Recensione: CEO – Complicata. Egocentrica. Ossessionata. - Franinwonderland













Titolo: Ceo - Complicata. Egocentrica. Ossessionata.
Autore: Franinwonderland
Editore: Collana digitale Brightlove  (13 aprile 2020)





Giudizio: 💗💗













L’amore è l’unica griffe che conta davvero.
Manhattan, New York City.
Lei: Thanika Rania Dorothea Stewart. Una boriosa, acida, giovane ereditiera.
Lui: Peter Evans. Un sexy nerd, con un illegale lato B e nemmeno un soldo bucato in tasca.
Quando si incontrano per la prima volta, nessuno dei due immagina, neanche lontanamente, che un fugace e bollente momento nella piscina di lei, si trasformerà nel preludio perfetto per la tragedia epica dell’anno.
A soli diciannove anni, il padre di Tanya, le affiderà le redini della sua preziosa azienda. Lo stesso padre che le metterà alle costole un petulante e fin troppo saccente Peter Evans, a tenerla d’occhio. I due, come da copione, fingeranno di non conoscersi, ma ad ogni insolente battuta di Tanya, lui si sentirà in dovere di ricordarle l’esatto contrario. E poi si sa, per ogni commedia romantica che si rispetti, arriva sempre quel momento in cui tutto va a rotoli, peggio di una modella rinsecchita che non sa stare su delle Louboutin. E sarà allora che la nostra eroina glitterata, dovrà mettere su la sua maschera migliore e schiacciare sotto le sue Jimmy Choo tutti i traditori. Ma se uno di quei traditori avesse delle chiappe d’oro difficili da dimenticare? Perché, diciamocelo: quando incontri l’uomo perfetto, è difficile rinunciarci, tanto quanto a dei saldi primaverili da Gucci.






Recensione


Sono uno di quei dipinti che, quando lo osservi, non ti suscitano assolutamente nulla.




Una ragazza viziata e stra-ricca, senza alcun pensiero in testa se non decidere quali tacchi di Louboutine acquistare, che si ritrova improvvisamente a capo di un azienda da dover dirigere tutta da sola?
Beh, era sicuramente una storia da leggere! Adoro questi personaggi eccentrici e con la puzza sotto al naso, abituati a qualsiasi tipo di lusso e comodità, piazzati in ambienti di “responsabilità” di cui non capiscono una ceppa e dentro i quali devono trovare il modo di destreggiarsi per poter crescere e maturare fino all’ambito lieto fine.
All’inizio Ceo: complicata, egocentrica, ossessionata sembrava molto in linea con queste aspettative, molto frizzante, molto fighetto come solo una miliardaria di diciannove anni potrebbe essere… Ma già dalla fine del primo capitolo ho detto: what the fuck? Cosa sto leggendo, un porno scadente?
Sì, perché la nostra protagonista Thanika, dopo essere corsa via dalla festa dei suoi fratellini di un anno ed essere finita nel bagno della piscina, incontra uno sconosciuto con cui cade nella vasca… e lo fanno. Così velocemente da dare sul serio l’impressione di uno di quei porno di brutta categoria!
Però, ok, ho proseguito la lettura perché comunque le “basi” sui cui era poggiata l’intera vicenda mi sembravano abbastanza buone. Ed effettivamente la base è davvero buona, solo che penso ci sia ancora molta inesperienza in chi l’ha scritto, molta acerbità che se approfondita e lavorata per bene potrebbe, in futuro, portare a grandi risultati!
Infatti potrei stare mezza giornata a parlare delle cose surreali che accadono in questo romanzo, dai gemellini che a tre anni, tre anni, sanno hackerare sistemi di massima sicurezza e sono piccoli geni del ricatto e manipolazione; alla stessa Thanika che viene descritta come una che ha sempre avuto accesso a tutti i conti di famiglia, tanto che a dieci anni (sì avete letto bene) comprava case in Italia in totale autonomia.
Ma l’assurdità più totale si raggiunge col padre di Thanika che, quando la ragazza raggiunge i diciannove anni, decide di lasciarle  l’intera azienda (e quindi tutti i soldoni di famiglia) nelle mani, senza mai, mai averle dato alcuna base da cui partire, tanto che la stessa protagonista non sapeva neppure l’azienda cosa producesse (armi), o si era mai disturbata a visitarla. La lascia così, lui proprio se ne va, e le dice che se in un tot di tempo dovesse fallire nella direzione di tutto l’ambaradan, perderà diritto all’eredità.
Cioè, okay, chiudiamo un occhio sul fatto che quest’uomo vuole far lavorare la figlia, ma non puoi lasciare un adolescente completamente da sola, senza formazione né esperienza, senza alcun tipo di conoscenza del tema trattato in azienda!!!, in un ambiente in cui non capisce un ceppa, e non sprecarti neppure ad aiutarla o farle da guida.
Lui la lascia tranquillamente nelle mani di un giovanissimo e fighissimo dirigente, Peter, che, guarda caso, è lo stesso del porno in piscina anni prima, il cui principale compito è svegliarla la mattina e fare il geloso coi giornalisti. Questo perché la scrittrice non ci fa mai entrare nel mondo di quest’azienda, non ci fa vedere Thanika cosa effettivamente faccia a lavoro, tanto che, quando alla fine del romanzo, alla ragazza le vengono riconosciuti alti meriti per i risultati raggiunti, ci chiediamo: perché, cosa ha fatto? Oltre a vestirsi, ostentare ricchezza e pensare a Peter, insomma.
Qual è stata la sua crescita professionale?
Bho.
L’unica cosa che salva questo romanzo sono le battute che ogni tanto fanno sorridere il lettore, ma questo non lo rende un libro concreto e interessante, lo rende solo così non-orribile da leggere.
Mi dispiace dire queste cose, ma vedo Ceo: complicata, egocentrica, ossessionata come una bozza di un libro ancora da definire, un disegno di un edificio ancora da realizzare, da studiare, corregge gli errori e approfondire fino ad arrivare ad un lavoro completo e solido con cui andare in produzione.
In futuro spero di poter leggere un prossimo romanzo della scrittrice con queste caratteristiche, poiché penso che sia capace di raggiungere livelli interessanti.




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