Recensione: L'aliante scomparso - Maurizio Cometto

 




Titolo: L'aliante scomparso
Autore: Maurizio Cometto
Editore: Delos Digital (16 marzo 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗

Un aliante giocattolo che sparisce in mezzo al cielo. Il richiamo di un rapace proveniente da un'altra dimensione. Pianti di bambini che si odono in fondo a una voragine dentro uno sgabuzzino. Cosa lega tutti questi fenomeni?

Solo la signora Lena lo sa. Lei vive nel retrobottega della sua ferramenta, e attraverso la tenda di perline spia la vita di Vallascosa. Conosce tutti i segreti del paese, molti dei quali riguardano Michele Valloni, un ragazzino in perenne rotta con il padre.

Sarà Michele ad affrontare la misteriosa maledizione della "muta" che incombe su tutti i bambini. Ma si tratterà solo del primo passo verso un'incredibile avventura che lo porterà, per fortuna non da solo, alla ricerca di una città meravigliosa.




Recensione

Lui non sapeva cosa avrebbe trovato in fondo alla voragine, avrebbe anche potuto perdersi per sempre. Era difficile lasciarsi andare, perché l’ignoto fa paura e lui era soltanto un bambino partito alla ricerca del suo aereo.



Michele è un ragazzino di Vallascosa che un giorno viene attratto da un modellino di aliante esposto nella vetrina della ferramenta della vecchia Lena, ora gestita dai Germani. Sapendo che il padre Riccardo, senza lavoro e quasi sempre ubriaco, non glielo avrebbe mai comprato, ruba da casa i soldi che gli occorrono e torna al negozio. L’aliante non era però come lo ricordava: ha degli strani disegni sulle ali di polistirolo, come piume di uccello. Malgrado tale stranezza, Michele ne è orgoglioso, ed ora anche lui può recarsi alla Spianata del Contrario, una radura ai piedi della montagna, dove i suoi amici fanno volare i loro aerei e dove gli adulti sono soliti portare i loro figli per la “muta”. Michele non ha idea di cosa sia: il padre vuole che la passi, mentre la mamma è contraria. Dopo un misterioso “incidente” e la successiva sparizione del suo aliante (soprannominato “Poiana”) proprio nella radura, il bambino, impaurito e confuso, si reca dalla vecchia Lena in cerca di risposte. Insieme a lei intraprenderà un viaggio attraverso i mondi che gli farà scoprire una realtà agghiacciante cui solo lui può porre rimedio.



L’unica speranza sei sempre stato tu, Michelìn.



Una storia singolare quanto appassionante, dove il paranormale investe la quotidianità di un piccolo paesello sconvolgendone gli equilibri con una “pratica” enigmatica ed inspiegabile per “far maturare” i bambini, la “muta”. Una volta compiuta, quei bambini (quelli che ritornano) hanno perso la loro parte spensierata ed innocente per diventare più “cattivi” e freddi, simili a dei robot senza cuore.



Mi bastò sentirlo parlare due o tre volte per capire che del vero Riccardo non era rimasto più nulla. Era nervoso ed irritabile, si guardava intorno sempre arrabbiato. Il mondo degli adulti lo attraeva, ma veniva catturato solo dai lati peggiori.



La vecchia Lena, proprietaria della ferramenta, un personaggio a metà tra una nonna affettuosa ed una strega, è il filo conduttore che spiega gli eventi mediante i suoi scritti, partendo dal passato, dalla nascita della “muta” per arrivare alla storia della sua famiglia e al ruolo centrale di Michele, che dovrà condurre verso il compimento della sua “missione”.



Il destino di tutti dipende da te, ma non devi disperare: io ti aiuterò.



Due villaggi paralleli ma diversi, una poiana che sembra essere d’importanza vitale, una voce gracchiante che fuoriesce da un citofono, uno sgabuzzino che nasconde oscuri segreti: gli elementi per irretire il lettore ci sono tutti e daranno origine ad un racconto che incastra il cammino dei vari personaggi in un puzzle che alla fine rivelerà un disegno del tutto inaspettato.

Un libro avvincente e magnetico per la sua vena fosca e magica, che pone l’accento sulla componente “bambina” dell’individuo, una componente che consente di mantenere nell’età adulta quella sensibilità, quell’empatia e quell’apprezzamento per le cose belle dell’esistenza che altrimenti si finirebbe per perdere, indurendo il proprio animo e provando piacere nei vizi e nella crudeltà.



La muta serviva soprattutto a far crescere in fretta i bambini maschi, a farli diventare dei soldati insensibili pronti a sgobbare agli ordini dei padri padroni.



La Poiana, uccello maestoso e fiero, è qui erta a simbolo della libertà di essere se stessi, di non cambiare per compiacere gli altri, per trasformarsi nei loro “soldatini”, di vittoria contro le ombre che sporcano gli adulti. L’immagine della stessa sul finale, che si libra in volo coi bambini è davvero commovente e suggestiva, un ritratto metaforico che resta impresso ed invita alla riflessione.

Consigliato a chi adora i “fantasy impegnati”, dove la fantasia cela molto di più!


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