…penso che noi abbiamo molto in
comune. Tu oltre il tuo aspetto, e io malgrado il mio aspetto.
Questo libro mi ha profondamente
turbato! Racconta una storia molto forte, intensa, che bisogna assumere con
coraggio e pelo sullo stomaco, per evitare di venirne sopraffatti. Le emozioni
sgorgano dalle pagine come acqua di sorgente e si riversano nell’anima del
lettore a mo’ di torrente in piena, trascinandolo lontano dalle radicate
certezze.
Difficile essere la stessa persona
che ha iniziato a leggere dopo aver terminato. Quasi impossibile non indulgere
in elaborate riflessioni dopo l’ultima riga.
Dolore, morte, violenza,
sofferenza, cinismo, crudeltà, superficialità sporcano le mura della
narrazione, dove però troviamo intervalli di finestre da cui entra la luce
della speranza, dell’amore, della bontà, dell’amicizia e del perdono.
Apparentemente un mero scherzo
della natura, la timida ed insicura Jane, ventitreenne plasmata da un passato
che definire atroce non gli rende giustizia, sopravvive nella Grande Mela
lavorando come cameriera e donna delle pulizie, accontentandosi di un’esistenza
ai margini, perché convinta di non meritare altro.
Le sue cicatrici, fisiche e
psichiche, la sua andatura zoppicante, la sua magrezza, unite ai sensi di colpa
e al suo ritenersi nient’altro che un mostro, un’assassina psicopatica, la
portano a concludere che nessuno potrà mai interessarsi a lei, figuriamoci
amarla!
I sogni fanno più male dell’assenza
di sogni. Quando si è come me, sognare significa farsi male due volte.
Soprattutto non potrà mai amarla
Aron, brillante e supersexy avvocato trentaduenne di Manhattan, concentrato
solo sulla sua carriera e sui soldi, un vero e proprio “robot”, per cui le
donne non sono altro che passatempi a scadenza. Non gli importa trovare
qualcuno da amare, poiché il suo cuore l’ha donato a Lilian tanti anni prima,
ma lei l’ha calpestato e ha preferito sposare Emery.
Ho sbagliato ad amarla, ma l’ho
amata. Ero pazzo di lei […] e non proverò mai niente di simile per nessun’altra,
vivessi cent’anni.
Due mondi agli antipodi sotto
tutti gli aspetti, avvicinati dal destino che se ne frega della diversità, ma
forse simili nella loro solitudine e
nelle loro angosce. Forse il loro incontro servirà ad entrambi per affrontare i
loro demoni interiori e maturare, concedendosi finalmente il lusso di provare
ad aprirsi alla vita vera e ai sentimenti.
Ci vorrà coraggio, rabbia,
negazione, voglia di fuggire e dimenticare tutto, rivivere dolori passati,
provare a ricucire un rapporto che si riteneva il desiderio più grande ma che
si rivela esclusivamente un’illusione. E allora dubbi e incertezze vengono a
galla, mettendo tutto in discussione e facendo a pezzi il bell’involucro creato
per il mondo.
Cosa ci faccio qui? Perché non
sono dove sono sempre stato e dove farei meglio a essere? E perché non vorrei
essere dove farei meglio a essere?
Quando meno uno se l’aspetta, ecco
che arrivano gli occhiali dell’amore e ci fanno vedere col cuore quello che la
mente ancora non vuole accettare: le cose realmente importanti, quelle per cui
vale la pena lottare e di essere migliori!
Sono innamorato di lei. Io-amo-Jane.
Che bel momento per capirlo. In un’aula di tribunale in mezzo ad un mucchio di
stronzi che fanno di tutto per demolirla.
Presa coscienza di questo, anche
passare attraverso altro dolore e altri duri ostacoli non scalfisce la voglia
di provare a costruirsi la propria fetta di felicità, sia pure in modo diverso
da quello che si progettava.
Un romanzo un po’ crudo e
tagliente, che scuote nell’intimo e induce a porsi insoliti interrogativi, una
storia originale e inusualmente bella che stralcia i soliti cliché e ci invita
a porre l’attenzione anche sulle cose che all’esterno appaiono insignificanti. È
lì infatti che spesso si scovano i gioielli più preziosi, che però non sono per
tutti, ma soltanto per coloro che osservano senza pregiudizi e arroganza.
Consigliato a chi vuole fare un
bel bagno di umiltà per ripulirsi di stupidi schemi mentali!