Recensione: House of pain - Naike Ror

 





Titolo: House of Pain - American's Creed in love vol 2
Autore: Naike Ror
Data di pubblicazione: (26 gennaio 2021)
Giudizio: 💗💗💗💗💗

Mi chiamo Emery Scott e sono il Presidente degli American’s Creed, la più antica confraternita studentesca di Yale. Frequento il dottorato in legge, amo le feste selvagge, il football e i dolci al cioccolato. 
Ho due amici che considero fratelli: Cruz Sanders, che tutti credono sia un cinico manipolatore, e Tyson Rogers, reputato il professore più stravagante dell’università. 
Anche su di me la gente ha un’opinione precisa: crede che io sia il tipico ragazzo ricco, viziato, che ama le avventure di una notte.
Nessuno, però, ha idea di quanto in realtà io mi senta solo. 
Terribilmente solo. 
Se solo Hanna Foster, la ragazza che mi piace, potesse capirmi… anche lei appare per quello che non è, ne sono sicuro. 
Peccato solo che lei mi consideri un maniaco, e ogni volta che tento un approccio, fugge via come se avesse incontrato il diavolo in persona. Non ho proprio una possibilità con Hanna, me ne rendo conto, ma come posso spiegare al mio cuore che deve smetterla di palpitare ogni volta che incrocio i suoi occhi?




Recensione

Naike Ror è, ormai, una certezza! Ricordo ancora quando l’ho scoperta, col suo libro Tutto il blu cheparla di noi, e mi era piaciuta, sì, ma non così tanto. Poi è arrivato House of Love, e da lì è stato puro amore! La Ror ha raggiunto un livello di scrittura che, secondo me, è davvero eccezionale; con una cura e ricercatezza per ogni particolare davvero eccelsa, una maturità nello sviluppare i caratteri dei vari personaggi, nel portare avanti la trama, stupefacente!

Le sue storie sono affascinanti, coinvolgenti, ironiche, emozionanti: vere. E la realtà è sempre la carta vincente.

House of Pain è il seguito di House of Love, ma con protagonisti differenti. Se nel primo libro avevamo Essie e Cruz, qui ci sono i loro due migliori amici, Hanna e Emery. Ma non è la solita serie dove è già tutto scontato, si sa che i due finiranno insieme, la combriccola di amici sarà tutta finalmente in love e tanti saluti… O meglio, in parte sì. Però il bello, la parte davvero interessante (come per gli altri romanzi della Ror) è la storia che racchiude ogni personaggio a sé, il proprio vissuto, e vedere come questo s’intreccia con quello degli altri, come può funzionare e trasformarsi in una storia d’amore.

Hanna è una sopravvissuta: da bambina è stata rapita, abusata e tenuta rinchiusa fino all’adolescenza da una famiglia squilibrata (a dir poco) da cui è riuscita a scappare per pura fortuna. E non da sola! Hanna ha un  figlio, concepito a soli tredici anni! Destino vuole che a salvarla ci sia stata Essie, una ragazza molto ricca e molto buona, che l’aiuta nel suo percorso di riabilitazione e a entrare ad Harvard, per ottenere finalmente quel futuro brillante che le stavano rubando, e poter avere l’affidamento totale di suo figlio.

Hanna ha tantissimi problemi e traumi psicologici, ovviamente, ma non è una vittima. È una guerriera fatta e finita, che punta dritta all’obiettivo come un treno merci in corsa. Non si ferma per compatirsi, per piangere sul suo passato terribile. La sua mente è del tutto occupata dal futuro, tanto che tutti i suoi sforzi sono concentrati nel riuscire ad ottenere la laurea nel minor tempo possibile.

Ed è così, finché la sua amica Essie non si fidanza con Cruz, e con lui arrivano anche i suoi compagni. In particolare, Emery, uno studente di Yale con un luminoso futuro da avvocato davanti a sé, che pare prendersi una cotta per Hanna quasi all’istante.

La bellezza di Hanna è sempre stata la sua rovina: da bambina, sua madre la obbligava a partecipare ai concorsi di bellezza, trascinandola da una gara all’altra per l’intero Paese. Questo voleva dire vivere in grande ristrettezza, avere un sacco di debiti e puntare tutto solo sull’eventuale vincita di Hanna, che era quindi sottoposta ad una grandissima pressione psicologica. Non poteva andare a scuola, non poteva avere un’amica… Doveva soltanto concentrarsi per essere bella. Ed è a causa di uno di questi debiti, che sua mamma la abbandona con una famiglia all’apparenza da Mulino Bianco, ma che si riveleranno i peggiori dei mostri.

Ragion per cui, ora, Hanna odia la sua bellezza. Cerca di apparire del tutto inosservata, dietro i suoi grandi occhiali e gli abiti sformati. E il fatto che Emery continui a guardarla le crea tantissimi problemi.

Emery, dal canto suo, non capisce cosa stia facendo di male per farsi tanto odiare da quella ragazza che con tutti gli altri è adorabile… Con un inizio non dei migliori, nasce così la storia dei nostri personaggi, piano e con tante incomprensioni, con mille ostacoli da affrontare, muri da abbattere e pregiudizi da dissipare.

Emery sembra il principe azzurro perfetto: gentile, amorevole, buono, ricco sfondato. Eppure anche lui racchiude dentro di sé tanti problemi irrisolti. È una persona che ha bisogno di essere amato, e questo, a volte, lo rende cieco nello scegliere di chi fidarsi, rischiando di far riemergere le sue fragilità e rispingerlo nel tunnel dell’obesità. Soffre il mal d’abbandono, e ha bisogno di continue attenzioni e certezze.

E chi se lo sarebbe aspettato, in una storia dove c’era già un personaggio che doveva essere “debole”?! E invece, paradossalmente, è Hanna quella “forte”, quella che ha saputo trasformare il suo vissuto in una corda a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti per raggiungere la vita e l’indipendenza, la libertà.

Nel romanzo abbiamo pochissime informazioni su questi anni che Hanna ha trascorso rinchiusa, abusata. Eppure, anche senza parole scritte, riusciamo ad avvertire il peso di quest’esperienza, la sofferenza e il dolore che la ragazza ha patito.

Una coppia dove nessuno è più dell’altro; entrambi sono la spalla e la roccia, il conforto e l’aiuto, la vittima e il salvatore.

Una favola moderna, dove abbandoniamo gli stereotipi di Principe e Principessa e ci ritroviamo invece due Eroi che, sotto l’armatura, hanno bisogno, come chiunque altro, di essere protetti a loro volta, di essere amati e accettati anche con tutti i loro difetti.

House of Pain poteva apparire come un romanzone drammatico e “pesante”, e invece risulta di una dolcezza disarmante, delicato, pieno d’amore, di risate, che emoziona e rapisce pagina dopo pagina, conquistando anche, sono certa, il cuore del più duro dei lettori!

 

 

Ti immagino accanto a me nel mio futuro, Hanna Foster; non importa dove, importa che ci sia tu.


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