Recensione: Il discorso delle stelle - Antonio Rubino

 




Titolo: Il discorso delle stelle
Autore: Antonio Rubino
Editore: Emersioni (1 agosto 2019)

Giudizio: 💗💗💗💗💗

Durante gli anni della guerra civile siriana e del terrorismo internazionale, prende forma l’amore tra un ragazzo italiano e una ragazza siriana, tra due esistenze con problemi molto diversi; tra chi è alle prese con il mondo produttivo del benessere, comodo e spietato, che ti spiazza continuamente perché corre troppo veloce, e chi si confronta quotidianamente con la violenza e la morte. È lo scontro tra due culture e visioni del mondo differenti, una storia di amicizia tra popoli, di guerra, che prende una piega del tutto inattesa in uno spettacolare finale. Le vite dei personaggi, movimentate e avventurose, traversate da continui pericoli, sono assimilate ai movimenti degli astri. È un romanzo unico e originale dove ogni capitolo è introdotto da un breve concetto astronomico che trova un parallelismo nelle storie dei personaggi. Personaggi che nell’arco della narrazione mutano le loro relazioni, le loro emozioni e i loro sentimenti alla ricerca di una crescita interiore.




Recensione


Bisogna fare qualcosa


Dall’Italia alla Siria, passando per la Francia, una vicenda in cui l’amore e la speranza compiono piccoli miracoli che rischiarano il buio della guerra e del dolore, come le stelle che da tempo immemore illuminano il cielo.Un romanzo commovente dove s’intrecciano i destini di persone apparentemente agli antipodi per creare una storia unica nella sua complessità e bellezza non convenzionale.

Paolo Basile, ingegnere pugliese trapiantato a Milano, presta servizio sulle piattaforme petrolifere e ama viaggiare per il mondo nei mesi di congedo. Durante un soggiorno in Mesopotamia, conosce Valentina Villa, rampolla di una ricca famiglia brianzola, colei che anni più tardi diverrà sua moglie. Passato a dirigere la filiale milanese di una importante azienda anglo-francese, in cui ha riunito alcuni amici conosciuti nel suo peregrinare lavorativo, la vita di Paolo assume una piega monotona e placida che mal si concilia col suo spirito avventuriero e riflessivo. Ben presto scivola in una cupa solitudine che lo allontana dalla moglie e dagli affetti.

Una mattina sull’autobus incontra Ewin (che lui chiamerà Leonore) ed i nipotini Awat e Keske, curdi in fuga dalla guerra civile siriana. Ewin è un’attivista del PYG e collabora con associazioni umanitarie per portare aiuti al suo popolo oppresso da più fronti. Paolo ne resta affascinato e fa di tutto per conquistarla. Malgrado le differenze culturali e d’età, tra i due nasce una meravigliosa storia d’amore che porta Paolo a ritrovare sé stesso. Ewin però deve tornare in Siria per compiere il suo dovere e Paolo decide di andare con lei. Dopo quel viaggio, niente sarà più come prima: vedere coi propri occhi l’orrore che dilaga in quella Terra lo cambierà per sempre…



Quello che ha visto è troppo. Non può accettare un mondo così..[..] Ha ragione Leonore, meglio morire per aver tentato di fare qualcosa che nascondersi dietro alibi e giustificazioni.



Un libro forte, indigesto, che attraverso personaggi di fantasia si aggancia a fatti reali, brutali ed efferati, all’acceso dibattito sul divario tra Paesi Ricchi e Paesi sfruttati, sulla globalizzazione ed i suoi effetti, sul terrorismo e le diversità religiose, sulla necessità che tutto questo dia la spinta ad ognuno per reagire e provare ad intervenire, per far prevalere la vita sulla morte.



È stupefacente la tendenza della vita ad infilarsi ovunque e comunque.



Una storia profonda, struggente e coinvolgente che abbraccia un vasto arco temporale, che intreccia indissolubilmente amicizia, amore, gelosia, insoddisfazione, senso di colpa, impotenza, famiglia, morte e rinascita per creare un progetto comune, che si fonda su di una serie concatenata di eventi il cui senso emerge nelle parole finali di Paolo. Può un singolo uomo lasciare concretamente un segno indelebile nella storia dell’umanità? Forse sì, forse no, l’importante è provarci per non dimenticare e soprattutto per evitare che i propri cari siano morti invano.

Ai più questo scritto potrà risultare un pochino amaro, ma in ciò risiede il suo fascino. La vita non è una favola, ma una lotta continua con sé stessi e col mondo, e quello che ci rende migliori è la capacità di non restare immobili spettatori, ma di agire. Se ciascuno ci riuscisse, magari il nostro pianeta sarebbe un posto migliore. Se tuti guardassimo con attenzione il cielo sopra di noi capiremmo la nostra insignificanza e ci sforzeremmo di vivere in pace gli uni con gli altri..



Tenete sempre a mente che c’è sempre qualcosa che va oltre, di più grande e bello rispetto a quello che potete toccare o vedere. Nel cielo come dentro di noi.



Brillante l’idea di utilizzare le nozioni astronomiche a mo’ di metafora dei vari eventi che dona una coerenza interna al racconto, congiungendosi al finale “Discorso delle Stelle” che racchiude in sé il messaggio dell’autore: guardare all’amore e non all’odio per trovare un terreno comune alle varie culture, solo così la pace potrà trionfare!



È praticamente impossibile pensare ad un legame tra le nostre azioni e quel che succede nel mondo, nel bene e nel male. Eppure c’è. Solo sentendoci parte dell’anima del mondo, dell’universo potremo sentire questo legame.


1 Commenti

  1. Grazie molte per l'attenzione e la passione con cui avete letto il mio romanzo.

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