido che infesta il nostro Paese!
E’
così che va.